Il Museo Hermann Nitsch: il segno che sopravvive al maestro
“Il mondo, l’essere, ci permette in ogni attimo di rinascere (ci fa anche morire).”
Hermann Nitsch
Morto lo scorso 18 aprile, Hermann Nitsch – nato a Vienna nel 1938, autore delle azioni Orgien Mysterien Theater e tra i massimi esponenti dell’Azionismo Viennese – continua a vivere e a rinnovare la sua opera in un Museo a lui dedicato, voluto dal suo amico e mecenate Giuseppe Morra.
Il Museo Hermann Nitsch, al quale lo stesso artista ha contribuito nell’ideazione e curatela, è stato inaugurato nel 2008, l’anno successivo all’assegnazione del primo museo intitolato a Nitsch, quello di Mistelbach, a pochi chilometri dal castello di Prinzendorf, sede di lavoro del maestro in Austria. Il Museo napoletano custodisce la collezione di Giuseppe Morra composta di tutte quelle opere che Nitsch ha realizzato, anche grazie al mecenatismo di Morra, in un arco temporale che comprende quasi tutto il periodo di attività dell’artista: dal 1974, anno in cui Morra e Nitsch si sono conosciuti, al 2020, anno dell’ultimo riallestimento. Fin dalla sua ideazione, Morra e Nitsch hanno condiviso la visione del progetto museale che prevedeva un’esposizione biennale al fine di far circuitare, e rendere quindi periodicamente visibile, tutta l’enorme collezione del museo. La mostra ora in corso “Sinfonia Napoli” è quindi l’ultima visionabile cui ha preso parte lo stesso maestro. Essa include opere inedite come i “Relitti d’azione”, realizzati da Hermann Nitsch nel 2018 per il decennale del museo, e le nuove opere pittoriche prodotte in residenza a Napoli nel 2020. L’azione pittorica di tre giorni 85.malaktion ha generato dodici tele nelle quali è celebrata la vita attraverso l’esaltazione dei colori. Nitsch dipinge replicando le azioni rituali del Teatro delle Orge e dei Misteri per rendere visibile “il verificarsi eccessivo, creativo, furioso dell’essere, così come la calma vegetativa” (Hermann Nitsch). Durante quella permanenza egli ha anche diretto la 158.aktion, il cui svolgimento si è accentrato attorno alla monumentale Stiertrage (barella per toro) ospitata nella sala centrale. L’allestimento prende il titolo dalla partitura musicale scritta dallo stesso Nitsch appositamente per la nuova azione napoletana, come omaggio a Napoli e a Giuseppe Morra.
Missione del “Museo Hermann Nitsch Archivio Laboratorio per le Arti Contemporanee” non è però solo la conservazione e l’esposizione. In linea con la filosofia dell’artista – col quale Giuseppe Morra ha mantenuto un sodalizio personale e culturale fin dal 1974, rappresentandolo prima con la galleria Studio Morra e poi come mecenate con la Fondazione Morra – l’intento è difatti quello di far germogliare l’opera di Nitsch in un tessuto culturale fertile e molto vicino alla sua poetica. La città di Napoli è per sua millenaria vocazione una città di miti, incroci di culture e sperimentazioni; chi l’ha visitata almeno una volta ha respirato quell’aria di performance teatrale che pervade ogni strada. Vienna e Napoli, due città agli antipodi, si ritrovano quindi in quel principio, molto caro a Nitsch e molto vivo nell’animo partenopeo, dell’unione degli opposti, che è da sempre ritenuto dal maestro il capolavoro della vita. Hermann Nitsch aveva scelto questa come sua seconda casa e non poteva che essere qui il suo secondo museo.
La sede del museo è all’Avvocata, un quartiere popolare in pieno centro città con caratteristiche di degrado urbano. Questa scelta è funzionale al progetto Quartiere dell’Arte, mediante il quale la Fondazione Morra si propone di stimolare la riqualificazione sociale attraverso la cultura e lo stimolo artistico. Oltre al museo Nitsch, infatti, nel quartiere limitrofo di Materdei, ha luogo Casa Morra sede della collezione Morra, una delle collezioni di arte contemporanea più grandi della città. Entrambe le strutture organizzano e promuovono numerose residenze per artisti in sinergia con altri attori nazionali ed internazionali, sul modello delle metropoli europee che contemplano aree urbane a forte dinamicità sociale e progettuale, nella visione di città come infrastruttura complessa atta a produrre reti.
In quest’ottica segnaliamo che la fondazione Morra è stata promotrice e organizzatrice del progetto artistico “Sette Stagioni dello Spirito” di Gian Maria Tosatti curato da Eugenio Viola, realizzato a Napoli tra il 2013 ed il 2016. L’opera ha messo in atto, con la partecipazione attiva degli abitanti, sette installazioni ambientali in monumentali edifici dismessi, al fine di ridefinire il rapporto fra arte e comunità.
Nel caso del Museo Nitsch le residenze riguardano prevalentemente le pratiche performative che ne sfruttano lo spazio permettendo agli artisti di respirare e lasciarsi ispirare dalle forti vibrazioni che le opere di Nitsch emanano. Lo scorso settembre 2021 si è tenuta la residenza The Art of Remembering rivolta ad artisti internazionali e napoletani in collaborazione con il collettivo newyorkese The Rabbit Hole e la napoletana E-M Arts.
Il museo, quindi, oltre a custodire la Collezione, si dipana in numerosi settori: il Centro di Documentazione, Ricerca e Formazione, si occupa dell’implementazione informatica di testi sull’arte del XX e XXI secolo, promuove indagini mirate e di alto livello scientifico per lo studio storico-artistico e cura rapporti di collaborazione con altri centri di ricerca sia in Italia che all’estero; la Biblioteca-Mediateca si occupa dell’archiviazione dei testi; il Dipartimento per il Cinema Sperimentale Indipendente, riunisce i materiali video delle Azioni di Nitsch e promuove la diffusione del cinema indipendente; l’Audioteca di Musica Contemporanea, con documentazione dal 1940 ai nostri giorni, programma concerti ed eventi; la Sezione Educativa, destinata a docenti e studenti di scuola secondaria, università ed enti di formazione, organizza seminari di alto profilo.
La prossima masterclass sarà realizzata tra giugno e luglio del 2022 a Melpignano (LE) dal Teatro delle Bambole in collaborazione col museo e si baserà sul testo di Hermann Nitsch, “Edipo Re. Una teoria di rappresentazione del dramma” del 1964.
Evidenziando nessi profondi di consistenza antropologica e mettendo in atto la lezione dell’artista, il Museo Hermann Nitsch si propone come territorio diversificato di progettazione e riflessione attorno all’essenza stessa dell’Arte e a sostegno degli artisti. Hermann Nitsch attingeva alle scoperte freudiane della psicoanalisi e ai miti archetipici per liberare, attraverso il rituale tragico, l’uomo contemporaneo anestetizzato. Proseguendo l’opera del maestro e di quel periodo di ricerca artistica caratterizzato dalla partecipazione performativa, di cui Nitsch è stato protagonista, il museo tiene vivo quell’impulso che ha portato ad una visione di opera d’arte totale che esce dagli spazi dedicati ed entra nel tessuto sociale come elemento attivo di consapevolezza.