Pandemia e sistema dell’arte: che cos’è successo?
Dal 5 al 7 novembre 2021 riaprirà al pubblico Artissima, la fiera d’arte contemporanea di Torino la cui autorevolezza è riconosciuta a livello internazionale. Artissima dal 1994 traina con sé un cartellone di eventi che di anno in anno si è sempre più infittito. Oltre alle quattro fiere collaterali – Paratissima, The Others, Flashback e Dama – tutti gli spazi espositivi, sia pubblici che privati, sono coinvolti nella Notte delle Arti Contemporanee, in una città illuminata dalle Luci d’Artista
L’art week più variegata d’Italia torna dopo un anno di pausa dovuta al Covid-19.
L’impatto della pandemia sul sistema dell’arte
La pandemia non ha avuto conseguenze solo economiche nel settore dell’arte, ne ha anche evidenziato le criticità e ha apportato accelerazioni all’intero sistema.
Il 2020 ha visto una decrescita media delle vendite legate al primary market di oltre il -20% (gallerie e dealers) su scala mondiale (fonte report annuale Art Market di Art Basel USB). A livello locale, denuncia ANGAMC, l’associazione italiana delle gallerie, il 45% di esse è a rischio chiusura.
Su scala mondiale, le transazioni in fiera nel 2019 avevano raggiunto in media il 45% del fatturato annuo delle gallerie, ma nel 2020 il 61% degli eventi fieristici è stato cancellato e solo il 2% ha sperimentato canai alternativi di fruizione, come le edizioni digitali o le OnLine Viewing (dati Art Market).
Stando invece al report fornito da Artprice per l’anno 2020-2021, il settore dell’arte contemporanea, a livello di mercato globale, registra un incremento di fatturato del 117% rispetto al 2019-2020, confermandosi l’anno con la migliore crescita dal 2009. Questo paradosso è dovuto al fatto che le transazioni sono cresciute di un +36% per le private sales delle case d’asta. Inoltre, un impatto significativo è stato dato dall’introduzione degli NFT sul mercato, che ha rappresentato il 5% delle vendite totali.
Questi dati evidenziano che le strutture commercialmente più forti a livello internazionale, hanno approfittato del vuoto di mercato generato dalle chiusure locali, accelerando il passaggio verso la digitalizzazione.
Il presidente di ANGAMC Mauro Stefanini, in una lettera al ministro Franceschini dello scorso aprile, sottolinea che le gallerie d’arte però non sono semplici esercizi commerciali, quanto piuttosto operatori culturali, che organizzano ogni anno più di 5.000 mostre coinvolgendo oltre 10.000 operatori. Stefanini denuncia pertanto l’urgenza di un intervento istituzionale a sostegno di tali realtà.
La risposta del sistema dell’arte torinese
Veniamo quindi a questo autunno torinese e osserviamo come le realtà di settore stiano provando a reagire e adeguarsi.
La ventottesima edizione di Artissima, sotto la direzione di Ilaria Bonacossa, si propone in formato phygital. Accanto alle sezioni tradizionali, negli spazi fisici dell’Oval, è affiancato il progetto Artissima XYZ, lanciato nell’edizione digitale del 2020, che sarà fruibile sia online che fisicamente. Un’altra importante novità è il progetto Surfing NFT: cinque artisti saranno selezionati, tramite una call, tra le gallerie partecipanti e riceveranno un budget di 8000€ ciascuno per la produzione di un’opera in Non Fungible Token.
Sul target dei millenials, individuati come collezionisti emergenti, si concentra The Others. La sua tradizionale proposta di arte giovane e dinamica è affiancata ad una programmazione di musica dal vivo. Sul piano dell’allestimento, poi, la fiera trasforma il tradizionale spazio espositivo rettangolare, in un unico organismo a raggiera.
La VI edizione di DAMA, con “Aperto”, porta fisicamente la fiera nei luoghi di cultura e in spazi all’aperto della città,conuna serie di incontri che affiancano le proposte artistiche alla riflessione sui temi del contemporaneo.
FLASHBACK nomina la sua IX edizione “Zona Franca” a sottolineare una offerta in cui ogni limite temporale viene superato:“Una modalità di azione fondamentale soprattutto in un momento storico come quello attuale dove la mancanza di memoria e di attenzione minano la costruzione del nostro futuro”, dichiarano le direttrici Ginevra Pucci e Stefania Poddighe.
PARATISSIMA, infine, sceglie di collocarsi sul piano dell’ascolto, fungendo da cassa di risonanza alle tematiche sociali e politiche proposte dagli artisti stessi. Secondo la direttrice Olga Gambari, essi investono il ruolo di sciamani capaci di percepire le direzioni piuttosto che, semplicemente, vederle. Nella sezione Special Projects, temi come l’infodemia o la crisi afgana sono solo alcuni degli argomenti proposti.
Da questa indagine, una risposta univoca al momento non emerge. Quello che risulta evidente, però, è che quello dell’arte, dopo un anno di riflessione, è un sistema vivace e reattivo.