4 consigli per affrontare il lockdown
In questo periodo, che di solito identifichiamo come il più bel periodo dell’anno in cui stare con i nostri cari e staccare la spina dalla routine quotidiana, i casi stanno aumentando e non è facile fare previsioni su ciò che verrà: la campagna di vaccinazione è alle porte e ci rende speranzosi, ma si sente già l’aria di una terza ondata che potrà colpirci dopo le vacanze di Natale, e riecheggiano parole dalla quale siamo ormai terrorizzati. Lockdown. Contagio. Zona Rossa.
Nonostante questo, ci sono dei modi per riuscire a trovare un raggio di luce in questo periodo dalle circostanze molto buie.
L’adattamento è la chiave
Adattarsi a un nuovo contesto, qualunque esso sia, è sempre lo step più complicato. Per dimostrarlo possiamo prendere in esempio l’esperienza di David Knoff e del suo team di 24 persone presso la Davis Station, un avamposto di ricerca permanente in Antartide gestita dalla Divisione Antartica Australiana. Lì, le condizioni atmosferiche sono estreme: la temperatura media annua si muove intorno ai -8° C. e durante il periodo più buio dell’anno (generalmente da maggio a luglio) vivono settimane intere di assenza di sole.
Il ricercatore Knoff, in un’intervista, ha sottolineato l’importanza di cambiare insieme all’ambiente che ci circonda ed allenarsi per imparare a ricavare il meglio da una situazione difficile. Tutto ciò può aiutare a velocizzare l’inserimento nel nuovo contesto, che esso sia il freddo polare dell’Antartide o ritrovarsi chiusi in casa a causa di una pandemia e ritrovarsi a combattere con sé stessi.
Gestire le proprie aspettative
Un altro esempio può esserci utile per comprendere questo secondo importante consiglio. L’astronauta della NASA Christina Koch ha fluttuato 400 chilometri sopra la Terra a bordo della Stazione Spaziale Internazionale da marzo 2019 a febbraio 2020, stabilendo il record per il periodo più lungo passato nello spazio da una donna. Mentre era sulla S.S.I., l’astronauta ha ricevuto la notizia del prolungamento della sua missione di 5 mesi, rimanendo sorpresa ma, naturalmente, non potendo opporsi a ciò e quindi dovendo cambiare le proprie aspettative e i programmi con molta flessibilità. Anche quando la Koch è ritornata sulla Terra a febbraio, ha dovuto rimodellare le proprie aspettative: non appena finiti i test di riabilitazione fisica e pronte le valigie per tornare a casa, il lockdown è stato istituito, obbligandola a passare da un tipo di isolamento ad un altro. Un consiglio che lei ci dà direttamente consiste nel non rimanere delusi dal lato negativo del cambio di programma ma, al contrario, rimanere stupidi e positivi dalla sorpresa ricevuta.
Impegnarsi a rimanere connessi
Rimanere lontani dai propri cari per molto tempo non è mai facile, quindi è necessario trovare dei modi unici e speciali per rimanere connessi con loro. Sempre l’astronauta Koch, esperta di comunicazioni a distanza con la famiglia, consiglia di essere creativi nel dimostrare affetto da lontano ai propri cari, per rendere speciale ogni gesto. “Non basta soltanto mandare un’email o dei messaggi, ma bisogna fare cose che ci fanno quasi sembrare vicini”. Ad esempio, lei, mentre era nello spazio, ha “corso” in una gara di cavalli con i suoi amici sul suo tapis roulant sulla S.S.I.
Tenere a mente la fine
Dal settembre del 1991 al settembre del 1993, Jane Poynter è stato uno degli 8 partecipanti all’esperimento scientifico più ambizioso, e più strano, della storia: la Biosfera 2, un mini-mondo di tre acri, chiuso ermeticamente ed autosufficiente. In questo esperimento, il Signor Poynter e gli altri partecipanti furono colpiti da un fenomeno che può nascere in situazioni di lungo isolamento: il fenomeno dei tre quarti.
Cosa succede? Probabilmente avete tutti vissuto una situazione del genere: hai passato la metà del periodo di isolamento ma ancora non hai raggiunto la fine e non sai quando finirà, e quindi inizi a scocciarti, a trascinarti in quello che fai. In altre parole, è un calo nella performance durante il terzo trimestre di una missione in isolamento, in condizioni estreme e in assenza di informazioni su quando realmente finirà. Ovviamente, applicato al nostro caso del lockdown, questo non vuol dire che siamo necessariamente al terzo di quattro trimestri della pandemia, ma il vaccino ci ha dato la speranza che la fine di tutto possa essere molto vicina.
Questo ci insegna che tenere a mente la fine di una qualsiasi situazione di isolamento, può essere utile per non perdere il controllo e, soprattutto, la voglia di raggiungerla quella fine.