Viaggia con questi 4 podcast da non perdere
La pandemia globale che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo ha colpito in maniera durissima il settore del turismo, forse più di ogni altro. Se fino a qualche mese fa progettare e immaginare le nostre vacanze era una specie di secondo lavoro per molti di noi, un modo meraviglioso per occupare il tempo libero, ora la situazione è cambiata: i vari Paesi in Europa e nel mondo stanno attraversando momenti differenti nella circolazione del virus, quindi hanno regole differenti, più o meno stringenti a seconda dei casi. E poi allontanarsi da casa non è più proibito, ma resta comunque sconsigliato, per ridurre al minimo possibile le possibilità di essere contagiati e/o essere veicoli di contagio.
Siamo in una situazione limite e limitata, ci resta poco più dell’immaginazione del viaggio. Soprattutto per quanto riguarda la scoperta di luoghi lontani.
In questo senso, però, un aiuto può arrivare dai podcast, strumenti multimediali dal sapore antico che però possono essere fruiti in maniera moderna, customizzata, e garantiscono ancora un importante grado di immersione. Per il tema dei viaggi, questo è possibile grazie ai travel blogger che raccontano la propria esperienza, al montaggio di suoni provenienti da nazioni e città che non conosciamo; è un modo per viaggiare senza muoversi davvero da casa, con le orecchie e con la mente, in attesa da poterlo fare di nuovo vivendo gli aerei, i treni e tutti gli altri mezzi di trasporto, in piena libertà e sicurezza.
Esistono diversi podcast di viaggio che vale la pena ascoltare, seguire con attenzione. Per esempio c’è Viaggio Solo Andata, in lingua italiana, che racconta la storia di Ilaria e Marco, una coppia rimasta bloccata in Australia a causa del Coronavirus. «Il progetto», spiegano i due fondatori, «nasce per fornire tutti gli strumenti possibili a chi intende realizzare lunghi viaggi, in bici, a piedi, a cavallo o in moto, di ‘sola andata’», e così hanno ironizzato anche sulla loro situazione. Sempre in lingua italiana, c’è il progetto Racconti di viaggio, della digital Pr Nadia Stacchiotti, che suggerisce dei trick particolari per visitare mete pure diverse, così da renderle alla portata di tutti: per preparare e rendere più affascinante un weekend a Istanbul, per esempio, il podcast ha ospitato una delle guide turistiche più competenti della Turchia; in un’altra puntata, alcuni viaggiatori hanno raccontato la loro esperienza in Lapponia, su una slitta trainata da cani husky.
Per chi invece ha maggiore dimestichezza con la lingua inglese, ci sono tante altre possibilità. Uno dei prodotti migliori, segnalato anche dal New York Times, è Pindrop, che appartiene alla famiglia dei contenuti multimediali di TED: in questo podcast, il tema viaggi viene approcciato partendo da una storia molto particolare, relativa al luogo che viene presentato, per esempio la vita di un inserviente nella stazione di Bangkok, oppure la vicenda un po’ surreale di un vigilante mascherato che, a Città del Messico, protegge i suoi concittadini da incidenti stradali. Un altro podcast dal taglio molto particolare è Rough Translation, che – come si percepisce già dal nome, traducibile letteralmente come “traduzione approssimativa – racconta città e Paesi lontani tra loro partendo dall’interpretazione diversa di un evento, di un fatto di cronaca, di una tendenza sociale e culturale. Uno dei temi trattati in un episodio è stato il dibattito francese sulla politicizzazione di un gesto religioso come coprire il proprio viso, e dei legami tra questi comportamenti e l’islamofobia.
L’ascolto di certe storie, tra l’altro trattate con stili così differenti e particolari, rappresenta una fonte alternativa, ma pur sempre consistente, di arricchimento e crescita personale. Tra qualche tempo, quando la scienza permetterà a tutti noi di riprendere la nostra vita in maniera più libera e serena e sicura, potremo visitare nuovamente i luoghi che abbiamo immaginato. Ma non sarebbe male farlo dopo averli conosciuti almeno un po’, in cuffia, in un modo diverso, comunque coinvolgente, da provare, insomma, in questi tempi di attesa e di speranza.