Arte e Cultura
Do you speak english? Parlare inglese per volare verso il futuro
Di
Gian Luca Bianco
Ho scelto di me una fotografia non posata, perché considero l’imprevedibilità della vita la sua anima fondamentale.
Mi preparo molto, amo studiare, mi piace approfondire qualunque argomento che riguarda l’essere umano, le relazioni con l’insieme e con la natura. Sono sfacciatamente curioso di ogni espressione artistica, scientifica, tecnologica, filosofica, creativa e allo stesso tempo mi piace dimenticare ogni cosa appresa per immergermi nell’esistenza e vivere in libertà lasciandomi sorprendere e cercando di cogliere le opportunità che mi raggiungono. Sono regista, un’etichetta che vuol dire tutto e nulla, mi piace pensarmi essere umano di passaggio sulla terra insieme ad altri 7 [...]
Oggi un percorso di crescita personale, culturale, creativo non può escludere la conoscenza della lingua inglese come strumento fondamentale ad allargare i propri orizzonti, intraprendere nuovi rapporti ed entrare in contatto con popolazioni nuove e tradizionalmente lontane dal nostro tessuto sociale.
Conoscere la lingua inglese è necessario in ogni ambito professionale
Conoscere l’inglese significa quindi abbattere quella barriera comunicativa che ostacola la crescita personale e si ripercuote in maniera decisiva anche sulla vita professionale individuale e collettiva, fatta di relazioni interpersonali, di terminologie tecniche, di documentazione, di didattica e quanto altro.
Conoscere la lingua inglese è ormai non solo fondamentale ma necessario in qualsiasi ambito professionale: dalle banche alle aziende turistiche, dalla redazione editoriale alle attività educative, dalle pubblicazioni scientifiche alle start-up, alla cultura, le aree di occupazione sono molteplici e immerse nell’inglese, basti pensare solo a ciò che circola in rete.
Conoscere la lingua inglese è ormai non solo fondamentale ma necessario in qualsiasi ambito professionale: dalle banche alle aziende turistiche, dalla redazione editoriale alle attività educative, dalle pubblicazioni scientifiche alle start-up, alla cultura, le aree di occupazione sono molteplici e immerse nell’inglese, basti pensare solo a ciò che circola in rete.
Ho notato che spesso viviamo in maniera claustrofobica nella nostra nazione come se fosse il centro del mondo, come se non esistesse null’altro al di fuori dei confini, diventando più provinciali a livello globale, in un’era dove tutto è unito, noi siamo separati.
Questa sorta di “isolamento” di conoscenza parziale del mondo contemporaneo è la conseguenza del fatto che leggiamo, scriviamo, ascoltiamo poco l’inglese, siamo viziati da tutto ciò che ci viene tradotto vivendo in un imbuto di informazioni tradotte che sono una piccola parte di ciò che accade nel mondo.
Questa sorta di “isolamento” di conoscenza parziale del mondo contemporaneo è la conseguenza del fatto che leggiamo, scriviamo, ascoltiamo poco l’inglese, siamo viziati da tutto ciò che ci viene tradotto vivendo in un imbuto di informazioni tradotte che sono una piccola parte di ciò che accade nel mondo.
L’inglese permette di accedere a tutto quel mondo che corre velocemente verso il futuro
Le idee, le innovazioni, la creatività che ci piaccia o meno parlano inglese. In Silicon Valley o al MIT si parla inglese, in Europa, in Asia, India, in Africa, nelle aziende si parla inglese, è la lingua convenzionale che collega scienza, filosofia, arte, business. Comprendere al meglio l’inglese permette di accedere a tutto quel mondo che corre velocemente verso il futuro. Non sto dicendo che questo sia l’unico modo ma certamente è quello più veloce per colmare il gap e produrre il nostro futuro, permettendo alle nostre idee di muoversi e per conseguenza essere seminati dalla idee più innovative, un’andata e ritorno che costruisce ponti per le idee migliori.
Dobbiamo studiare, leggere, ricercare in inglese. La vecchia Europa attraversa una crisi dovuta alla sua eccessiva immobilità, alla sua eccessiva burocrazia, alla sua eccessiva incapacità di ricezione dell’innovazione; siamo diventati incapaci di cambiare pelle, di cambiare punto di vista, di vivere con leggerezza e spirito fanciullesco e di rinnovare la visione stessa dell’Europa.
Questo va a discapito dell’innovazione prima di tutto culturale portandoci sempre più verso una periferia che è l’anticamera del declino. Per riuscire a scardinare questa mentalità è necessario muoversi, lasciarsi ibridare da nuove idee, non dare nulla per scontato, rimettersi in discussione con coraggio, con libertà, con passione, con speranza, con spirito di coesistenza per superare anche gli ostacoli più ostici.
Imparare l’inglese è utile anche a livello professionale: ci permetterà di scoprire in maniera più rapida nuove conoscenze grazie alla rete
Imparare una lingua straniera, come hanno ben compreso gli asiatici, è sicuramente un’arricchimento personale e professionale, lo hanno definito “la chiave del successo” e può rivelarsi utile a trovare qualsiasi impiego sia in Italia che all’estero, sia stagionale che a tempo indeterminato, ma soprattutto ci può permettere di rintracciare in maniera rapida attraverso la rete, attraverso i media le idee più innovative ed integrarle al nostro modo di pensare, innescando così un meccanismo virtuoso che potrà giovare a chiunque.