Cantiere Opera, Centodieci porta in scena Gioachino Rossini con Elio e Francesco Micheli
Forse è vero, per le nuove generazioni italiane l’opera lirica è rappresentata da una anziana nonna acciaccata che abita in una casa cadente e piena di polvere, ma in fin dei conti ancora oggi, dopo due secoli di successi, continua a essere lo spettacolo dal vivo più diffuso al mondo ed è grazie a essa se, dappertutto sul pianeta, si parla la nostra lingua. Se ne sono resi conto, e hanno iniziato un’ampia opera di divulgazione, l’eclettico Elio, musicista e animale da palcoscenico, e Francesco Micheli, regista di formazione classica.
Divulgazione del duo che fa rima con Centodieci, la strana coppia è salita sul palco di Borgia in Calabria, location da far mancare il respiro, per due ore alla riscoperta delle nostre origini e della storia della musica. Accompagnati da Simone Soldati al pianoforte e clavicembalo e dalla soprano Laura Macrì, presentano l’opera sotto una luce nuova portando Gioachino Rossini, con una sola C, alla conoscenza del numeroso pubblico presente.
Uno dei più grandi compositori della storia si presenta come uno scanzonato ventiquattrenne che come i giovani di tutte le epoche vuole affermare una visione innovativa e dirompente del mondo. Elio ne canta e decanta le arie famose mentre Micheli racconta la trama del “Barbiere di Siviglia”; melodie conosciute e spesso ancora oggi fischiettate che nascondono e anzi rappresentano idee rivoluzionarie che vogliono rinfrescare la società. Incontriamo poi un giovane innamorato, la bella segregata dal vecchio geloso per una restaurazione che si oppone e imprigiona la modernità; il racconto dell’opera è didattico ma pur sempre allegro e mai didascalico. Sullo sfondo naturale appaiono proiezioni che ricordano grandi interpretazioni e direzioni come quelle di Pavarotti e Mutti come se un ponte che collega passato, presente e futuro. E per i grandi esperti e appassionati d’opera? Il risultato non è mai banale tanto che anche per un’orecchio più allenato la “lezione” risulta interessante e coinvolgente.
Elio, vero animale da palcoscenico, resta il fulcro della scena cantando, recitando, persino mangiando la pastasciutta, perché Rossini era un grande amante della buona tavola, mentre Micheli detta i tempi delle due ore di spettacolo/lezione interagendo col pubblico che sorride, apprende, si diverte.