Gocce di gratitudine – L’arte di restituire alla collettività di Jago
Jago rincorre l’arte in giro per il mondo. La sua ricerca artistica fonda le sue radici nelle tecniche ereditate dai maestri del Rinascimento, ma è determinato a restituire al ruolo dell’artista anche quello dell’imprenditore. Anche per questo ritiene fondamentale la connessione con il pubblico attraverso i canali social e il making of delle opere in […]
Jago rincorre l’arte in giro per il mondo. La sua ricerca artistica fonda le sue radici nelle tecniche ereditate dai maestri del Rinascimento, ma è determinato a restituire al ruolo dell’artista anche quello dell’imprenditore. Anche per questo ritiene fondamentale la connessione con il pubblico attraverso i canali social e il making of delle opere in diretta.
Vincitore di numerosi premi, dopo essere stato selezionato per il Padiglione Italia della 54a edizione della Biennale d’Arte di Venezia del 2011, lascia l’Accademia di Belle Arti. Lavora e viaggia tra l’Italia e l’America.
Recentemente ha mandato una sua scultura in marmo sulla Stazione Spaziale internazionale con Luca Parmitano. Mandare quest’opera nello spazio è stato un processo composto da un insieme di fasi, tutte riassunte in un documentario che sarà presentato alla Mostra del Cinema di Roma. «La Stazione Spaziale è il più bel frutto di intelligenza collettiva. Una Terra in miniatura, dove si tocca con mano il senso della difficoltà di creare l’ambiente terrestre, della sua delicatezza e forza».
Ha vissuto il lockdown nel suo laboratorio, dormendo in un sacco a pelo per poter lavorare alla sua prossima opera, che in questo video mostra in anteprima: una pietà. «Sono grato alla vita di aver potuto vivere questo momento, di aver potuto vivere l’emozione di questa situazione incredibile. Ho lavorato e lavoro da solo ma vivo insieme agli altri anche grazie ai social e penso sempre a chi poi grazie alla mia opera potrà emozionarsi. Non posso che essere dunque grato alla vita per questa fortuna».