Concerti al cinema: ecco perché il pubblico li apprezza
L’uscita di Billie Eilish Live at the O2, il 27 gennaio e BTS: Yet to Come in Cinemas l’1 febbraio ci ricordano quanto negli ultimi anni si siano moltiplicate le proiezioni nelle sale cinematografiche di concerti, pop principalmente, ma non solo. L’esperienza del grande schermo è paragonabile a un live? E per quale ragione il pubblico sembra premiare questa particolare scelta?
Al cinema? Non solo film
Andare al cinema, ma non per vedere un film. Oggi li chiamano “contenuti alternativi”, ma non è certo qualcosa di nuovo. Negli anni Cinquanta, non era raro che i cinema ospitassero la proiezione del quiz televisivo Lascia o raddoppia? condotto da Mike Bongiorno, per ovviare alla mancanza del televisore nelle case di tanti italiani. E ancora prima, negli anni Venti e Trenta, le sale ospitavano dei serial, antesignani delle serie TV di oggi, con appuntamenti cadenzati ogni settimana. Non stupisce, quindi, che anche in epoca contemporanea i cinema diventino un luogo adatto per proporre tanti diversi prodotti, tra cui visite virtuali alle mostre d’arte, documentari sulla cultura popolare, opere liriche e tanto altro ancora – tra cui i concerti (da non confondere con i documentari sul rock, che anch’essi funzionano molto bene, ma appartengono a un’altra categoria).
Bisogna però distinguere tra le dirette di un concerto che sta avvenendo altrove, distribuito via satellite in una nazione o nel mondo intero, e le riprese di un concerto che viene poi montato e proposto in seguito.
Il valore aggiunto del palco
Nel caso di una diretta vera e propria, la scelta viene fatta per accontentare i fan di un artista davvero importante, senza il rischio di deprimere la vendita dei biglietti. È stato il caso epocale di Vasco Modena Park, il mega-raduno del 1 luglio 2017 che fu proiettato in 47 multisale in contemporanea e vide una partecipazione di massa (sia all’Autodromo sia davanti al grande schermo). Lo stesso concerto, corredato di backstage, interviste, interventi di montaggio, fu poi riproposto come Vasco Modena Park – Il film e possiamo usarlo come esempio della seconda categoria (che peraltro ha illustri predecessori negli anni Sessanta con i film-concerto dedicati a Woodstock o L’ultimo valzer di Martin Scorsese).
Ora, invece, tocca a Billie Eilish mostrare la forza trainante della musica pop internazionale, con Billie Eilish Live at the O2, un evento ripreso a Londra in 4K con audio Dolby Atmos, quindi con un apparato audiovisivo di potenza inaudita. Si tratta di un mix di vari concerti che la cantante ha tenuto a giugno 2022 nella capitale britannica, che vengono esaltati da un particolare lavoro di postproduzione.
La stessa strategia è stata seguita da un altro gruppo che arriverà nelle sale il 1°febbraio, i coreani BTS (a proposito della globalizzazione dei linguaggi musicali nell’epoca delle piattaforme globali come Spotify). Il loro BTS: Yet to Come in Cinemas proviene dalle immagini raccolte durante il concerto registrato a ottobre a Busan, in Corea del Sud. Gli idoli RM, Jin, SUGA, j-hope, Jimin, V e Jung Kook sono ormai talmente conosciuti anche in Italia da meritare una distribuzione in sala. Chi l’avrebbe detto prima del nuovo millennio, quando sembrava che gli ascoltatori italiani potessero solo ascoltare autori nazionali o anglo-americani?
Questione di experience
Il fatto stesso che questo particolare genere di evento cinematografico stia avendo successo dimostra che c’è una forte domanda da parte degli appassionati. Chi pensava che fosse tutta colpa del Covid quando (per ovvi motivi) persino i concerti venivano organizzati in teatri vuoti e venduti su Internet per una triste fruizione casalinga, si sbagliava. Del resto, il ragionamento è più intuitivo di quanto si possa pensare: anche in una sala cinematografica siamo circondati di persone, viviamo una experience forse vicaria ma non così lontana dal live, possiamo cantare tutti insieme senza preoccuparci di infastidire il vicino, e per di più godiamo di una postazione privilegiata, mentre ai concerti può capitare di essere lontani, scomodi, schiacciati e con poca visibilità.
Certo, qualunque fan di un artista o di una band vi dirà che essere “lì e ora”, a un concerto dal vivo, non può essere paragonato a nessun tipo di fruizione a distanza. Eppure, il concerto in sala ha un suo perché, soprattutto da quando le tecnologie hanno permesso di poterlo vedere in diretta o in differita di pochi mesi.