GPT-3, l’algoritmo che scrive testi (quasi) perfetti. Come funziona e cosa ci riserva l’AI applicata alla scrittura
I fondatori della piattaforma Zulla spiegano come fa l’intelligenza artificiale a creare contenuti che sembrano scritti da un essere umano. E cosa accadrà da qui a qualche anno.
L’acronimo GPT-3 a molti di voi non dirà nulla. Tempo qualche anno e invece si imporrà nel nostro lessico quotidiano, come altre sigle astruse, ma oggi irrinunciabili: GPT-3, che sta per 3 generation Generative Pre-trained Transformer, è infatti il potentissimo algoritmo in grado di produrre testi simili al linguaggio naturale, sfruttando le capacità dell’intelligenza artificiale. Articoli e post che sembrano scritti da un essere umano e che invece sono stati redatti da un computer in una quantità di tempo risibile, attingendo alla grande conoscenza della rete. Per sapere come funziona questo sistema, cosa ci riserva e quali sono i suoi limiti abbiamo intervistato Neder Ghadhab e Mario Petruccelli, i fondatori di Zulla, la più conosciuta piattaforma italiana di IA generativa, applicata alla scrittura di testi.
Cos’è Zulla e qual è la sua genesi?
Neder Ghadhab: Zulla nasce più di un anno fa dall’idea di Mario (Petruccelli) nella startup studio Digitiamo. A Settembre del 2021 la partnership tra SemplifAI e Digitiamo ha permesso a Zulla di crescere e perfezionarsi. Abbiamo deciso quindi di integrarla in SemplifAI e di spostare il core business su questa piattaforma, con l’obiettivo di diventare i leader in Italia e nel mercato spagnolo entro 1 anno. La collaborazione tra me e Mario è proseguita nel migliore dei modi grazie alle competenze complementari (sviluppo e marketing), alla visione e agli obiettivi condivisi da entrambi e da un team di sviluppatori, data scientist, graphic designer e customer care che ci ha permesso di crescere rapidamente e rendere Zulla in meno di 6 mesi quella che è oggi: la migliore piattaforma italiana di IA generativa per la scrittura di testi per articoli di blog, e-book, post social e molto altro.
Zulla, come molte piattaforme simili, si basa sul modello linguistico GPT-3: di che si tratta (in breve)?
Beh, per rispondere velocemente possiamo chiedere a Zulla cos’è GPT-3. Zulla ci spiega: GPT-3 è una delle più grandi innovazioni nel campo dell’intelligenza artificiale. Si tratta di un modello linguistico autoregressivo, basato sullo stato dell’arte dell’apprendimento profondo, in grado di generare testo simile al linguaggio umano. La rete neurale ha dimostrato di essere in grado di compiere quasi tutti i compiti linguistici a cui normalmente si applicano le tecniche di Natural Language Processing (NLP). GPT-3 offre anche funzionalità come l’utilizzo del linguaggio naturale per comporre documenti letterari e informativi completi basandosi solo su un singolo prompt iniziale. L’enorme gamma di applicazioni di GPT-3 lo rende un importante strumento per qualsiasi professionista che lavora con i dati e le informazioni linguistiche.
Quindi Zulla non fa altro che usare GPT-3?
In realtà no. GPT-3 è potente nell’esprimersi in lingua inglese, meno in altre lingue, e inoltre ha una conoscenza piuttosto generalista di molti argomenti. Con Zulla cerchiamo di aumentare lo standard qualitativo del testo generato in diverse lingue (come l’italiano). Questo permette di creare contenuti che siano qualitativamente elevati e ottimizzati per le varie piattaforme di destinazione (blog, social, magazine, e-commerce, ecc.).
Esistono casi particolari in cui la necessità del cliente è quella di avere un tono di voce in linea con la comunicazione della propria azienda, oppure si ha la necessità di utilizzare framework di scrittura particolari, o ancora si richiede conoscenze approfondite su un settore. Ciò che fa Zulla in questi casi è sviluppare una versione personalizzata e su misura, allenando modelli che hanno sempre alla base la tecnologia di GPT-3, ma potenziati da dataset strutturati che rispettino gli standard qualitativi richiesti dal cliente. Questo è un lavoro che va fatto dai nostri data scientist e sviluppatori, con esperti di comunicazione, di social network, di copywriting, e a volte anche con psicologi e università, e permette di creare versioni di Zulla verticalizzate e potenti.
