Pensieri d’arte – L’arte rivoluzionaria di Marina Abramovic
L’infanzia di Marina Abramovic è segnata da un’istruzione molto severa, sia per i suoi genitori, ma anche per l’impostazione del paese in cui è nata: la Belgrado della vecchia Jugoslavia di Tito. L’espressione artistica di Marina Abramovic è il risultato di una enorme consapevolezza: quello di potere fare arte non soltanto in studio, ma ovunque […]
L’infanzia di Marina Abramovic è segnata da un’istruzione molto severa, sia per i suoi genitori, ma anche per l’impostazione del paese in cui è nata: la Belgrado della vecchia Jugoslavia di Tito. L’espressione artistica di Marina Abramovic è il risultato di una enorme consapevolezza: quello di potere fare arte non soltanto in studio, ma ovunque e con qualsiasi cosa. È per questo che si avvicina alla performing art e all’utilizzo del corpo come strumento artistico, che negli anni Cinquanta aveva iniziato a prendere piede a livello di sperimentazione e di avanguardia. Ma sarà proprio Marina Abramovic con il suo lavoro a consacrarla. Per lei infatti sin da subito diventa cruciale la relazione tra pubblico e artista, un’unione fondamentale che, se sola e non in costante dialogo con l’altra, è resa inutile.
La sua arte è trasporto emotivo, lo stesso che la ha unita dal 1975 con Ulay, compagno di vita e di creatività artistica con cui per dodici anni crea e rivoluziona l’arte contemporanea. Anche la loro relazione è oggetto d’arte. La sua fine, ad esempio, avviene con una performance sulla Muraglia Cinese.