Mari Katayama e l’esplorazione della bellezza oltre i confini del corpo
Nonostante le amputazioni e la deformazione della mano sinistra causate da una malformazione congenita, Katayama utilizza la sua esperienza personale come fonte d'ispirazione per sfidare i limiti imposti dalla società e celebrare la diversità del corpo umano attraverso il suo lavoro artistico unico e audace.
Mari Katayama è un’artista giapponese che ha rivoluzionato il concetto di bellezza e di rappresentazione estetica del corpo umano attraverso il suo lavoro unico e audace. Nata nel 1987 con una malformazione congenita che ha richiesto l’amputazione di entrambe le gambe e la costringe a vivere con una deformazione della mano sinistra, Katayama fa del suo vissuto terreno fertile di indagine artistica. Attraverso la sua pratica sfida, infatti, i limiti imposti dalla società celebrando la diversità e l’autenticità del corpo umano.
Esplorazione dell’identità
Il lavoro di Katayama esplora temi come l’identità, l’intimità e la relazione tra corpo e ambiente. Le sue fotografie, le performance e le installazioni mettono in luce la connessione emotiva con il suo corpo e la volontà di abbracciarne l’unicità. Trasformando le sue protesi in oggetti simbolici, l’artista crea scene visivamente straordinarie innestandole in scenari suggestivi. Come nell’antica arte nipponica del kintsugi – tecnica di restauro che consiste nel riparare le ceramiche con l’oro – Katayama non nasconde le fratture ma le accentua, impreziosendole. Attraverso queste composizioni, ci invita a riflettere sulla relazione che abbiamo con i nostri corpi e con il mondo che ci circonda.
Rottura delle convenzioni sociali
Mari Katayama sfida audacemente le convenzioni sociali legate all’aspetto fisico, all’immagine ultra-estetizzata e alla sessualità. Le sue opere affrontano i tabù e le aspettative imposte dalla società riguardo all’ancora troppo celebrato corpo perfetto. Rendendo protagonista la sua cyber-fisicità, Katayama rivendica l’identità del proprio corpo, liberandolo dalle norme e dalle aspettative che spesso limitano l’autodeterminazione delle persone disabili.
Ispirazione e attivismo
L’arte di Katayama viene a configurarsi, dunque, come atto di resistenza e di attivismo che promuove l’inclusione e la consapevolezza. Attraverso la sua espressività artistica, l’artista giapponese apre una finestra sulle esperienze e le emozioni dei corpi “non-normati”, sfidando gli stereotipi e generando un dialogo significativo attorno al concetto di bellezza.
Un impatto duraturo
L’opera di Mari Katayama ha guadagnato riconoscimento internazionale, e le sue opere vengono ormai esposte nelle più importanti istituzioni artistiche di tutto il mondo, tra le quali, per l’Italia, anche la Biennale di Venezia. Ed è proprio con una azienda italiana che Katayama ha siglato una delle sue ultime collaborazioni: ‘‘High Heel Project’’ è un progetto lanciato dall’artista nel 2011 che nasce dalla volontà di realizzare una speciale protesi che le consentisse di esibirsi sul palcoscenico e camminare indossando i tacchi. In questo nuovo capitolo, pubblicato nel 2022, Sergio Rossi si unisce al progetto per creare scarpe perfette per Katayama, che intreccia con il brand un intenso dialogo creativo, volto a indagare il legame fra arte, libertà di scelta e le possibilità offerte dal corpo umano.
L’obiettivo è dare vita a un vero e proprio movimento che mira a promuovere l’autoaffermazione di ciascun individuo nella sua unicità e specificità.