Mishka Henner, il non fotografo
“Per prima cosa ti dico, chiamami artista, non fotografo”, esordisce così Mishka Henner intervistato durante la sua mostra fotografica presentata all’interno della rassegna Food organizzata dalla Fondazione Mast di Bologna. Mishka Henner, vive a lavora a Manchester. Si è laureato in sociologia nel Regno Unito con la passione per la fotografia, la tecnologia e la sociologia. “Ho avuto la fortuna di avere insegnanti stimolanti che mi hanno insegnato a guardare il mondo e mettere in discussione la cultura in cui vivo. Grazie a loro sono riuscito a sviluppare il mio punto di vista delle cose ed è quello che cerco di fare con chi guarda i miei lavori”.
Fotografare la realtà utilizzando le tecnologie di cui tutti disponiamo
Henner utilizza gli strumenti open source come Youtube, Google Earth per ritrarre una realtà spesso sfuggente, la fotografa, la enfatizza, e la mette davanti allo spettatore per farlo riflettere. La sua opera più famosa è sicuramente Feedlots. Nel 2021 mentre cercava su Google Earth i pozzi petroliferi degli Stati Uniti per mapparli, viene colpito da piccole macchie nere, una quantità incredibili di puntini neri. Henner si è imbattuto casualmente in uno dei tanti allevamenti di bovini in Texas. Nasce così l’idea di fotografare attraverso immagini satellitari presi dalla rete, le enormi fattorie che servono a soddisfare la richiesta di carne negli Stati Uniti. Un bovino usualmente impiega 4 o 5 anni per crescere, in questi allevamenti impiegano circa 18 mesi. I bovini sono costretti a vivere in piccoli recinti per limitare la possibilità di movimento e quindi favorire l’ingrasso. Le immagini satellitari, messe una sopra l’altra ad altissima definizione, ritraggono così scenari scioccanti. Fattorie con laghi artificiali dai colori sgargianti pieni di liquami e gli spazi adiacenti le fattorie che piano piano vengono sottratti all’agricoltura.
“Nelle mie opere c’è molto giudizio ma sto attento a non dare lezioni al mio pubblico. L’arte dovrebbe essere provocatoria, non polemica. Voglio mettere lo spettatore davanti alla realtà che ha sotto gli occhi e che torni a casa con una nuova coscienza” afferma Henner.
Anche la video installazione Scope è stata realizzata utilizzando Youtube, digitando le parole “eats camera”. Henner ha così scaricato dalla rete, video registrati da telecamere cadute da droni o da satelliti che sono state mangiate ed ingerite dagli animali. Un viaggio attraverso la proboscide di un elefante, o l’intestino di un maiale. L’uomo mangia gli animali ma cosa proveremmo noi se venissimo a sua volta mangiati da loro? Sono video molto forti che vogliono portare a riflettere sulla circolarità della vita degli esseri viventi, esseri umani inclusi. Anche “The Fertile Immagine” è un ulteriore progetto realizzato senza muoversi dal suo studio di Manchester. Questa volta Henner ha attinto da un database di immagini che viene usato per il riconoscimento automatico di oggetti come quello utilizzato da Google Lens. Le ha poi date in pasto ad un software (GAN) che le ha mescolate. Ha creato così due animali genitori combinando immagini di orsi polari, porcospini, parrucche, radiatori, ombrelli. Partendo dai due genitori ha creato successivamente 300 “figli” mescolando i “geni” e dando vita ad animali assurdi. Con quest’opera l’artista vuole raccontare l’uso e l’abuso che facciamo della tecnologia e delle conseguenze che creiamo quando non ne abbiamo più il controllo.
Henner schiaffeggia lo spettatore
Mishka Henner vuole schiaffeggiare metaforicamente lo spettatore per farlo riflettere su ciò che lo circonda e lo fa con immagini scioccanti. L’artista ha raggiunto ormai una fama planetaria ed espone in tutto il mondo. Nella primavera del 2022 avrà una mostra personale presso la Galleria Bianconi di Milano
“In questo momento sto pensando ai modi migliori per rappresentare il nostro pianeta. Mi stupisce che con tutte le tecnologie e conoscenze che abbiamo, non siamo riusciti a trovare un modo per proteggere il nostro habitat”.
Durante la sua ultima visita a Bologna, Mishka è rimasto colpito dal profondo rispetto verso gli artisti, una cosa che ha raramente provato in altre parti del mondo. “Il pubblico che è venuto ad assistere alla visita guidata delle mie opere erano molto coinvolte, le domande ed osservazioni che mi hanno fatto erano talmente tante che sono durate più della visita” conclude sorridendo Mishka Henner.