Il cinema in cattedra
IN BANCO INSIEME AI FILM
Il cinema ci insegna qualcosa? Certamente è uno strumento molto utilizzato dalla scuola per due scopi. Il primo è lavorare sui film per parlare di argomenti importanti del presente o per rafforzare le conoscenze storio-culturali (per esempio portare una classe di liceo a vedere e poi analizzare Il giovane favoloso di Mario Martone sulla vita di Leopardi offre nuovi spunti didattici agli insegnanti di italiano); il secondo è offrire agli studenti alcuni strumenti di lettura dell’immagine e di conoscenza del linguaggio audiovisivo. Pur non essendo materia curricolare, il cinema ha infatti ormai dignità di materia universitaria, e dovrebbe esserlo anche per l’insegnamento dell’obbligo.
Insomma cinema e scuola formano prima di tutto un’alleanza didattica, un apprendistato estetico e culturale, una proposta che dalle aule si può estendere alla formazione personale dell’individuo. In fondo, il cinema nel ‘900 ha fatto soprattutto questo: aprire nuove prospettive di vita e di pensiero ai suoi spettatori, ovunque essi si trovassero. È stato ed è una scuola di vita.
E in queste settimane in cui tutta Italia sta tornando in classe, dopo i tanti patimenti dovuti alla pandemia, l’ausilio dei film dovrebbe ulteriormente rafforzarsi, specie per generazioni che sono sottoposte a un bombardamento di immagini digitali che rischia di non avere più gerarchie, né poesia.
QUANDO IL CINEMA RACCONTA LA SCUOLA
Non esistono solamente i film proiettati in classe. La storia del cinema è piena di pellicole dedicate direttamente al mondo della scuola. Vale la pena citarne alcune. La più celebre è L’attimo fuggente (1959) di Peter Weir dove uno straordinario Robin Williams interpreta John Keating, forse l’insegnante più amato di tutti i tempi, pur essendo un personaggio di fantasia. In School of Rock (2003) l’età dei ragazzi si abbassa e il docente è decisamente irriverente, ma il valore pedagogico dell’opera risuona forte e chiaro insieme alle note rumorose delle chitarre dei ragazzi. Certo, non sempre il professore si trova una classe facile da gestire, e quante volte abbiamo visto film in cui l’insegnante deve addirittura difendersi da alunni violenti o trovare strategie molto particolari per poter farsi ascoltare? – e qui la memoria corre al cinema americano (Pensieri pericolosi, 1995, con una straordinaria Michelle Pfeiffer, o il piccolo gioiello francese La classe, 2008, di Laurent Cantet). E tacciamo, perché ci fa inorridire, dei terribili casi di stragi perpetrate dagli studenti stessi sui compagni, come raccontato nello straziante Elephant (2003) di Gus Van Sant.
CINEMA SCOLASTICO ITALIANO
La scuola è da tempo al centro del dibattito nazionale, perché sappiamo bene quanto il futuro del Paese sia legato a doppio filo con la formazione delle nuove generazioni. Non esiste nazione che prosperi – economicamente e socialmente – senza un investimento collettivo sulla scuola. Non stupisce quindi che anche il cinema italiano (oltre che la televisione) si sia più volte concentrato sul tema. Nel malinconico La scuola di Daniele Luchetti (1985) la vita degli istituti viene raccontata con grande verità e l’onesta fragilità del professore interpretato dal grande Silvio Orlando è diventata un modello. Più ironico e scanzonato, Notte prima degli esami (2006) cerca di capire le trasformazioni sociali e personali degli studenti di oggi, indagandone riti e miti. In fondo la maturità (come succede nel surreale Immaturi) continua ad essere nella memoria di tutti noi come momento al tempo stesso terrorizzante e formativo, tanto da continuare a sognarlo anche di notte. E anche da noi esistono sacche di disagio ed emarginazione che solo la scuola può emancipare. Pensiamo a Io speriamo che me la cavo (1992), tratto dall’omonimo romanzo di Marcello D’Orta e diretto da Lina Wertmüller, dove Paolo Villaggio eccelle nei panni di un commovente insegnante ligure che, erroneamente trasferito in una scuola elementare di Napoli, si rende conto delle enormi difficoltà dei suoi piccoli alunni provenienti dai quartieri meno fortunati e cerca di recuperarli uno a uno. Istituzioni e cittadini avrebbero molto da imparare dai film sulla scuola allo scopo di progettare un futuro migliore per i nostri ragazzi.