Cose che succedono la notte di Cameron – L’accettazione dei nostri difetti
Per decenni, Peter Cameron ha raccontato le frustrazioni e le complicazioni nate dal desiderio e dai non detti, ritraendo personaggi alla ricerca di una connessione tra di loro. È quanto accade anche in Cose che succedono la notte, uscito in Italia in contemporanea agli Stati Uniti, che racconta la storia alienante di una coppia senza nome, giunta in un Paese altrettanto anonimo del nord Europa per adottare un bambino. È un mondo di ombre, dall’oscurità della foresta in cui sorge l’albergo dove soggiornano ai suoi corridoi bui, popolati da individui fuggiti da qualche opera di Lucio Fulci, e tu vivrai nel terrore, dalla prima all’ultima pagina. Grazie alla prosa di Cameron, precisa, analitica, che descrive ogni ambientazione dall’interno dei personaggi tramite percezioni; tanto che non c’è alcuna virgoletta a evidenziare l’inizio di un discorso diretto.
E non mancano equivoci o inganni in questo grande romanzo in cui Peter Cameron sfiora l’assurdo, con un ritmo incalzante nel pieno del nero della notte che ricorda quello di Poe, di Kafka e di Mann. Lontani dai contorni postminimalisti di Un giorno questo dolore ti sarà utile, Cameron conduce i suoi lettori in un’avventura in cui le atmosfere sospese e un’angosciante ambientazione gotica prendono forma pagina dopo pagina.
Gli eventi si svolgono spesso fuori dalle parole, accadono sempre di notte e nelle stanze senza luce per aumentare la sensazione di irrealtà, o evidenziare la presenza perpetua di un pericolo. «Dobbiamo ricordare che ci siamo tutti persi», dice l’anziana cantante dell’hotel, Livia Pinheiro-Rima, ci sono zone d’ombra che abbiamo provato a dimenticare, «ma viviamo in un periodo buio. Nessuno riesce a trovare la propria strada. Tutti armeggiano alla cieca, come quei piccoli animali sotterranei che vivono di notte e si spingono attraverso la terra fredda e umida, sperando di incontrare qualcosa di buono». Attraverso quel dosaggio di sospensione fra il detto e il non detto, fra consequenzialità e dissonanze, fra logica degli eventi e loro deragliamento, che si configurano come deviazioni mai repentine, e tuttavia sufficienti a determinare la tensione di un disagio, che è il vero motore di ogni racconto dello scrittore americano, Cameron racconta la storia di tutti nelle nostre mancanze. Come accadeva in Tony e Susan di Austin Wright, da cui è stato tratto il film Animali Notturni di Tom Ford: analizzandoci nei nostri difetti, con cui dobbiamo solo imparare a convivere.