Un sistema come Zulla e gli altri simili a quali fonti fanno riferimento per scrivere un articolo di senso compiuto? Fa una miscela di testi di altre fonti?
Zulla, nella sua versione generalista, attinge al web per acquisire conoscenza. I suoi testi sono al 100% unici e lo si può verificare facendo un’analisi del plagio: le sue conoscenze sono di tipo generalista e quindi non profonde, a meno che non venga espressamente richiesto dal cliente. Immaginate Zulla come un ragazzo che va a scuola e studia tantissimi libri, per poi ripetere a parole sue tutto ciò che ha appreso. Nel caso si voglia una versione verticalizzata di Zulla allora ciò che facciamo è aumentare le sue conoscenze, “mandandolo all’università”.
Quali sono le possibilità di miglioramento che un algoritmo di scrittura “automatica” dei testi potrebbe avere da qui a 5 anni?
Potenzialmente infinite, oserei dire. Vediamo miglioramenti di queste tecnologie ogni giorno. 5 anni nel digitale sono davvero tanto tempo e sono certo che già tra un anno vedremo questi strumenti raggiungere risultati impressionanti.
Quali sono ad oggi i limiti dell’AI applicata alla stesura dei testi complessi?
I limiti dell’AI applicata alla stesura dei testi complessi dipendono dalla precisione e dall’efficacia del modello di linguaggio utilizzato. Attualmente, le grandi reti neurali di linguaggio sono in grado di generare testi complessi che possono essere difficili da distinguere da quelli scritti da un essere umano, ma spesso presentano ancora alcuni errori o incongruenze. Inoltre, l’AI non ha ancora raggiunto la capacità di comprendere completamente il contesto e le sottigliezze della scrittura umana, quindi può avere difficoltà a scrivere testi che richiedono una comprensione profonda del tema o dell’argomento trattato.
E dove invece l’AI è già all’altezza delle aspettative?
Ci sono alcune aree in cui l’intelligenza artificiale sta già superando le aspettative, come nella capacità di riconoscimento delle immagini e del linguaggio naturale. Tuttavia, ci sono ancora molte sfide da affrontare e la tecnologia deve ancora raggiungere un livello di competenza in molti campi per essere considerata all’altezza delle aspettative. C’è ancora molto lavoro da fare prima che possa soddisfare appieno le nostre aspettative.
Cosa riserva il futuro di Zulla?
Questa è una bella domanda. In roadmap abbiamo dei progetti che potrebbe svoltare totalmente il mondo della scrittura automatica per come la maggior parte delle persone la conosce. Ma è ancora troppo presto per parlarne.
E cosa riserva a noi utenti l’intelligenza artificiale nei prossimi anni?
Potremmo vedere un aumento delle applicazioni dell’IA in molti settori, come ad esempio la medicina, l’educazione, i trasporti e la finanza. Inoltre, l’IA potrebbe essere utilizzata per aiutare a risolvere alcuni dei problemi più urgenti del nostro tempo, come il cambiamento climatico e l’accesso a risorse limitate. In generale, l’IA offrirà molte opportunità per rendere la nostra vita più facile, più efficiente e più soddisfacente. Stiamo già assistendo alla nascita di tecnologie a supporto anche della vita lavorativa in ufficio, come assistenti virtuali che sono in grado di svolgere tutte le mansioni fino ad oggi abbiamo svolto noi. Pensiamo a tutta la parte di analisi dei dati ed elaborazione di report con statistiche e previsioni. Altro esempio è l’utilizzo di un “segretario virtuale” dotato di IA e con sembianze umane.
Allo stesso modo, nella sfera privata siamo già circondati da tecnologie che adottano l’intelligenza artificiale per semplificare e migliorare il nostro stile di vita. Pensiamo agli smart speaker come Alexa o Google Home, o all’IA presente nei nostri smartphone. Di sicuro queste tecnologie si evolveranno e miglioreranno la nostra vita in modi che ancora non riusciamo neanche a immaginare.