Cosa possiamo imparare rileggendo Piccole Donne
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Lo diceva anche Italo Calvino, che un classico è un libro che non ha mai finito di insegnare qualcosa. Per questo oggi, in tempo per l’uscita del nuovo adattamento cinematografico di Greta Gerwig (arrivato in Italia il 9 gennaio 2020), rileggere Piccole donne di Louisa May Alcott può ancora essere considerato un ottimo modo per riuscire a comprendere come sia cambiato il mondo ma, soprattutto, l’importanza di nutrire e coltivare le proprie aspirazioni e i propri sogni. Perché se quando Piccole donne lo si legge da “piccole”, viene normale identificarsi con le sorelle minori (come Amy e Beth), nel momento in cui ci si ritrova a sfogliare nuovamente le pagine dopo tanti anni è la psicologia dei personaggi più maturi a chiarire alcuni aspetti della nostra vita (quella “da grandi”). Non a caso, Bustle ha individuato alcune importanti lezioni di vita che potremmo apprendere rileggendo, o leggendo per la prima volta, il romanzo della Alcott.
È il caso dell’importanza che Jo, l’aspirante scrittrice tra le sorelle March, attribuisce alle parole, «parole belle, che siano forti e che significhino qualcosa».
Il suo personaggio, che nel nuovo film della Gerwig è interpretato da Saoirse Ronan, è ancora oggi un monito per ricordarci quanto necessario, in ogni ambito lavorativo e aspetto della nostra vita, sia scegliere i termini corretti.
Misurarli, calibrarli, poiché ogni parola che usiamo influenza sempre la percezione che gli altri hanno di noi. Quando Amy invita il giovane Laurie, da anni innamorato di Jo nonostante non venga corrisposto, a non lasciare che questo rifiuto influisca sul suo modo di rapportarsi alle ragazze, offre ai lettori un nuovo spunto di riflessione. Quello che insegna a non fermarsi dopo aver fallito, che un fallimento non è mai tale se utilizzato per la propria crescita personale. Nonostante il dolore di alcuni momenti ci impedisca spesso di proseguire nel nostro percorso, bisogna trovare la forza per continuare a camminare, cercando di apprendere da tutti gli ostacoli incontrati e di non perdere la speranza.
Tra gli insegnamenti elencati da Bustle, vi sarebbe poi quello di apprezzare «tutte le Beth che animano le nostre vite». Quelle ragazze silenziose e timide, eppure tanto prodighe nell’aiutare quanti siano in difficoltà. Vivendo e dandosi da fare in maniera così delicata e amorevole che solo in pochi sono in grado di rendersi conto del loro valore. E quindi, che siano colleghi di lavoro o amiche, non dimentichiamoci delle nostre Beth: da trattare con la stessa cura che loro adoperano nei nostri confronti, così da poter fare squadra nei momenti di difficoltà.
«Vai, corri verso alla libertà e scopri quante cose meravigliose ha in serbo per te», consiglia Marmee March alla sua Jo, regalandoci una lezione da tramandare ai posteri: non avere paura di ciò che non conosci, solo così potrai rendere concrete le tue idee migliori. Ne scrive in proposito anche l’Independent, interpretando Piccole donne come la vittoria delle donne sognatrici, che hanno fatto giustizia alle artiste di ogni epoca. Non solo. Tra i moniti di Marmee, vi è inoltre quello di trovare sempre il tempo sia per lavorare che per divertirsi, per fare cose che siano utili e piacevoli. Si tratta di un modo per comprendere il valore del tempo e quanto occorra trovare un equilibrio tra dovere e piacere, tra la casa, il lavoro e noi stessi.
Tra insegnamenti e prese di posizione (come quando Marmee spiega alle proprie figlie che al di là degli abiti, delle acconciature che sfoggeranno mai, le donne saranno sempre di più di quello che appariranno), ciò che emerge dalla loro storia una volta giunti all’ultima pagina, è che le cose belle possono capitare nella vita di tutti i giorni, quando meno le si aspettano. Risiedono in un gesto, in un sorriso, in un apprezzamento per un lavoro ben fatto.
Che la bellezza, nel mondo, è appena dietro l’angolo. Basta solo saperla riconoscere.
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