La Regina Carlotta: un enigma della storia
La nuova serie firmata Shonda Rhimes, spin-off dell’acclamata Bridgerton, ripercorre la vita della regina Carlotta tra finzione narrativa e accuratezza storica
La dedica a Jacqueline Avant: chi era?
“In memory of Jacqueline Avant”. Con questa frase si chiude il primo episodio di “La Regina Carlotta”, la nuova serie Netflix prodotta da Shondaland che sta entusiasmando i fan della saga di Bridgerton e non solo.
In tanti si sono chiesti: chi è Jacqueline Avant?
Morta nel 2021 all’età di 81 anni, assassinata durante una rapina nella sua casa di Beverly Hills, Jacqueline Avant era la moglie del produttore cinematografico e musicale Clarence Avant e madre di Nicole, moglie del co-CEO di Netflix Ted Sarandos.
Da sempre nota per il suo impegno sociale e civile nei confronti della comunità di colore, delle minoranze e delle categorie più svantaggiate, Jacqueline era una grande appassionata di storia – in particolare di storia afroamericana – e aveva un’ossessione, come il suo stesso genero ha dichiarato, per la regina Carlotta d’Inghilterra. Ed è proprio grazie a questa sua passione che la nuova serie Netflix ha visto la luce: come Shonda Rhimes ha raccontato, infatti, Ted Sarandos le ha proposto di realizzare “La Regina Carlotta”, poiché Jaqueline era rimasta entusiasta del ritratto della sovrana che aveva tratteggiato in Bridgerton.
Sophia Carlotta di Meclemburgo-Strelitz
Quello della regina è tra i personaggi creati da Shonda Rhimes che più hanno conquistato il pubblico. Un carattere forte, a volte apparentemente capriccioso, che dietro la maschera della regalità cela dolcezza materna e fragilità, insieme a un doloroso segreto.
Il ritratto televisivo sembrerebbe non discostarsi troppo da quella che deve essere realmente stata la donna che regnò sull’Inghilterra tra il 1761 e il 1818: la sovrana consorte rimasta in carica più a lungo, battuta solo dal Principe Filippo.
Figlia minore del duca Carlo Ludovico Federico di Meclemburgo-Strelitz principe di Mirow e della principessa Elisabetta Albertina di Sassonia-Hildburghausen, nel 1761 Carlotta di Meclemburgo-Strelitz fu scelta per essere la sposa del giovane e potente Re Giorgio nonostante la sua più che remota discendenza di origine reale.
Proprio da qui si avvia la vicenda narrata dalla serie Netflix, quella di un matrimonio che le ricostruzioni storiche raccontano come un’unione felice, durata più di 25 anni, che vide nascere 15 eredi e che seppe far fronte a diverse difficoltà, prima fra tutte la malattia e la conseguente demenza del re.
A testimonianza di ciò, le tante lettere che la sovrana consorte ha indirizzato al marito di cui fu nominata tutrice e da cui negli ultimi anni di vita si tenne distante. Lettere come quelle collezionate, insieme ad altri cimeli storici, da Jaqueline Avant e che, consegnate alla Rhimes insieme a libri e ricerche d’autore, hanno permesso di creare un ritratto televisivo realistico e accurato di “Snuffy Charlotte”.
La Regina Carlotta era di colore? Le sue origini “misteriose”
Una discendenza lontanamente legata ai grandi rami delle famiglie reali europee, questo è ciò che Carlotta aveva ereditato dalla sua famiglia e che ha a lungo alimentato un dibattito storico sulle sue origini. Ben prima della serie Netflix, infatti, la Regina Carlotta è entrata nel cuore dei tanti abitanti delle antiche colonie inglesi perché per lungo tempo considerata il primo membro bi-razziale della famiglia reale.
Antenata di nono grado della sovrana consorte, infatti, era Margarita de Castro e Sousa appartenente a un ramo della famiglia portoghese di apparenti origini africane originato dalla discendenza di un’amante del re Alfonso III. Ad alimentare l’ipotesi che la regina Carlotta fosse di sangue misto, inoltre, alcune descrizioni d’epoca e documenti storici che – nonostante essa sia sempre ritratta con la pelle bianchissima – ne definiscono i tratti somatici e, soprattutto il naso, come “mulatto”. Oltre due secoli prima di Meghan Markle, quindi, la famiglia reale potrebbe aver accolto un membro con lontane origini africane.
Veramente, però, la regina Carlotta era di colore?
Molti storici rifiutano questa tesi e altri si appellano alla mancanza di prove concrete, perciò non si ha una risposta certa e a oggi non si può affermare che la regina fosse effettivamente di colore.
La ribelle Carlotta: un esempio per tutte
Quello che, però, si può con certezza affermare è che Carlotta d’Inghilterra fosse una donna forte, curiosa, intelligente e pronta a far fronte ai doveri che il suo ruolo imponeva. Giunta a corte adolescente, dopo aver sposato un uomo conosciuto appena sei ore prima, la regina negli anni si appassionò alle arti e alle scienze, divenendo un’esperta botanica: a lei si devono i giardini di Kew e a lei è dedicata la Strelitizia, la pianta dai stupefacenti fiori esotici scoperta nel 1773 e identificata dall’allora direttore dei giardini.
Con il peggiorare della malattia del marito, la sovrana assunse su di sé gli oneri della gestione del regno continuando a esercitare il ruolo di madre per i 13 figli che raggiunsero l’età adulta.
La Regina Carlotta è ricordata come una donna “rivoluzionaria”, che sniffava tabacco e amava la musica di Handel, Mozart e Bach, con un temperamento “inossidabile” e la ferma volontà a far del bene che la portò, durante la reggenza, a rivolgere grande attenzione alle fasce più deboli della popolazione, fondando orfanotrofi e ospedali.Un esempio storico di femminilità profondamente contemporaneo, un personaggio che, come Shonda Rhimes e Jaqueline Avant hanno ben compreso, può insegnare e ispirare le nuove generazioni.