I Parchi d’Arte per celebrare l’inizio dell’estate
5 destinazioni per non mandare l’arte in vacanza.
Pubblici o privati, biennali o permanenti, semplici giardini di sculture o format per installazioni site-specific, il fenomeno dei parchi d’arte è balzato all’attenzione solo negli ultimi anni, ma non è un filone che spunta dal nulla. Complice il trascorso pandemico, queste realtà rispondono a una serie di questioni di consapevolezza ambientale sempre più diffuse e condivise anche nel comparto dell’arte. Abbiamo selezionato qui 5 esperienze da vivere all’aria aperta che mostrano come si è evoluta questa tendenza. Ma prima vi forniamo alcune coordinate per collocare tale pratica in un ambito storico-artistico.
Il rapporto arte e natura, un viaggio cominciato qualche tempo fa…
Si potrebbe partire dal Parco dei Mostri di Bomarzo (VT), realizzato tra il 1560 ed il 1585, che, pur inserendosi nella cultura architettonico-naturalistica dell’epoca, ne acuiva la vena grottesca differenziandosi dai giardini all’italiana. La tradizione artistica occidentale – passando per la pittura paesaggistica seicentesca, il Romanticismo Tedesco, l’Impressionismo e arrivando alle Avanguardie Storiche – ha progressivamente emancipato la natura come soggetto autonomo dell’opera d’arte. Correnti come il Dadaismo, all’inizio dello scorso secolo, hanno contribuito alla “liberazione” delle opere trasferendole all’esterno dei luoghi deputati. È arrivata poi la Land Art americana degli anni ’70, primo vero movimento che, non solo, pone la natura come ambientazione dell’opera, ma ne utilizza anche i “materiali”, nonché le forme e l’estetica, per renderla veicolo del messaggio artistico. Intorno alla metà degli anni ’80 si è cominciato a parlare, poi, di Art in Nature e Arte Ambientale.
I parchi d’arte oggi
Negli ultimi anni, la presa di coscienza ecologista di una fetta del comparto dell’arte vede impegnati tutti gli attori – dagli artisti agli organizzatori, dalle amministrazioni ai fruitori – in uno sforzo di sostenibilità ambientale. Questa tendenza coinvolge anche le accezioni di carattere socioculturale. Spesso, infatti, questi contenitori si collocano in località ritenute marginali, ma che tramandano invece patrimoni immateriali fatti di culture, tradizioni, mestieri. Inoltre, smantellano l’aspetto mondano di un’arte d’élite e riportano l’osservatore al centro dell’esperienza: quest’ultimo scopre, insieme alle opere, luoghi paesaggistici, di memoria storica e naturalistica inaspettati. Il concetto glocal, implicito in questo genere di parchi d’arte, diventa alternativo al sistema globalizzato, il quale durante la pandemia aveva mostrato le sue incrinature.
1. Il Grande Cretto di Gibellina di Alberto Burri, nella Valle del Belice (TP)
Era il 1985 quando Burri, rispondendo all’appello dell’allora sindaco Ludovico Corrao, coprì le rovine di Gibellina vecchia con una colata di cemento che ripercorreva le vie del paese e ingabbiava le macerie in grandi blocchi, a memoria delle case e della vita che sorgevano in quel luogo, prima di essere raso al suolo dal terremoto del Belice del 1968. Con una superficie di 80 mila mq è una delle opere d’arte più estese al mondo ed è ritenuta la prima opera di Land Art in Italia. È un monumento che, nell’idea dell’artista, doveva non solo custodire memoria, ma anche negare alla morte l’ultima parola. Oggi il Grande Cretto spicca a chilometri di distanza nella campagna trapanese e dal suo interno si ha l’impressione di solcare un luogo mistico.
2. Fiumara d’Arte a Castel di Tusa (ME)
Si rimane in Sicilia, percorrendo gli argini del fiume Tusa, per accedere ad uno dei parchi più grandi in Europa. Fu ideato dal mecenate Antonio Presti nel 1982 quando, alla morte del padre, chiese allo scultore Pietro Consagra di realizzare un monumento funebre da donare alla collettività. Oggi Fiumara d’Arte conta 12 installazioni site-specific e ospita artisti come Tano Festa, Hidetoshi Nagasawa e Italo Langredini, che hanno contribuito a realizzare uno dei parchi più suggestivi a livello europeo ispirati alla Land Art.
3. Arte Sella, boschi della Val di Sella, Borgo Valsugana (TN)
Uno tra i primi progetti di Land Art sulle Dolomiti italiane è stato avviato nel 1986 a opera di tre privati: Enrico Ferrari, Emanuele Montibeller e Carlotta Strobele ed è gestito ancora oggi dall’omonima associazione. La collezione di Arte Sella nel tempo è cresciuta arrivando a contare oggi oltre 60 opere, tra le quali spiccano la Cattedrale Vegetale di Giuliano Mauri (del 2001) e La Trincea della Pace di Michelangelo Pistoletto (del 2017). Arte Sella è anche uno dei primi esempi italiani dove la natura assume il ruolo di musa ispiratrice dell’artista; le opere sono realizzate solo con materiali naturali e vengono lasciate al modificarsi del trascorrere del tempo e dell’habitat in cui si trovano.
4. Arte Pollino, Parco Nazionale del Pollino (PZ)
Con l’obiettivo di promuovere il più grande parco nazionale d’Italia, sul suo versante lucano, dietro la regia delle amministrazioni locali e nazionali – che già a partire dal 2006 avevano coordinato le istanze di operatori e professionisti del territorio – nel 2008 nasce l’associazione culturale ArtePollino. Questa con il supporto di istituzioni già autorevoli in ambito nazionale come Arte Fiera, Cittadellarte, il Castello Di Rivoli, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, il PAN, il MADRE e la stessa Arte Sella, ha dato vita a interventi di artisti di respiro internazionale come Anish Kapoor, Carsten Holler, Giuseppe Penone.
5. SMACH, la Biennale di Arte Pubblica delle Dolomiti, San Martino in Badia (BZ)
Inaugurerà il prossimo 8 luglio 2023 la VI edizione di SMACH, la Biennale che porta la cultura delle Dolomiti in un dialogo contemporaneo. Dieci opere, selezionate tramite un concorso internazionale, si inseriscono in altrettanti siti paesaggistici dei Parchi Naturali Fanes-Senes-Braies e Puez-Odle in Val Badia. Il visitatore è invitato a scoprirli tramite un itinerario di trekking della durata di 4 giorni o scegliendo individualmente i siti da raggiungere. Inoltre, una selezione di opere delle edizioni precedenti è raccolta nel parco Val dl’Ert nel paese di San Martino nei pressi del Museo Ladino, in un’area recuperata da uno stato di abbandono. L’associazione SMACH è stata insignita della menzione al premio Nazionale del Paesaggio 2023.