Centodieci è Arte: Christo – Oltre la superficie in mostra a Parma
L’arte è il segno simbolico che unisce il passato al presente, il presente al futuro. Come in Floating Piers, la passerella realizzata nel 2016 sul Lago d’Iseo che ha registrato un milione e duecentomila visitatori nelle due settimane in cui l’installazione firmata Christo è rimasta aperta. La firma di Christo è presente e viva nella civiltà odierna e presso la sede di Banca Mediolanum a Parma lo è ancora di più perché fino al 20 Dicembre è stata allestita una mostra con alcune rare opere-progetto realizzate dallo stesso artista tra cui due storici e rari progetti realizzati in Italia a Milano in Piazza Duomo e a Roma sulle Mura Aureliane di Porta Pinciana.
Parma Capitale della Cultura 2020, arte di Christo e della compagna Jeanne-Claude che si fa portatrice di integrazione e di confronto, di utopia e di buoni luoghi (eu-topos), dimostrandosi una delle più attive, innovative, visionarie e significative esperienze del nostro tempo, capaci di incidere sull’immaginario collettivo. Durante l’inaugurazione della mostra è stato il curatore Gianluca Bianco a raccontare il percorso artistico e di vita della coppia: una storia curiosa con Christo Javacheff e Jeanne-Claude Denat, entrambi nati il 13 Giugno 1935, lui in Bulgaria e lei in Marocco, ma incontratasi a Parigi negli anni ’50. Un Progetto artistico insieme, scritto con la P maiuscola perché sarà qualcosa di ridondante nel corso della loro vita e delle loro opere, un impulso e un segno indelebile all’arte moderna e contemporanea a partire dagli anni ’60. Così, mentre nel 1961 a Berlino si sta per costruire il muro, Christo interrompe una stradina di Parigi con 204 barili che ricordano le barricate della rivoluzione francese, ma non solo. Christo imballa, imballa, imballa; imballa tutto ciò che può imballare come lattine, giornali, sedie, automobili fino ad arrivare ai monumenti e persino a un tratto di costa australiana. La sua arte non dura nel tempo, l’artista crede che la gente debba avere esperienze forti e memorabili fuori dai musei come l’esempio del 1970 e di Valley Curtain quando ha interrotto la visuale di una valle del Colorado con un telo di oltre 380mt di larghezza e 111mt di lunghezza: 28 mesi di lavoro, il telo è rimasto su solo poche ore.
Il pianeta Terra come la sua Tela, un viaggio tra passato, presente e futuro in una mostra con cimeli rarissimi e esclusivi che merita di essere visitata e, se vogliamo, vissuta.