4 + 1 serie TV per chi ama gli anni 90
Pamela Anderson, le Spice Girl, il modem a 56 kb… il mito degli anni ‘90 rivive in 5 serie TV
Meno vezzeggiati degli anni ‘80, ma non per questo meno significativi, gli anni ‘90 sono stati il decennio in cui ha preso forma il nostro identikit culturale, sociale e, perché no, tecnologico. Da qualche anno sembra essersene accorta anche la TV che, dopo aver esplorato in lungo e largo tutti gli altri decenni, ha finalmente messo gli occhi sui ’90. Le serie TV ne sono la prova lampante: eccone 5 per un viaggio nel tempo di sicuro effetto.
Girls5eva (Netflix)
Ricordate le Spice Girls? Questa serie comedy, meritatamente candidata agli Emmy, ne fa una divertente parodia. Per una casualità, le componenti di una girl band degli anni 90, finita nel dimenticatoio, si ritrovano e decidono di ritentare la carta del successo. Ci riusciranno?
La serie sfrutta il gap tra “come eravamo” e “come siamo diventate” come pretesto per far ridere. E, in controluce, gli anni 90 si rivelano in tutto il loro (ipotetico) splendore tra centri commerciali ormai fatiscenti, derive kitsch e un ottimismo che, col senno di poi, sembra un po’ fuori luogo. Ma Meredith Scardino, che ha scritto la serie, lo sa bene e trasforma il tutto in “something to laugh about”.
Pam e Tommy (Disney+)
Una delle pietre miliari degli anni ‘90 fu il video dove Pamela Anderson e suo marito Tommy Lee si davano reciproche lezioni d’amore. La serie di Hulu racconta come il furto del VHS da parte di un elettricista, per una ripicca verso Lee, e la sua successiva diffusione “virale” contribuì a distruggere il loro matrimonio e la carriera di Anderson, che da quella violazione della privacy non si è più ripresa. Pam e Tommy mette in scena l’amore tra la bella e la bestia in modo prima ironico e sfrenato poi via via più malinconico. Ma la storia merita di essere seguita fino alla fine. A patto di guardare subito dopo anche Pamela, a love story, il documentario di Ryan White su Netflix, dove la nostra eroina dice la sua verità su quei giorni e… commenta la serie Pam e Tommy (che – spoiler – non le è piaciuta).
The 90’s show (Netflix)
È lo spin-off di The 70’s show e ci introduce nella vita di Leia, la figlia di Eric e Donna (di The 70’s), durante un’estate dei ‘90 in cui incontra nuovi amici con i quali trascorre il tempo nell’iconico seminterrato di Forman. I riferimenti al decennio sono ottimi e abbondanti, tra cui rave, moda grunge, Beverly Hills 90210 e persino negozi di noleggio video. Non mancano scene cult, come quando Kitty e Red acquistano il loro primo PC e Ozzie cerca di aiutarli a connettersi a Internet, lasciando che si liberi nell’aria il caratteristico suono del modem a 56k: la vera, indimenticabile, colonna sonora di quegli anni.
Wu Tang, an american saga (Disney+)
A New York all’apice dell’epidemia di crack dei primi ’90, un gruppo di giovani musicisti hip hop tenta l’ascesa tra le strade rischiose di Staten Island. La missione sembra impossibile ma, come racconta la serie prodotta da Mario Van Peebles, la forza della musica è tale da spazzar via anche ostacoli che ai più sembrerebbero insormontabili. In questo caso il punto di vista sugli anni ‘90 è quello dell’hip-hop newyorkese: un “ripasso” di storia della musica che farà la felicità di molti appassionati.
Intanto negli USA…
The Real World Homecoming
Prima che spuntasse fuori il Grande Fratello, MTV ebbe l’idea di rinchiudere 7 sconosciuti in un loft newyorkese per esplorarne le dinamiche relazionali. A metà tra lo show e il documentario antropologico, The Real World è stato il reality che ha dato il là a tutti gli altri. Correva l’anno 1992.
Trent’anni dopo i produttori hanno ben pensato di invitare il cast originale a una nuova convivenza forzata, proprio lì dove si erano lasciati. L’effetto è stato talmente dirompente che la produzione ha tenuto banco per 3 stagioni. E persino Variety, la bibbia dello spettacolo, ha dovuto inchinarsi all’idea delle reunion: “The Real World Homecoming prende le straordinarie esperienze dei 7 membri del cast, che vivono da decenni in una dolorosa post-fama, e tira fuori domande inquietanti e senza risposta su cosa significhi crescere o resistere”. Siete pronti al reality revival?