Arrivederci a Palermo Capitale della Cultura. Ennio Doris chiude il ciclo di incontri Centodieci
Il commiato di Centodieci da Palermo Capitale della Cultura 2018 arriva nella maniera più istituzionale e al tempo stesso più semplice e diretta possibile, dopo 7 eventi all’interno dei quali sono arrivati nel capoluogo siciliano i nomi più illustri della scena nazionale e internazionale in diversi ambiti come Patch Adams, Michele Placido, Simona Atzori, Oscar Farinetti, Mario Cucinella, Ale e Franz e Patrizio Paoletti, tocca al Presidente di Banca Mediolanum Ennio Doris lasciare qualcosa al pubblico accorso come sempre in massa al Politeama.
“Non partiamo con la presunzione di insegnare nulla – ha raccontato Oscar di Montigny, Chief Innovation, Sustainability & Value Strategy Manager di Banca Mediolanum e fondatore di Centodieci, in apertura dell’evento a cui erano presenti anche le istituzioni locali e il Sindaco Leoluca Orlando – vogliamo però provare a lasciarvi qualcosa con la speranza che, quando andrete via di qui, possiate essere un poco migliori di quando siete entrati. Non perché siamo in grado di darvi delle risposte, ma magari perché sarete in grado di farvi una domanda in più”.
Il tema del giorno è quello della Tradizione, il racconto del Presidente Ennio Doris è di quelli che partono da lontano, da un’infanzia difficile ma felice perché colma di amore, dalla convivenza in casa di tre famiglie sotto un unico tetto, “Eravamo in 18 persone con sole 3 stanze”, dai sacrifici familiari per provare a dargli una possibilità per emergere. Doris racconta con passione dubbi e conferme, coincidenze e casi del destino, l’incontro con Berlusconi che gli ha permesso di fare il salto di qualità ma anche la presa di coscienza che “qualunque attività faccia un’impresa deve tenere conto del prossimo, in caso contrario verrà spazzata via”. Guardare al prossimo è un concetto ricorrente, sia in ambito lavorativo che di vita quotidiana: “Credo nell’amicizia tra i popoli e il rispetto delle differenze, sono motivo e spunto per la nostra crescita personale. Impariamo ad amare il diverso” ha raccontato lo stesso Doris alla giornalista del TG1 Micaela Palmieri, brava sul palco a scandire tempi e ritmi di un’ora di intervista scorrevole e leggera, per quanto profonda nei suoi concetti e contenuti. Tradizione e ambizione, amore per le proprie origini e la cultura come mezzo per emergere: “Sono convinto che la cultura sia una parte essenziale dell’essere umano, è uno degli aspetti dell’istruzione, fondamentale alla crescita del paese” ha ripetuto ancora Doris. Cultura e arte, arte e lavoro con l’ennesima lezione di vita: “Quando una persona lavora, qualunque lavoro faccia, nell’opera che sta facendo descrive sé stesso agli altri. Noi tutti influenziamo gli altri e dagli altri veniamo influenzati. I tuoi atti hanno conseguenze, se ti rendi conto di questo guardi alla tua vita in modo diverso”. Uno sguardo anche al presente prima del saluto finale col Sindaco di Palermo Leoluca Orlando sul palco: “A Palermo la diversità è un valore – ha raccontato il primo cittadino – vorrei poter dire quel che sento, mi limito a dire grazie a Centodieci per tutto ciò che è stato fatto”.
Per Palermo e Centodieci però non è finita qui perché una chiesa del centro storico della città, sventrata dai bombardamenti del 1943, sarà riqualificata con un progetto di arte urbana. L’intervento, promosso da studenti dell’Accademia di Belle arti di Palermo, è sostenuto dal progetto “Centodieci”, la chiesa dove saranno eseguiti interventi decorativi è quella di Santa Sofia dei Tavernieri che si trova tra il mercato della Vucciria e piazza Borsa. Gli studenti interverranno, con la guida di Marco Mirabile, sulle parti in legno e in ferro che proteggono l’edificio e ne ricostruiscono il volume originario.