Centodieci è Arte: le fotografie di Irene Kung a Mestre e a Palazzo Biandrà
Fino al 9 gennaio, presso le sedi di Banca Mediolanum di Palazzo Biandrà a Milano e in via Calle del Sale 19 a Mestre, in collaborazione con CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia e con Alessia Paladini Gallery, sarà possibile visitare due mostre firmate Irene Kung. L’artista di fama internazionale, nota per i suoi scatti capaci di immortalare lo spirito dei luoghi, nasce e coltiva la sua passione artistica in Svizzera dove, dopo aver studiato pittura, scopre e sviluppa la passione per la fotografia.
«Immagini sospese nel tempo e nello spazio, visioni evanescenti sottratte al loro contesto che, superando la realtà, entrano a far parte di una dimensione onirica».
A riconoscerne il talento sono le più famose testate internazionali come “AD”, “The Sunday Times Magazine” e “The New York Times Magazine”, e nel 2013 il suo libro “The Invisible City” vince il premio PDN Photobook. Numerose sono le esposizioni che hanno dato la possibilità al pubblico di osservare il mondo attraverso l’obiettivo di Irene. Nel 2015 per il progetto EXPO Milano l’artista dà vita ad una serie di fotografie di alberi da frutto per il “Cluster della Frutta e Verdura” mentre nel 2019 in occasione dell’Art Edition Porsche 911 prende forma la mostra “Timeless Machine” a Gstaad, un progetto artistico in grado di comunicare attraverso un ricercato linguaggio visivo, una vera e propria icona di stile: “Le mie immagini raccontano una storia, stimolano la fantasia. Puoi guardare l’immagine e indovinare cosa sta succedendo, come se fosse una scena di un film”.
“Visioni” a Palazzo Biandrà
Le mura dello storico palazzo costruito nel 1900 dall’architetto Luca Beltrami, sede di Banca Mediolanum, ospitano una personale dell’artista che raccoglie la serie dei suoi scatti più noti, quella dedicata alle grandi città del mondo. A legare le fotografie dei panorami urbani della Kung è una chiave di lettura ben precisa: la capacità di riappropriarsi dello sguardo. Luoghi ed edifici, i veri protagonisti della vita cittadina, da sempre costituiscono quel contorno visivo che molto spesso dà forma alle nostre giornate. Irene Kung punta i riflettori su quattro luoghi simbolo di Milano: la Stazione Centrale, il Duomo, la Scala e la Torre Velasca.
Nelle fotografie dell’artista l’immagine si spoglia di qualsiasi riferimento ordinario per trasformarsi in un’apparizione fantastica, un’autentica visione. L’ingrediente esterno, che invita oggi più che mai alla riflessione e che indaga il rapporto tra uomo e natura, ha le forme di un albero. L’elemento naturale funge da collante narrativo evidenziando la necessità umana di coesistere tra ciò che crea e ciò che è creato.
Dallo Younnan, al Tibet fino a Mestre
Seguono, invece, una differente linea narrativa le opere esposte nella sede veneta di Banca Mediolanum. S’intitola Visioni dallo Yunnan e dal Tibet il ciclo di opere dedicato all’Estremo Oriente che coinvolge lo spettro emotivo di ognuno di noi in un percorso che unisce Occidente e Oriente. L’artista, attraverso l’utilizzo del colore conferisce alle sue immagini la dimensione dell’apparizione, portando alla luce la stessa sorpresa provata dai primi viaggiatori Occidentali di fronte ai paesaggi e alle architetture della cultura Orientale. Un tema importante quello indagato da Irene, che si sofferma sulla necessità di osservare le tracce di una cultura differente dalla propria. Per farlo l’obiettivo si stringe sulle immagini sospese nel tempo che, come visioni evanescenti, superano la realtà.
Forme e colori prendono corpo in un linguaggio visivo onirico, che pone l’artista davanti ad una riflessione alla ricerca del significato stesso di esperienza emotiva:
«il tentativo di generare un nuovo significato a partire dalle percezioni di un’esperienza emotiva, è un’astrazione che mi conduce dalle zone più in ombra della dimensione meditativa, fino agli spazi inconsci dell’anima».
Le inquadrature della Kung hanno la sorprendente capacità di far emergere i soggetti dall’oscurità esprimendo, attraverso un gioco di luci e ombre, una vicinanza stilistica con il Rinascimento pittorico italiano. Nuove prospettive si aprono davanti ai suoi lavori che giocano stimolando l’attenzione di ognuno di noi su tematiche quali l’equilibrio tra uomo e natura e l’inquietudine della solitudine urbana/umana, un connubio tipico anche della visione sublime raccontata nella storia dell’arte da artisti del calibro di Turner o Blake le cui opere hanno un sottile ma necessario punto in comune con la Kung, generano quel senso di inquietudine e bellezza a cavallo tra sogno e realtà.