Fiere d’arte contemporanea: quello che devi sapere prima di andarci
Guida semi completa alle fiere d'arte contemporanea per visitatori non professionisti
L’arte contemporanea è un intricato sistema nel quale interagiscono fattori spesso in apparente contraddizione tra loro. Il modello delle fiere d’arte si è costantemente adattato ai cambiamenti sociali e di mercato e ha acquisito un ruolo catalizzante, non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per gli amatori dell’arte e per quei socialite che vogliono mantenersi aggiornati sulle ultime tendenze. Il calendario fieristico, dopo i vari lockdown, ha ripreso il consueto ritmo. In giro per il mondo si susseguono eventi ai quali prendono parte tutti i professionisti di settore. Il pubblico, apparentemente componente marginale, è divenuto negli anni sempre più attento, presente e interessato.
Ecco una mini-guida con alcune indicazioni per gestire una visita da semi-esperti, smontando al contempo una serie di luoghi comuni.
1. La fiera non è (solo) una mostra-mercato:
Durante una fiera d’arte, il contributo di tutti gli addetti ai lavori – artisti, galleristi, collezionisti (pubblici e privati), art dealer, direttori dei musei, critici, curatori, addetti stampa, case d’asta – confluisce ed interagisce simultaneamente. Nello stesso spazio e nello stesso tempo si innestano le due anime che muovono l’arte contemporanea: quella culturale, della ricerca artistica, e quella commerciale, degli scambi e del collezionismo. Questi due sistemi sono da sempre intrecciati in un modello formalmente contraddittorio, ma che si alimenta vicendevolmente.
2. Le fiere non sono (solo) un contenitore in tournée:
Le fiere non sono tutte uguali, nel tempo si sono distinte per target specifici. Si parte da quelle internazionali che presentano nomi autorevoli e si rivolgono ad un pubblico globalizzato (alcune tra le più prestigiose sono: Art Basel, Fiac, Frieze, Artissima), per arrivare a quelle locali che attingono e si rivolgono ad un’utenza di prossimità. Passando da un opposto all’altro si attraversa una variegata gamma di modelli: quelle dedicate alla sperimentazione, quelle che accolgono gli artisti senza intermediari, quelle che seguono una linea curatoriale, quelle che mixano contemporaneo, moderno o design, etc… Spesso accade che tipologie diverse convivano come fiere collaterali di quelle più attrattive.
3. La fiera non è (solo) l’evento all’interno di un padiglione:
Spesso le fiere sono veicolo di marketing culturale per le città in cui hanno luogo, dove infatti, sempre più di frequente, vengono organizzate vere e proprie settimane dell’arte. Enti pubblici e privati collaborano per offrire un’agenda con il meglio delle proposte annuali: appuntamenti coordinati, mostre, inaugurazioni e rassegne, sono spesso imperdibili eventi speciali.
4. La fiera non è (solo) per ricchi collezionisti:
In base al modello fieristico in cui sono esposte, le opere in vendita offrono un ampio ventaglio di prezzi: dai maestri storicizzati, fino agli artisti locali meno conosciuti. È utile informarsi prima sulla tipologia di opere disponibili in ogni fiera, in modo da scegliere preventivamente quelle più idonee al proprio portafogli. Per i neofiti del collezionismo è anche consigliabile non seguire solo il gusto personale, ma informarsi sul curriculum di un artista: la sua età, le eventuali pubblicazioni, partecipazioni a mostre istituzionali, premi e residenze.
5. La fiera non è (solo) un evento mondano:
Per gli organizzatori un’inaugurazione gremita è sinonimo di successo, ma per un visitatore interessato ad ammirare le opere sicuramente non è quello il momento più idoneo, poiché la folla ne inquina la lettura. I professionisti di settore e i collezionisti, infatti, partecipano a una “preview”, evento ad accesso esclusivo, su invito dell’organizzazione. Per avere la visuale sgombra e per trovare gli espositori più disponibili a scambiare qualche parola, sarebbe opportuno programmare la visita nei giorni successivi all’inaugurazione, evitando possibilmente il pomeriggio-sera. Inoltre, talk, presentazioni, incontri, rassegne video, performance e approfondimenti tematici fanno spesso parte dell’offerta, la partecipazione è inclusa nel biglietto d’ingresso. Si può quindi scegliere il giorno di visita anche in base all’agenda di questi appuntamenti.
6. Non è (tutto) oro quello che luccica:
Nelle fiere ci si imbatte in un susseguirsi di lavori artistici scorporati dal contesto e dalla ricerca dell’autore, affiancati l’uno all’altro necessariamente senza criterio didascalico. Un occhio poco allenato difficilmente potrà comprendere in toto l’opera di un autore nella frenesia estetica a cui è sottoposto. Per questo è importante, non solo non lasciarsi sedurre solo dall’aspetto accattivante dell’opera, ma soprattutto stilare preventivamente un programma di visita, appuntandosi le gallerie o gli artisti ai quali si è maggiormente interessati e lasciando, a quando si è un pochino più stanchi, il tempo per girovagare liberamente e farsi stimolare da nuove scoperte.
7. La fiera non è (solo) una passeggiata:
Scarpe comode, piantina per orientarsi, block-notes per prendere appunti e cellulare per scattare foto. Le foto saranno indispensabili per costruire un album e scoprire man mano il proprio gusto, ricordandosi di prendere uno scatto della didascalia, per non confondere in seguito gli autori. Solitamente, senza flash è consentito scattare foto alle opere esposte, ma in caso di dubbio, il personale allo stand gradirà dare cordialmente il consenso a seguito di una gentile richiesta.
8. La fiera non è (solo) fisica:
Durante i lockdown molte fiere si sono strutturate per esporre online le opere delle gallerie partecipanti. Una volta tornate in presenza, molte di esse hanno mantenuto tale strumento, alcune creando dei cataloghi consultabili da remoto delle opere esposte, gallerie per galleria, altre, invece, hanno creato delle sezioni specifiche dedicate ad opere di arte digitale. Il sito della fiera è la porta di accesso anche a queste sezioni.