Carlo Vanoni e Phil Mer
“Ratamacue è un rudimento per lo studio del tamburo. Un rudimento è una frase musicale semplice. Che serve per comunicare. La batteria è una lingua straniera, con la sua grammatica, la sua sintassi, la sua analisi logica. Ratamacue è soggetto, predicato e complemento oggetto. È una frase che esprime un piccolo concetto.”
Ratamacue è un gioco teatrale che mette a confronto il linguaggio della batteria, con la sua grammatica, e il linguaggio dell’arte, come si è evoluto nel tempo.
A condurci in questa travolgente e affascinante camminata è Carlo Vanoni, che torna al teatro ‘di narrazione artistica’, dividendo il palcoscenico con Phil Mer, protagonista indiscusso della batteria nella musica italiana, capace di passare dalle raffinate riletture in chiave jazz della pittura con il progetto ‘The Framers’ ai più frequentati palcoscenici pop (ha collaborato, fra gli altri con Pooh, Pino Daniele, Malika Ajane).
La batteria dialoga con la parola, al fine di sottolinearla e di amplificarla, creando di volta in volta atmosfere in perfetta sintonia con le immagini proiettate sullo schermo.
La narrazione prende in considerazione sia la storia dell’arte, sia la disposizione dei tamburi e dei piatti, che a loro volta diventano metafora del dipinto di cui si parla. “Ratamacue” parte da un presupposto: l’arte può essere spiegata, ma va soprattutto “ascoltata”; l’arte è significato e significante al tempo stesso.
L’arte, come le percussioni, arriva dritta al cuore, toccando le nostre più profonde emozioni.
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