Attori e attrici di oggi
I nuovi volti del cinema e delle serie stanno modificando lo scenario del divismo contemporaneo, forse meno glamour ma più attento alle istanze della cultura di oggi. In che modo ci parlano e perché, pur in un difficile ricambio generazionale, raccontano il nostro presente?
Partiamo da un dato anagrafico. Se digitiamo la richiesta “le più grandi star cinematografiche di oggi” su Google escono: Dwayne Johnson (49 anni), Johnny Depp (58 anni), Tom Cruise (59 anni), Meryl Streep (72 anni), Robert Downey jr. (56 anni), Cate Blanchett (52 anni), Will Smith (53 anni), Nicole Kidman (54 anni), Brad Pitt (58 anni), George Clooney (60 anni). Il più giovane sembrerebbe essere Leonardo DiCaprio (47 anni). E tra le poche donne presenti nel club dei famosi e ben pagati, bisogna arrivare a Scarlett Johansson (37 anni).
Che cosa vuol dire questa età media piuttosto alta? Evidentemente le stelle affermatesi negli anni Ottanta e Novanta continuano a brillare, ma è altrettanto ovvio che si ricorre a quei volti perché qualcosa è andato storto nel ricambio generazionale.
Le concause sono tante. Una di queste è che il cinema non è più al centro dell’immaginario collettivo, affiancato e talvolta superato dalla televisione e dagli altri media. Ma un volto noto di una serie televisiva (per esempio Bryan Cranston, star di Breaking Bad) spesso fa fatica a scrollarsi di dosso il personaggio che lo ha reso celebre e prosegue una carriera dignitosa ma senza acuti.
Altra questione è l’allargamento del concetto di “celebrity”. Un tempo i divi erano principalmente cinematografici, mentre oggi le celebrità provengono da tutti i luoghi, e sono piloti, chef, calciatori, influencer, rapper, gamer e altre figure che un tempo o non esistevano o erano considerati importanti solamente per la loro nicchia. Spesso, nella cultura pop contemporanea, un film è solo un pezzetto di un ingranaggio più ampio: pensiamo a E’ nata una stella, lungometraggio pensato più come un tassello della multiforme carriera di Lady Gaga che come una pellicola hollywoodiana a se stante. In più, possiamo aggiungere una certa qual frammentazione del pubblico e dell’offerta audiovisiva. I teen ager hanno le loro star, i trentenni seguono i loro coetanei, la terza età premia spesso solamente i divi della loro generazione, e così via.
Sarebbe però ingeneroso concentrarsi solamente sui problemi e non sulle potenzialità di questa nuova situazione. Anche se lo stardom sembra essersi cristallizzato, c’è molto più spazio per volti nuovi e soprattutto per volti non occidentali. Agli Oscar i candidati come migliori attori (protagonisti e non protagonisti) c’erano Steven Yeun (coreano), Riz Ahmed (di origini pakinstane), Maria Bakalova (bulgara), Yoon Yeo-jeong (anche lei coreana), molti attori afroamericani (purtroppo una rarità fino agli scorsi anni) e figure ben lontane dal mondo dorato e dai capricci del jest set californiano.
Una nuova globalizzazione del cinema si sta facendo strada, nuove culture e nuove nazionalità accedono alla fama e alla stima del pubblico. L’importante è che anche noi, come spettatori, facciamo la nostra parte restando aperti ai nuovi talenti e apprezzando i volti meno noti.