The Crown, la Regina delle Serie TV
The Crown, la serie tv Netflix sui reali inglesi, ha trionfato dall’Europa agli Stati Uniti. La quarta stagione l’ha consacrata come autentico fenomeno di costume. Nata da un’idea dello sceneggiatore Peter Morgan, è una serie televisiva inglese incentrata sulla vita della Regina britannica Elisabetta II e la sua famiglia, a partire dal 1947 fino ai primi anni del nuovo millennio. Si tratta di una delle serie tv più costose e ambiziose di sempre, in particolare per quanto riguarda costumi, scenografie e i compensi per gli attori, scelti tra i più popolari in Inghilterra degli ultimi decenni. Secondo la critica, molte di queste stelle hanno dato la loro prova migliore: una sorta di compendio dell’arte recitativa inglese, tenuto conto anche che quasi tutti i principali attori, come del resto il principale autore Peter Morgan, arrivano dal teatro.
The Crown ha portato su Netflix un pubblico completamente nuovo, più anziano, acculturato e benestante. Si tratta di un’operazione che va ormai oltre la tv, contribuendo a rilanciare Elisabetta II come uno dei personaggi più riconosciuti e seguiti a livello mondiale e portando l’intera società britannica, nel momento storico cruciale della Brexit, a una riflessione sulla propria storia, la propria identità e la propria immagine nel mondo.
Sontuose e spettacolari le location storiche utilizzate nei quattro angoli della Gran Bretagna e dell’Impero. Dallo studio dove riceve Elisabetta passano tutti i premier inglesi. Nelle sale di ricevimento di Buckingham Palace compaiono tutti i principali protagonisti dell’epoca e, sullo sfondo scorrono, evocati con maniacale realismo, i cambiamenti di costume e cultura di mezzo secolo, dalla musica alla moda, dalla cronaca allo sport. The Crown poggia sull’interesse già enorme e ormai globalizzato per la Regina, tra le pochissime icone che oggi trascendono ogni confine culturale e linguistico.
The Crown è, per dichiarazione del suo principale autore – Peter Morgan – un’emanazione dello spettacolo teatrale The Audience del 2013, una drammatizzazione degli incontri tra la Regina e i diversi premier inglesi che si sono avvicendati al 10 di Downing Street durante il primo mezzo secolo del suo regno. Un’opera rappresentata, con enorme successo, prima in Gran Bretagna, quindi negli States e nel resto del mondo. Il format prevedeva fin dall’inizio, nelle intenzioni dell’autore, sei serie di 10 episodi ciascuno sulla vita di Elisabetta II dal matrimonio con il principe Filippo nel 1947 ai primi Anni 2000. Ogni due anni è previsto un nuovo cast per adeguarsi all’età dei personaggi principali.
Che Paul Morgan fosse uno dei più grandi celebratori della monarchia britannica è risaputo, ma che fosse anche in grado di plasmare una serie tv su una storia dai contenuti anacronistici in chiave moderna e accattivante non avremmo potuto prevederlo. The Crown è la serie sulla quale Netflix ha investito di più, mentre autori e attori hanno contribuito a renderla un capolavoro nel suo genere.
E chiaramente non è la curiosità di sapere come va a finire che ci accompagna fino alla decima puntata della prima stagione: le vicende le conosciamo, e, per lo spoiler, ci basta aprire un qualsiasi testo di storia contemporanea o Wikipedia. La forza risiede nel suo potentissimo magnetismo. Il risultato è che questa serie riesce a smontare il cliché secondo cui le vicende reali sarebbero un passatempo per signore dal parrucchiere. Il livello di scrittura altissimo, le interpretazioni, la regia, le location, l’accuratezza storica, mettono tutti d’accordo. A parcellizzare il pubblico non è tanto il genere quanto la qualità. E The Crown è talmente ben confezionata da piacere a tutti, uomini, donne, giovani e meno.