Liberati dalla brava bambina, un libro per annientare i costrutti sulle donne
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Una donna non ha bisogno di chiamarsi Elena di Troia per sapere che cosa significa essere oggetto di decisioni prese da uomini, per sé, sulla sua pelle, per un suo presunto bene. Essere sempre in balia degli altri, senza poter scegliere per conto proprio. È quanto Maura Gancitano e Andrea Colamendici, filosofi e fondatori del progetto Tlon (scuola di filosofia, casa editrice e libreria teatro, con cui organizzano in Italia e all’estero numerosi seminari di divulgazione filosofica), provano e riescono a scardinare: lo fanno raccontando la storia di Lei, una donna che è allo stesso tempo un ideale e tutte noi insieme, in Liberati dalla brava bambina, un saggio, un percorso che parte da un’inquietudine e, attraverso otto racconti che hanno come protagoniste personaggi della storia, del mito e delle fiabe, approda a una grande conclusione: la necessità di rinascere individualmente, alzare la voce.
Una donna non ha bisogno di essere un personaggio epico, del mito o di una serie televisiva contemporanea per riconoscere quel sottile turbamento che pervade, in maniera più o meno rumorosa, la quotidianità di ciascuna. «Occorre che Lei torni indietro, all’inizio della sua storia, e la racconti in un altro modo. Deve cercare di svelare tutti i segreti che sono stati rimossi e che – per dolore, vergogna, paura, rabbia, inconsapevolezza – le impediscono di vedere le possibilità del futuro», scrivono gli autori nel saggio. Proprio perché noi siamo il risultato di storie collettive, dispiegate nelle 240 pagine in cui ci renderemo conto di quante volte abbiamo obbedito involontariamente, mosse da un costrutto interiore. Questi ritratti femminili insegnano come trasformare le gabbie in chiavi, e mutare le difficoltà in opportunità. Costruire la parità di genere non è un’utopia anche se la strada è lunga, minata dai condizionamenti che compromettono la felicità delle donne. Zittite, umiliate, deprezzate. Tutto ciò rivive nei romanzi contemporanei, nei film, nelle storie senza che spesso ce ne rendiamo conto: è difficile uscire dal labirinto in cui siamo prigioniere, se non abbiamo consapevolezza del labirinto. «Questo libro parla dei conflitti interiori che ha dentro, delle cicatrici archetipiche che la fanno stare sulla difensiva, che le scatenano la paura di essere invasa e violata nel corpo e nella psiche. È la memoria di un dolore che non ha tanto a che vedere con la storia personale, ma soprattutto con quella collettiva».
Così, Malefica, Medea, Daenerys, Morgana divengono il modo per parlare di una narrazione che ogni donna si porta dentro e che spesso ha paura e vergogna di raccontare, «e la filosofia sarà la nostra compagna di viaggio. Filosofia intesa nel senso antico del termine: non una serie di bei concetti, come si tende a credere oggi, ma l’arte di saper vivere», scrivono, di creare uno sviluppo. A Lei, e a noi, è stato chiesto di essere femminili, associando a questo termine caratteristiche come la cura dei figli, del marito e della casa. Le è stato anche fatto credere di essere libera di poter scegliere cosa essere e fare, ma subdolamente le è stato detto di non trasgredire ai dettami della “femminilità”, per non rischiare di essere meno donna, come la società vorrebbe, seguire la retta via. Una donna troppo emancipata, che cerca di far valere le proprie ragioni, che sceglie la carriera alla famiglia, che viaggia da sola, che si diverte, deve chetarsi, perché diventa erroneamente una donna che “agisce come un uomo”, quando in realtà è semplicemente una donna, e prima ancora una persona. Fatta di desideri, sogni, individualità. È attraverso i racconti di queste otto donne dominate da una rabbia incontrollabile, che vorrebbero prendersi le responsabilità delle proprie azioni per quello che sono realmente e non per l’errato giudizio altrui, che gli autori espongono e analizzano il problema. Con una filosofia fatta di parole semplici, atte a permettere a tutti di comprendere costrutti di cui spesso ignoriamo l’esistenza. Liberati dalla brava bambina, come un consiglio: osa, fai ciò che vuoi fare veramente, e non quello che gli altri pretendono tu faccia.
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