Guglielmo Castelli: il ragazzo prodigio della pittura italiana
Quando consegue il diploma di secondo livello all’Accademia di Belle Arti di Torino nel 2013, aveva già all’attivo una collaborazione con Vogue, per cui creava raffinate illustrazioni, e il suo lavoro era già rappresentato da una galleria, la Francesca Antonini Arte Contemporanea, di Roma.
Adesso di anni ne ha 34 ed è da poco entrato a far parte del parterre di artisti di una delle più prestigiose gallerie internazionali, Mendes Wood DM, con sedi a San Paolo, New York e Bruxelles.
Una pittura colta e attuale
Il percorso di Guglielmo Castelli, giovane pittore torinese, è costellato di successi che si susseguono l’un l’altro, intercalati nel placido scorrere degli eventi della città sabauda, da dove sono partite le sue avventure e dove tuttora ha il suo studio, battezzato Sweet Baby Motel. Nella periferia nord della città, lontano dagli spazi convenzionali, un rifugio intimo, per creare. Un ex laboratorio per il restauro dei pianoforti, si è trasformato accogliendo le atmosfere evocative dei motel dei film americani, isolati e carichi di storie.
In un mondo che guarda all’ibridazione dei linguaggi e alle sperimentazioni più estreme, il linguaggio di Castelli colpisce per l’attualità con cui utilizza lo strumento pittorico. Figlio di studi scenografici, il suo universo iconografico interroga il rapporto tra spazio interno ed esterno, tra viscere e ambiente, in uno stretto rapporto con la letteratura, la storia dell’arte e il mondo del teatro. Liberate da ogni vincolo, le figure che animano le sue tele scivolano e si sovrappongono a paesaggi sconosciuti, sfidando i confini sfocati del sé e resistendo a distinzioni troppo rigorose tra soggetto e oggetto. Da fluide e ampie, le pennellate si coagulano in fitti nodi che ritraggono malinconia, stupore e meraviglia, mentre i personaggi si fondono in delicati accenti cromatici, sospesi in posture incerte che riflettono una collocazione ambigua nella realtà.
Per Forbes uno degli Under30 più influenti
Un approccio alla materia pittorica così colto e così unico non poteva che portare Castelli a un subitaneo successo: nel 2016 è tra gli Under30 più influenti secondo la rivista Forbes. Per intenderci, è lo stesso anno di Chiara Ferragni, nominata insieme al pittore torinese e alla designer di gioielli Delfina Delettrez, erede della storica casa di moda Fendi.
Ma Castelli non cerca la mondanità, bensì il continuo studio, la dedizione all’arte come unica dimensione di vita.
Da allora il suo lavoro ha viaggiato ben oltre i confini nazionali, arrivando alla Künstlerhaus Bethanien di Berlino, alla Biennale Internazionale d’Are Contemporanea di Melle, alla Foundation Louis Vuitton di Parigi e al Parkview Museum di Singapore nel 2018; alla Fondazione Coppola di Vicenza l’anno seguente, alla 17a Quadriennale di Roma nel 2020. Solo per citare alcune, tra residenze e mostre, a cui ha preso parte.
Se vi state chiedendo quanto valgono le sue opere, e desiderate acquistarne una, è meglio che vi sbrighiate: al momento le carte valgono sui 4.500€, mentre le tele più grandi possono arrivare anche a 35.000€ e le sue quotazioni sono in costante aumento.
Siamo ansiosi di vedere a quali altre mete questo giovane talentuoso, eccellenza italiana nel mondo, giungerà nel prossimo futuro. Certamente la sua pittura continuerà ad affascinarci e a conquistarci.