5 scrittrici che dovresti assolutamente conoscere
La scelta di che libro leggere non è mai facile. Per questo abbiamo voluto raggruppare cinque scrittrici che dovreste assolutamente conoscere: alcune hanno un nuovo libro in uscita (ma ne hanno già scritti di ottimi), altre hanno appena pubblicato. Tutte hanno qualcosa da dire sul nostro presente e soprattutto su cosa significa essere donna oggi.
Chiara Sfregola scrive a partire dalla sua esperienza di donna lesbica e femminista. In Camera Singole raccontava il periodo da single dopo un lungo fidanzamento, in una Roma tutta da riscoprire, ricca di amori effimeri e di bellezza. In Signorina, Memorie di una ragazza sposata, uscito a giugno, analizza cosa è stato storicamente e cosa sta diventando, oggi, il matrimonio, in un libro che questa volta sta a metà tra la saggistica e il memoir, in cui vengono a galla questioni fondamentali: Come si può reinventare, fra pari, quello che è sempre stato, storicamente, un rapporto di sottomissione? Se non vuoi avere dei figli, cosa ti sposi a fare? Che succede ora che una femminista può sposare una sua “collega”? La risposta possibile è una: succede che il matrimonio va a un corso di aggiornamento. Perché se le donne cambiano, anche il matrimonio deve cambiare. Una lettura indispensabile per capire i nuovi modelli di famiglia e inventarne di nuovi.
Zadie Smith è così famosa che non dovrebbe avere bisogno di presentazioni: se la includiamo in questa lista è perché appena uscita la sua nuova raccolta di saggi, Intimations. Il titolo italiano sarà Questa strana e incontenibile stagione, da una frase contenuta nel libro. Mentre noi infornavamo pizze e ci tagliavamo (male) i capelli da soli, Zadie Smith si prendeva cura di due figli e buttava giù le sue riflessioni. Scritto durante i primi mesi di lockdown, Intimations esplora idee e domande poste da una situazione senza precedenti. Che cosa significa sottomettersi a una nuova realtà o, al contrario cercare di resisterle? Come confrontiamo le sofferenze di ognuno di noi? Qual è la relazione tra tempo e lavoro? Nell’isolamento, cosa significano le altre persone per noi? Come pensiamo a loro? Qual è il rapporto tra disprezzo e compassione in una crisi? Quando arriva un mondo sconosciuto, cosa rivela sul mondo che lo precede?
«E lei ne vuole parlare con Augias? Auguri!». La battuta della scrittrice Valeria Parrella al conduttore Giorgio Zanchini durante la finale dello Strega, ha scatenato una valanga di reazioni sui social. Zanchini aveva appena introdotto il momento in cui avrebbe parlato con il giornalista tv Corrado Augias «di cosa è cambiato in questi ultimissimi anni con il #metoo» e Parrella gli ha sbandierato in faccia la contraddizione implicita nelle sue parole. Due uomini che si mettono a elucubrare sul #metoo senza nemmeno interpellare una donna. La sua battuta, fatta col sorriso, ha fatto amare ancora di più una scrittrice che con Almarina (Einaudi), ambientato nel carcere minorile di Nisida, aveva già conquistato i suoi lettori. Il libro segue l’evoluzione tenera e complicata del rapporto tra una professoressa di matematica, Elisabetta, e la sua nuova allieva, Almarina.
Sally Rooney, irlandese, classe 1991, è senza alcun dubbio una delle scrittrici migliori di oggi. Il suo secondo romanzo Persone Normali è diventato una serie tv di successo, andata in onda sulla BBC. Il primo, Parlarne tra amici, sta per diventarlo. Nessuno come lei sa descrivere l’amore disperato e dolente per cui vale la pena vivere e, in fondo, anche leggere. I suoi romanzi raccontano storie d’amore che non hanno niente a che vedere con la quotidianità, la condivisione, la sicurezza, la progettualità, ma di amori che si nutrono di insoluti, paure, complicazioni nevrotiche, slanci improvvisi immediatamente sconfessati, tentennamenti, generando un tipo di dipendenza che, invece di essere accolta dai due innamorati, viene costantemente combattuta. Parlarne tra amici ruotava intorno a un tradimento: c’era un’amicizia morbosa – quella tra due liceali che erano state insieme e poi si erano lasciate – e la relazione di una di loro con un uomo sposato e molto più grande. Persone normali parla di una storia d’amore non “normale”, e proprio per questo perfettamente normale.
Considerata una delle più interessanti autrici americane contemporanee, Ottessa Moshfegh è specializzata nelle storie di isolamento, disturbi alimentari, alcolismo e depressione. Detta così sembra molto deprimenti, ma il bello è che i suoi libri sanno essere intensi e inquietanti, certo, ma anche molto divertenti. Il merito è del suo inconfondibile humor nero, mescolato a un allegro, intelligentissimo nichilismo. Il mio anno di riposo e oblio, pubblicato prima che potessimo immaginare cose come lockdown e Coronavirus, racconta la storia di una ragazza giovane, bella, ricca, orfana, elegantissima che si fa prescrivere un mix di psicofarmaci per trascorrere un anno reclusa nel suo appartamento, dormendo. Anche il suo nuovo libro, La morte in mano (uscira a fine agosto con Einaudi), parla di isolamento, ma questa volta la protagonista ha 70 anni e c’è di mezzo un mistero da risolvere. Ma il libro da recuperare assolutamente è Eileen, un thriller mozzafiato con una protagonista irresistibile. Cinica, antipatica, trascurata, alcolizzata, maltrattata dal padre e dalla vita, la ventenne Eileen lavora senza entusiasmo in un riformatorio per adolescenti maschi. La sua vita potrebbe scorrere così per sempre, noiosa e spenta come gli abiti larghi in cui si nasconde. Ma non accade, perché Eileen, dentro alla sua mente, è una furia, e presto troverà il modo per vendicarsi.