La bellezza del cinema all’aperto
IL PIACERE DEL CINEMA SOTTO LE STELLE
Anche prima della pandemia, da giugno in poi le nostre città si sono sempre riempite di proiezioni di film all’aperto. La ragione è molto semplice. Per quanto molte sale cinematografiche si siano ormai dotate di impianti di condizionamento, per noi italiani (e per i mediterranei in generale: accade anche in Spagna e Grecia) estate è sinonimo di aria aperta. Questo ha sempre accorciato la stagione cinematografica delle nuove uscite – concentrandola in pochi mesi tra settembre e Pasqua – ma ha sempre permesso a molti spettatori distratti di recuperare durante la bella stagione alcuni film che non evavno potuto vedere durante l’anno.
Non si tratta solo di pigrizia o di opportunità di sfruttare un simpatico servizio per il tempo libero. Il cinema sotto le stelle è decisamente piacevole. Possiede un lato di benessere culturale che si trasforma in benessere psicologico, perché stimola al tempo stesso la curiosità intellettuale, spinge alla socializzazione e mette in circolo un’equivalenza tra consumo artistico e divertimento personale.
Non di rado, poi, nel clima più rilassato che va da giugno a fine agosto, nei luoghi di proiezione all’aperto si scoprono piccoli film che non hanno avuto lo spazio che meritavano in sala, anche a causa delle regole non scritte della grande distribuzione. Se poi l’autore o gli attori sono invitati a dialogare con il pubblico, ancora meglio: la proiezione del film si estende e lo scambio con protagonisti e realizzatori permette un contatto umano che durante l’anno è impensabile: ad essere sollecitata al massimo è dunque l’esperienza cinematografica nella sua interezza.
TRA PIAZZE E ARENE, QUALE PREFERIRE?
Certo, non sempre tutto va alla perfezione. Ci possono essere spettatori poco educati, fumatori accaniti, chiasso nei dintorni, umidità, zanzare, piogge improvvise che interrompono la proiezione sul più bello; eppure, nulla disarma i cinefili che amano uscire di casa e vedere un film all’aperto.
Ci sono vari tipi di proposte estive. Due sono le tipologie principali: la proiezione in apposite arene, spesso periferiche; la proiezione in piazze o piazzette della città. Nel primo caso il vantaggio è dato dal parcheggio, dalla lontananza rispetto al centro abitato con i suoi rumori, e dalla concentrazione sospesa, quasi magica, verso il grande schermo che si staglia sul buio della sera – sospensione magica se ci si trova in un parco, come La Villette di Parigi. Nel secondo caso (per esempio in Piazza Maggiore a Bologna, forse l’esempio più noto in Italia) si enfatizza la visione del film in uno scenario storico-architettonico di straordinario valore, magari a fianco di chiese, palazzi, strade di indiscutibile bellezza, che nella loro storia hanno assistito a secoli di adunate pubbliche e che continuano ad osservare, mute, i cittadini e i loro momenti di spettacolo collettivo.
C’è bisogno di preferire l’una all’altra? Ognuno ha le sue predilezioni. In entrambi i casi questa bellissima forma di consumo cinematografico è sicuramente più ecologica dei drive in statunitensi – talvolta imitati anche da noi senza grande successo, perché o si ha una decappottabile oppure vedere un film all’aperto rimanendo chiusi in un abitacolo (magari col motore acceso per l’aria condizionata) non è certo una grande attrattiva.
IL CINEMA ESTIVO COME BENESSERE CULTURALE
Sì, perché stare bene di fronte a un film è una cosa importante. Del resto, la cultura cinematografica possiede anche una funzione di emancipazione sociale. Basti pensare al lavoro dei Ragazzi del Cinema America a Roma e a come hanno trasformato negli anni la dimenticata Piazza San Cosimato in un centro di aggregazione attraverso una programmazione gratuita di film curata in ogni minimo dettaglio, capace di attirare anche tanti personaggi del mondo del cinema che hanno accolto l’invito a essere presenti e a dialogare con il pubblico. Quindi non si tratta solamente del divertimento intelligente della società borghese alle prese con il tempo libero nelle serate afose, ma anche della conquista attraverso la settima arte di luoghi abbandonati o di periferie dimenticate. Il cinema costruisce sempre relazioni.