Arte Fiera Bologna: dal 3 al 5 febbraio torna per la 46° edizione la fiera d’arte contemporanea più longeva d’Italia
Arte Fiera Bologna fu fondata nel 1974 e, nel panorama internazionale, fu successiva solo a Kunstmarkt Köln e ad Art Basel.
Maurizio Mazzotti, l’allora organizzatore della Fiera Campionaria di Bologna, ebbe l’idea di suddividerla in comparti specializzati, introducendone uno dedicato all’arte contemporanea. Coinvolse quindi il critico Giorgio Ruggeri e fu così che, dal 5 al 16 giugno del 1974, 10 gallerie si autotassarono per occupare i capannoni esterni della 38° edizione di quella fiera. L’anno successivo gli espositori erano più di duecento e l’Arte Fiera si era già data una struttura organizzativa con un comitato composto da critici e galleristi di rilievo.
Fiere d’arte contemporanea: come nascono?
La prima esposizione commerciale d’arte documentata nella storia è stata la Pand, allestita ad Anversa nel 1460. Dal medioevo e fino all’età moderna, le fiere sono state dei mercati organizzati per lo più in occasione di festività religiose.
A partire dall’epoca dell’industrializzazione, le fiere sono divenute celebrazione del progresso sociale: in quelle che diventarono le Esposizioni Universali, della fine del XIX sec., padiglioni appositi venivano dedicati alle eccellenze artistiche nazionali. Basti ricordare i Salon parigini, che affondano le loro radici già nel 1667, o le esposizioni annuali della Royal Academy, che dal 1769 sono giunti fino ai giorni nostri. La Biennale di Venezia fu inaugurata nel 1895 qui, dal 1942 e fino alle rivolte studentesche del 1968, era attiva una figura di “mercante incaricato” addetto alle vendite.
Un antecedente ibrido, tra esposizione artistica e mercato, risale al 1913 quando a New York venne organizzato l’Armory Show. Un evento che non solo fu il seme fertile di una ventata innovativa per l’arte d’oltreoceano, ma che costituì anche il modello delle fiere odierne: le opere erano recentissime, l’allestimento suddiviso per compartimenti, la location venne individuata in uno spazio anonimo.
Documenta fu fondata a Kassel nel 1955 e si proponeva di riconnettere al mondo la Germania dopo i disastri della Seconda Guerra Mondiale, anche qui era consentita la vendita, ma solo di multipli. Kunstmarkt Köln nel 1967 nacque proprio dall’esigenza dei galleristi tedeschi di portare il pubblico di Documenta nella sfera d’influenza dei mercanti. Kunstmarkt Köln, che diventerà poi Art Cologne nel 1984, specificava il fine dell’evento già nel nome, per questo motivo è riconosciuta come la prima fiera d’arte della storia contemporanea. Essendo però la manifestazione aperta solo ai galleristi tedeschi, nel 1970 un gruppo di mercanti svizzeri fondò Art Basel. A Basilea non si posero vincoli, né nazionali né selettivi, e nella competizione tra le due fu immediato il successo della seconda, tanto che nel 1973 anche la fiera di Colonia decise di togliere il vincolo nazionale ai partecipanti.
Da lì in poi fu un fiorire di fiere d’arte: nel 1974 aprirono i battenti sia Arte Fiera Bologna che la FIAC di Parigi.
Un modello in grado di rinnovarsi costantemente
Gli anni ’80 videro il moltiplicarsi di un sistema che aveva il vantaggio di connettere una rete che andava sempre più verso la globalizzazione. È proprio con questo obiettivo che venne fondata nel 1982 a Madrid, Arco, mentre nel 1988 a Maastricht prese l’avvio l’evento che diventerà poi il TEFAF.
Negli anni ’90, il proliferare delle fiere le indirizzerà verso la specializzazione e la targhettizzazione. Nel 1994 Artissima viene fondata a Torino da un gruppo di privati con criteri di selezione espressamente rivolti alla sperimentazione. La fiera, in un’ottica di marketing territoriale, avrebbe coinvolto tutti gli attori, pubblici e privati, in un cartellone fitto di eventi collaterali, tanto da indurre gli enti locali a rilevare la fiera nel 2002. Nel 1995 viene inaugurata MIART a Milano, evento che si tradurrà anche qui in una “settimana dell’arte” cittadina.
Successo immediato nel 1998 sarà la riedizione, in veste dichiaratamente mercantile, dell’Armory Show di New York. Nel 2003 viene fondata a Londra Frieze, e i primi anni del 2000 vedono il consolidarsi di una prassi globetrotter, che diviene etichetta mondana. Arriva così l’intuizione di Art Basel di fondare nel 2002 una fiera a Miami, distinguendosi per il ruolo di place to be per quei VIP ai quali, già a Basilea, si dedicavano servizi esclusivi. Contemporaneamente, l’operazione consentiva al brand di imporsi sul mercato americano, giungendo poi nel 2013, con Art Basel Hong Kong, a colonizzare anche quello asiatico.
Scenari futuri delle fiere d’arte contemporanea
Attualmente si contano circa 300 fiere in giro per il mondo. Durante la pandemia molte di esse hanno annullato o posticipato le loro edizioni. Art Basel è stata ancora una volta la più reattiva e l’edizione di Hong Kong del 2020 è stata la prima a passare interamente online, come soluzione al lockdown. Nel post-pandemia alcune fiere hanno ripreso i loro consueti calendari, come la attuale edizione di Arte Fiera Bologna, mentre, sempre per restare in Italia, Artissima ha mantenuto una sezione online affiancandola all’edizione fisica. Le fiere d’arte sono sbarcate quindi come pioniere nel metaverso, per colonizzare anche i mercati online.
Quali saranno le strade che si affermeranno maggiormente? Lo vedremo nei prossimi anni. Quello che questo excursus ci rende evidente è che il modello fieristico è sufficientemente pragmatico e creativo, per adeguarsi e trasformare al contempo non solo sé stesso, ma anche quel sistema con cui vive in simbiosi da secoli.