I musei italiani e la sfida del digitale
È trascorso solo un anno da quando la pandemia di Covid-19 ha costretto gli attori del mondo dell’arte, in ogni parte del globo, a inventare nuovi formati di fruizione. L’anno 2020 si è configurato come un periodo di crisi, innovazione, ansia e, al contempo, di introspezione per tutte le imprese, in particolare i musei. Le grandi gallerie nelle città del turismo internazionale hanno trovato i divieti di viaggio quasi rovinosi per i loro modelli di business, le grandi fiere sono saltate e hanno preso piede le online viewing room. Tuttavia, se sul fronte commerciale la vendita online non è risultata una novità vera e propria – le aste online sono infatti una realtà consolidata da diverso tempo –, sul fronte esperienziale come hanno affrontato i musei questa difficile sfida?
La capacità dell’arte di vivere il presente anticipando il futuro ha permesso alle principali istituzioni italiane e internazionali di fronteggiare quasi simultaneamente la chiusura fisica al pubblico: Il Castello di Rivoli – Museo d’Arte Contemporanea nel marzo 2020 era già pronto per lanciare la sezione COSMO DIGITALE, nuova sede virtuale del Museo contenente creazioni artistiche, conferenze in streaming e documentazioni che integrano la fisicità del percorso di visita offrendosi allo sguardo del visitatore online in una dimensione di esperienza indiretta e aggiuntiva. Afferma Carolyn Christov-Bakargiev, Direttore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea: “Conservare, studiare ed esporre opere d’arte è un compito centrale del Museo ma da soli non sono sufficienti a perseguire gli obiettivi di un museo d’arte contemporanea del XXI secolo. Un’identità che si forma attraverso l’incontro e l’apertura esige infatti un rinnovamento ininterrotto, in sintonia con la rapida e profonda evoluzione della società. La scelta di aprire una sede virtuale nasce dalla nostra consapevolezza di come in un momento di emergenza sanitaria che coinvolge l’intero Paese sia oltremodo necessario rendere condivisibili iniziative e contenuti culturali che consentano di oltrepassare i limiti fisici della fruizione culturale contingentata e avvicinino il pubblico all’istituzione. Il COSMO DIGITALE non sostituisce una visita al Museo, né l’unicità dell’intenso incontro fisico ed emozionale che si può vivere soltanto negli spazi reali e con il corpo delle opere o delle performance, ma aggiunge dimensioni ed esperienze più private e screen-based”.
In contemporanea, sempre a inizio marzo 2020, la Triennale di Milano lancia TRIENNALE DECAMERON: prendendo spunto del Decamerone di Giovanni Boccaccio, che narra di un gruppo di giovani che nel 1348 per dieci giorni si trattengono fuori da Firenze per sfuggire alla peste nera e a turno si raccontano delle novelle per trascorrere il tempo, Triennale ha invitato artisti, designer, architetti, intellettuali, musicisti, cantanti, scrittori, registi, giornalisti ad “abitare” gli spazi vuoti di Triennale per sviluppare una personale narrazione. Dal 5 marzo fino al 1 giugno 2020, ogni giorno alle 17.00 una nuova novella è stata trasmessa in diretta sul canale Instagram di Triennale.
Raccogliendo l’invito del CdA dell’Istituzione Bologna Musei e l’appello rivolto agli operatori culturali dal Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini ad utilizzare al massimo i canali social e siti web, il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, diretto da Lorenzo Balbi, lancia il 10 marzo l’iniziativa 2 minuti di MAMbo: un format di engagement digitale che prevede l’implementazione di nuovi contenuti video girati con una tecnologia basica, lo smartphone, dentro il museo o da remoto. Ogni giorno, dal martedì alla domenica, come simbolicamente nei giorni di apertura ordinari dei musei, alle ore 15.00 viene pubblicato un nuovo contributo sul canale YouTube MAMbo Channel, poi rilanciato su Facebook, Instagram e Twitter. Prende così vita un inedito racconto articolato in diversi appuntamenti, affidati ognuno a una voce diversa – tra curatori, artisti, mediatori culturali ma non solo – in cui il web è utilizzato come spazio di espressione per presentare in pochi minuti approfondimenti, commenti e curiosità sull’offerta temporaneamente non fruibile negli spazi espositivi.
Uno studio condotto dall’UNESCO su scala mondiale ha premiato Radio GAMeC come uno dei migliori case studies tra le iniziative online promosse dai musei: lo show radiofonico della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, ideato dal direttore Lorenzo Giusti e condotto dal giornalista Leonardo Merlini, articolato in 66 appuntamenti dedicati a informazione e approfondimenti tra cronaca, arte, letteratura e società, è stato trasmesso in diretta dalla pagina Instagram della Galleria da marzo a maggio 2020 ed è da poco sbarcato anche su Clubhouse.
Questi sono solo alcuni dei tanti esempi virtuosi di un sistema, come quello dell’arte, che ha reagito da subito alle avversità pur rimanendo profondamente colpito dalla crisi pandemica. E il successo di tali iniziative è risultato evidente al momento delle temporanee riaperture a cavallo dei successivi lockdown. Come si presenta il panorama dell’offerta culturale dopo un anno? Le OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino hanno aperto il 2021 con OGR Art Corner | Meet the Artwork, nuova sezione del palinsesto digitale che ospita sette nuove produzioni artistiche originali pensate per il web e realizzate in collaborazione con istituzioni impegnate in programmi di residenze d’artista.
Pirelli HangarBicocca, fondazione no profit nata a Milano nel 2004 dalla riconversione di uno stabilimento industriale in un’istituzione dedicata alla produzione e promozione di arte contemporanea, luogo dinamico di sperimentazione e ricerca, ha da poco lanciato BUBBLES, una mappa di contenuti in continuo aggiornamento che ruota attorno all’arte e agli artisti: un ambiente digitale concepito per esplorare l’universo dell’arte contemporanea e per ritrovare, attraverso un’esperienza di navigazione fluida, l’ampia produzione di contenuti realizzata da Pirelli HangarBicocca intorno alle mostre e agli eventi culturali. Il nuovo sito web intende essere un contesto autonomo, uno strumento indipendente ed efficace per chiunque desideri rimanere aggiornato sui temi della creatività contemporanea, dagli appassionati agli studenti, dai ricercatori ai curiosi.
Il panorama dell’offerta culturale digitale è vastissimo e se è vero che le stanze virtuali non possono sostituirsi all’esperienza fattuale, possono altresì coadiuvarla e integrarla, attivando con il pubblico un nuovo tipo di dialogo e nuovi stimoli in attesa delle tanto desiderate e necessarie riaperture.
Postilla: in un recente articolo pubblicato sul Financial Times, lo storico israeliano Yuval Noah Harari si chiede cosa succederebbe se la nostra infrastruttura digitale si arrestasse in modo anomalo. Sono in molti a chiedersi quale sarà la prossima “pandemia” e il blackout di Internet è uno dei candidati principali. Come reagirebbero i musei in una circostanza simile? Forse la risposta può darcela nuovamente un’iniziativa del MAMbo: Dear you, a cura di Caterina Molteni, nasce da una riflessione sui confini e sulle potenzialità dello spazio intimo. La mostra si struttura in sei interventi di artisti internazionali utilizzando la corrispondenza postale come forma di comunicazione e di ricezione, permettendo di trasformare una voce lontana in qualcosa di tangibile e prossimo e consentendo di tornare a fruire fisicamente, tangibilmente le opere.
Un’ennesima dimostrazione del potere di resilienza dell’arte: calata nel presente, anticipatrice del futuro.