Quarantena e troppo tempo libero? Ecco cosa leggere
[et_pb_section fb_built=”1″ admin_label=”section” _builder_version=”3.22″][et_pb_row admin_label=”row” _builder_version=”3.25″ background_size=”initial” background_position=”top_left” background_repeat=”repeat”][et_pb_column type=”4_4″ _builder_version=”3.25″ custom_padding=”|||” custom_padding__hover=”|||”][et_pb_text _builder_version=”4.4.1″ hover_enabled=”0″]
L’attesa è un’arte fine, di cui non tutti sono forniti o a cui non molti sono avvezzi. Eppure, in questo momento storico attendere che l’epidemia passi è un obbligo sociale, etico e tecnico. Insomma, senza entrare in merito alla questione coronavirus, ciò che è certo e lampante a tutti è che il tempo libero è decisamente aumentato. Dovrebbe essere una gran conquista, visti i ritmi della vita moderna. Tuttavia non manca quel pizzicorio da horror vacui. E allora che fare se non leggere? Ecco qualche consiglio utile, in quarantena non guasta mai. Se fino ad ora i classici non ci sono stati simpatici, non li sopporteremo meglio nemmeno adesso. La questione dell’abbondanza di tempo non è solo quantitativa. Avere più tempo a disposizione non significa per forza avere maggior voglia di leggere un maggior numero di pagine. Piuttosto è l’occasione di scoprire, per categoria – narrativa, poesia e saggistica – piccole perle più o meno contemporanee che magari fuori dalla quarantena non avremmo avuto l’attenzione adatta per apprezzare appieno.
Narrativa in quarantena
Rayuela, Julio Cortàzar
L’opera principale di Julio Cortàzar è praticamente un dedalo. Corposa come pagine, ma accattivante: è un vero e proprio viaggio dalle vertigini labirintiche. Una Parigi infuocata da tramonti è lo scenario in cui si consuma l’amore del protagonista e della Maga. La bellezza di questo libro sta nella particolarissima struttura narrativa. I modi per leggere quest’opera sono due: o in senso ordinato, seguendo la fabula e l’ordine cardinale delle pagine; oppure ascoltare il consiglio di Cortàzar stesso che dopo un paio di pagine consiglia al lettore di seguire una sua tabella di marcia.
Scegliere questa strada significa lasciarsi trasportare dal flusso del genio creatore di Cortàzar, ritrovandosi balzati da una pagina all’altra, da un orizzonte e l’altro, con l’estrema leggerezza di un zeffiro.
Maestoso è l’abbandono, Sara Gamberini
La storia di Maria è una storia mentale, tutto il flusso narrativo lascia poco spazio alle connotazioni temporali. Maria cresce durante lo scorrere del romanzo ma ce ne accorgiamo da pochi indizi. Ma poi, questi stessi indizi, ci sembreranno anche poco necessari, alla fine, perché il flusso morbido della narrazione ci coccole anche quando la vita di Maria da spallate forti. Maestoso è l’abbandono è un’opera psichica che si snoda tutta all’interno della mente di Maria, ma che non annoia e non si perde in inutili ghirigori. Le domande, i dissidi, gli “amori altissimi”, quelli che nel libro sono definiti inutili, sono tutti denocciolati attraverso una prosa levigata e affascinante. Piccola perla da non perdere. E poi le pagine scelte da Hacca, profumano di buono.
La Vita Sconosciuta, Crocifisso Dentello
Per chi invece preferisce le storie crude, questo libro fa per loro. Dopo l’esordio con “Finchè dura la colpa”, Dentello mette in scena una confessione del reale con estrema lealtà. Ernesto, cinquantenne disoccupato, reduce da un incontro sessuale con un gigolò arabo, rincasa nel cuore della notte e scopre la moglie Agata riversa senza vita sul divano. L’evento è il l’inciting incident, direbbe Vogler, che porta Ernesto in un vortice di colpa. Da anni conduce una doppia vita e la scomparsa della moglie apre il vaso di pandora delle colpe e delle confessioni. L’eleganza della prosa di Dentello è la giusta cura per allietare i giorni di quarantena.
Menzione d’onore va a Follia di Mc Grath. Edito in una bellissima versione da Adelphi, l’opera è adatta per chi preferisce un ritmo serrato e ama le storie che lo folgorino inaspettatamente. Senza dubbio la storia della moglie di uno psicanalista che si innamora e perde le proprie sicurezze sociali per un malato di mente non vi lascerà tempo per lo smart working. Avvisati.
