500 anni dalla morte di Leonardo e l'importanza di Milano nelle sue opere
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Quando cadde Costantinopoli nel 1453 nacque Leonardo Da Vinci e dal giorno della sua morte, avvenuta il 2 maggio del 1519, sono passati oggi cinquecento anni. In occasione di questo importante anniversario per nove mesi – da maggio a gennaio 2020 – Milano, la città che ha avuto il privilegio di una presenza lunga e feconda dell’artista, lo celebra con un ricco palinsesto di iniziative a lui dedicate, all’interno del programma “Milano e Leonardo”.
Grazie al cinquecentenario della sua morte si può ripercorrere la vita di quella che fu una delle figure più eclettiche della storia. Un eclettismo altamente valorizzato e sviluppato da una città come Milano in cui Leonardo soggiornò dal 1482 al 1500 e dal 1508 al 1513, periodi in cui realizzò la maggior parte delle sue opere. Ai suoi anni milanesi risalgono infatti il Ritratto di Musico, la Dama con l’ermellino, la Belle Ferroniere e la Madonna Litta. Nel 1482 quando Leonardo Da Vinci arrivò per la prima volta a Milano, Ludovico il Moro governava già a tutti gli effetti il Ducato di Milano. Leonardo, allora trentenne, viveva a Firenze e venne mandato a Milano da Lorenzo il Magnifico, come ambasciatore della supremazia artistica e culturale della città fiorentina, con la missione di portare in omaggio a Ludovico il Moro una lira in argento. In quell’occasione le idee di Leonardo erano già chiare: voleva vivere a Milano e avvicinarsi a Ludovico il Moro al quale inviò una lettera d’impiego (trovata nel Codice Atlantico). Un vero e proprio curriculum vitae in cui l’artista elenca in dieci paragrafi le sue abilità: nove di questi servirono ad illustrare quanto era bravo nella costruzione di letali armi e macchine da guerra e solo uno, invece, presentava le sue qualità d’artista. Da Vinci era estremamente affascinato da Milano che allora era una delle poche città in Europa a superare i centomila abitanti ed era il centro di una regione popolosa e produttiva, una città che si distingueva per l’apertura alle novità scientifiche e tecnologiche e per le campagne militari. Probabilmente è proprio avendo ben chiare le priorità di Ludovico il Moro che nella sua lettera Da Vinci insistette così tanto sulla progettazione delle macchine militari ed enfatizzò le sue abilità di ingegnere e architetto, insieme alla sua capacità di progettare edifici e sistemi di canalizzazione delle acque. Un dettaglio non da poco per la città dei Navigli. Nella sua captatio benevolentiae, Da Vinci inserì anche la proposta per la realizzazione di un cavallo di bronzo dedicato a Francesco Sforza dimostrando anche in questo modo quanto fosse intenzionato a rimanere nella città meneghina.
La prima commissione arrivò nel 1483 da Bartolomeo Scorione, priore della confraternita nella chiesa di San Francesco Grande e fu una pala da collocare sull’altare della cappella, La Vergine delle Rocce che fu motivo di una lite giudiziaria che vide l’artista insieme ai due fratelli pittori Evangelista e Giovanni Ambrogio de Predis dai quali era ospite in un’abitazione vicino a Porta Ticinese, andare contro i frati. Durante gli anni milanesi, Leonardo si dedicò agli studi di meccanica, all’invenzione delle macchine militare e alla messa a punto di varie tecnologie finché nel 1485 entrò a far parte della cerchia di Ludovico il Moro per il quale progettò con versatilità sistemi di irrigazione, dipinse ritratti e si occupò delle scenografie per le feste di corte. Progettò poi il Tiburio del Duomo di Milano e si occupò delle decorazioni nel Castello Sforzesco, per le nozze di Gian Galeazzo Maria Sforza e Ippolita d’Aragona. È al 1494 che risale l’Ultima Cena all’interno del refettorio di Santa Maria delle Grazie. Il rapporto di Da Vinci con Milano cambiò dopo che nel 1500 Ludovico il Moro fu sconfitto definitivamente e venne fatto prigioniero dalle truppe francesi di Luigi XII.
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Da Vinci fu un talento dalla mirabile versatilità, un artista ingegnere che divenne anche scienziato ed è per questo che la città di Milano, coinvolgendo istituzioni, enti pubblici e privati ha deciso di celebrare il genio vinciano, mettendo in risalto il rapporto che l’artista ebbe con la città.
Al Castello sforzesco sarà riaperta al pubblico la Sala delle Asse e allestito un percorso multimediale in Sala delle Armi; tre i progetti espositivi dedicati a Leonardo a Palazzo Reale, due le opere d’arte contemporanea ispirate al Da Vinci esposte al Museo del Novecento. Al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia una mostra metterà in dialogo i modelli storici e gli affreschi di pittori lombardi del XVI secolo e in un’altra verranno esposte le opere dell’artista Theo Jansen, il moderno Leonardo. La Veneranda Biblioteca Ambrosiana ospiterà quattro mostre di alto livello scientifico che esporranno diverse selezioni di fogli del Codice Atlantico e alcuni disegni. Nell’autunno, a Palazzo Litta, una mostra ricostruisce attraverso materiale ottocentesco inedito l’aspetto del quartiere Porta Vercellina ai tempi di Leonardo. Nel refettorio di Santa Maria delle Grazie ci sarà una raccolta di disegni di mano di Leonardo eseguiti in preparazione del Cenacolo. Alla Fondazione Stelline una mostra dimostrerà l’innegabile influenza di Leonardo sugli artisti contemporanei. Non solo Milano, ma tutta l’Italia sarà impegnata a celebrare Leonardo: sarà l’Associazione Culturale MetaMorfosi con Mediolanum come main sponsor a organizzare le due mostre più importanti. La prima sarà a Torino dove la Biblioteca Reale conserva il celeberrimo Autoritratto e il Codice del Volo e la seconda a Venezia, dove le Gallerie dell’Accademia esporranno l’Uomo vitruviano. Infine, si omaggerà il grande genio anche a teatro con “Lionardo”, uno spettacolo scritto da Michele Placido insieme a Centodieci che metterà in scena attraverso un dialogo serrato il rapporto tra Leonardo e il suo amato allievo, Giovanni Francesco Melzi.
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