Come sentirsi insieme a Natale anche se in lockdown
“Regole di Natale, ecco chi possiamo vedere”. Quello della Bbc è solo uno dei tanti titoli di articoli relativi all’opportunità o meno di incontrare i propri cari durante le feste, soprattutto i parenti più anziani e quindi fisicamente più a rischio. E quindi se vivi da solo e hai i genitori fuori Comune, dovrai preparare la lasagna e il cappone solo per te, se, peggio ancora, genitori e fratelli abitano in un’altra Regione, l’ultimo dell’anno anziché il trenino farai al massimo la locomotiva. Tra ipotesi di Governo, deroghe, dibattiti, discussioni, Comune sì Comune no, nonna sì nonna no (il decreto vieta gli spostamenti tra le Regioni dal 21 dicembre al 6 gennaio, ammesso e non concesso che, secondo le parole di Conte, prima di Natale tutta l’Italia diventerà gialla, nulla vieta di raggiungere i genitori il 20 dicembre), ci sono altri modi in cui potremmo sentirci vicino anche a chi è lontano.
Il primo, la cara vecchia telefonata, il più antico modo per sentirsi insieme, come un’assistenza emotiva per chi chiama e per chi risponde, da fare magari più spesso sotto le feste. Un altro modo potrebbe essere quello di continuare a portare avanti le tradizioni, anche quelle più piccole, nonostante si sia concretamente distanti. Un buon metodo potrebbe essere quello di provare a cimentarsi nelle stesse specialità gastronomiche della mamma a cui si sarà preventivamente chiesta la ricetta e la spiegazione di ogni minimo passaggio – c’è da ricordare comunque che il Viminale chiarisce che tra le ragioni di necessità per cui è permesso spostarsi rientrano anche le visite ai parenti non-autosufficienti per fornire loro assistenza, come i nonni che vivono da soli. Oppure cambiare totalmente, perché festeggiare da soli o con solo un ristretto nucleo familiare potrebbe voler dire essere solo un po’ più creativi.
A questo proposito, nonostante deviare dalle tradizioni familiari consolidate potrebbe fare paura, se non addirittura essere percepito dalla nonna come una dichiarazione di guerra e rattristarci, potremmo utilizzare questo momento per sperimentare nuove abitudini, ricette, attività. Se dovessimo passare le feste con i coinquilini o con amici che normalmente non vedremmo in queste circostanze, potremmo scambiarci le tradizioni di famiglia, non importa se non sono adatte alla festività che stiamo festeggiando.
E poi non va trascurata la festa virtuale, nel caso la si volesse organizzare (potrebbe essere utile per cucinare insieme,) rispetto a una in presenza. Dovremo assicurarci che qualcuno che se ne intende veramente e che abbia tempo, pazienza e capacità organizzative faccia da “padrone di casa” (e che per questo riceva ampie lodi, gratitudine e aiuto). Certo, l’affaticamento da Zoom è una cosa seria, lo facciamo già al lavoro. Potremmo quindi utilizzare questo tempo per riposarci e basta, magari saremo anche riusciti a vedere le persone che amiamo prima del momento in cui ci sarà impossibile spostarci, magari le abbiamo solo sentite ma lo abbiamo fatto tanto e con il cuore. E quindi andrà bene alzarsi, mangiare qualcosa, telefonare, vedere un bel film, passerà anche questo momento.