Saggistica in quarantena
Uomo diventa lupo, Eisler
Avere tanto tempo libero significa anche mettere in discussione la propria routine, o semplicemente approcciarsi a nuove forme di lettura. O più semplicemente ritornare con più calma su vecchi saggi smozzicati qua e là in ritagli di tempo. Comunque un’ottima occasione per iniziarne uno nuovo. Qualunque sia il caso Uomo diventa lupo è una piccola perla di saggistica da conoscere e curare e leggere con estrema calma. Questo tomo ha anch’esso una struttura curiosa e particolare. Il saggio di Eisler copre praticamente all’incirca trenta pagine. Le rimanenti, fino ad arrivare un totale di su per giù trecento pagine, sono costellazioni di note a piè pagina che arricchiscono il discorso.
Anche qui la scelta è l’ordine o i rimandi. La tesi è che l’uomo sia di base un animale buono. Intere tribù tropicali non conoscono il concetto di guerra, ma la loro alimentazione non è carnivora. Così, con un’erudizione rara e maestosa, Eisler ritrova nel cambio di alimentazione dell’uomo preistorico la virata fondamentale della sua modalità di esistere nel sociale.
The Weird and The Eerie, Mark Fisher
C’è un aspetto fondamentale della realtà che molto spesso ignoriamo, causa anche della demistificazione dell’età adulta o della realtà che siamo chiamati a vivere e affrontare. Questo piccolo squarcio nel cielo di carta, richiamando Pirandello, è ciò che Freud nelle sue sedute psicoanalitiche all’inizio del secolo chiamava perturbante; un qualcosa, insomma, che è familiare ma che allo stesso tempo non lo è e questa idiosincrasia sensibile crea sgomento e disorientamento. Da questo concetto si diramano il weird e l’eeriei, due concetti figli del perturbante ma che si sviluppano in modi differenti. Fisher analizza proprio questo processo evolutivo dei due concetti, incanalati in varie forme artistiche e culturali, anche, tra i vari esempi, attraverso film noti degli ultimi anni come Inception o Interstellar di Christopher Nolan.
Poesia in quarantena
La Voce a te dovuta, Pedro Salinas
La panacea di tutti i mali è la poesia; benché talvolta sia crudele e straziante. Se la monotonia della quarantena vi avvilisce, addentrarsi nell’altalena emotiva della poetica di Salinas è un consiglio spassionato da ascoltare e applicare subito. Poeta spagnolo, generazione del ventisette, Salinas è solitamente conosciuto per la raccolta poetica La Voce A Te Dovuta. La raccolta fa parte di una trilogia poetica uscita negli scorsi anni Trenta. Tutte le edizioni sono solitamente accompagnate da note, introduzioni e soprattutto testo originale in spagnolo. Così tra una lacrima e un impeto di sentimento, si fa in tempo anche a familiarizzare con il testo crudo, non tradotto. Perché si sa, la traduzione è sempre un tradimento della lingua iniziale – come diceva Derrida – e lo spagnolo, alla fine, ha davvero un bel suono.
La gioia di scrivere, Wislawa Szymborska
Il nome suona difficile, ma non estraneo. Insomma, la Szymborska è il mostro sacro della poesia contemporanea. Dal Nobel alla Letteratura del 96, alla morte nel 2009, fino ad oggi la sua poesia è stata ritrovata, ri-accolta, ri-letta e ri-assorbita. Un lavoro enorme, contenuto molto nell’edizione La Gioia di Scrivere di Adelphi, che racchiude l’amore per la vita attraverso i versi della poetessa polacca. Usando le parole di Roberto Saviano, le liriche della Szymborska sono consigliate quando ci si sente sul baratro. Socialmente, probabilmente, mai momento più adatto di questo. Giustifica questa scelta, lo scrittore campano, con il senso di benessere che queste poesie suscitano nel lettore, nel rimedio lirico alla vita. Che poi a pensarci, non è sempre stato così? Non è forse vero che la poesia ci ha sempre salvati dal baratro?
[/et_pb_text][slider_article _builder_version=”4.4.1″ max=”10″ hover_enabled=”0″][/slider_article][/et_pb_column][/et_pb_row][/et_pb_section]