Ecco i benefici dell'ottimismo, a patto che sia realistico. E intelligente
Ottimismo e pessimismo sono due qualità che caratterizzano, in maniera estremamente generale, noi esseri umani. A prima vista, entrambe possono procurare vantaggi e svantaggi.
L’ottimista mostra maggiore proattività, ma può correre il rischio di sottovalutare difficoltà e pericoli, agendo così in modo istintivo e sprovveduto. Il pessimista, d’altro canto, può assumere un atteggiamento estremamente prudente e, lasciandosi sopraffare da pensieri negativi, rischia di perdere delle buone opportunità. Si tratta, ovviamente, di una semplificazione. In realtà, ottimismo e pessimismo non sono soltanto due atteggiamenti di fronte al futuro, alle decisioni da prendere o alle difficoltà da affrontare. Sono anche, come sottolinea il sociologo Francesco Alberoni, “due modi diversi di mettersi in rapporto con se stessi e con gli altri esseri umani”.
Possiamo individuare due tipologie di ottimismo:
- Un ottimismo sciocco: ha a che fare con l’ingenuità, con un’eccessiva fiducia nei confronti degli altri, con una sistematica sottovalutazione di rischi e pericoli. È tipico di chi è convinto che “le cose si aggiusteranno da sole”, che “prima o poi tutto deve andare per il meglio”. Ma poi, se la situazione peggiora e le cose non si sistemano, disillusione, frustrazione, rabbia e cinismo prenderanno il posto di questo cieco e sciocco ottimismo.
- Un ottimismo realistico: è tipico di chi ha una chiara consapevolezza di vivere in un mondo imperfetto e caotico, in cui le difficoltà sono all’ordine del giorno; ma non per questo cede alla negatività e al pessimismo. Anzi, cerca di affrontare tutto con coraggio, forza, decisione.
Ciò che analizzerò brevemente è il secondo tipo di ottimismo, quello realistico. Quali sono le principali caratteristiche di quello che potremmo definire un ottimismo intelligente?
- Gli ottimisti non si scompongono di fronte alle difficoltà. Il filosofo Karl Popper descriveva la vita umana come “un continuo ed incessante risolvere problemi”. Nei piccoli o grandi progetti che portiamo avanti ogni giorno ci imbattiamo necessariamente in qualche difficoltà. Come suggerisce lo psicologo statunitense Alan Loy McGinnis nel suo saggio La forza dell’ottimismo, gli ottimisti hanno successo perché vedono se stessi come risolutori di problemi: quando un tentativo fallisce, semplicemente scelgono un’altra strada. Esiste sempre una possibilità diversa di raggiungere l’obiettivo: questo è ciò che pensano gli ottimisti, attingendo alle diverse alternative che hanno in mente per raggiungere il risultato desiderato. Cercano, provano, sperimentano, fino a quando una soluzione non si dimostri realmente efficace. A volte, è vero, le difficoltà sono tali da indurci a rinunciare ad un progetto cui tenevamo tanto. Ma anche in simili situazioni un ottimismo realistico può essere di grande aiuto. Ecco un esempio. Julio Iglesias giocava a calcio a livello professionistico, quando un incidente d’auto lo paralizzò per oltre un anno, compromettendone definitivamente la carriera. Per alleviare la noia delle lunghe giornate di ospedale, un’infermiera gli portò una chitarra. Il resto è storia…
- Gli ottimisti sanno imprimere una direzione positiva ai propri pensieri. Il nostro atteggiamento nei confronti delle vicende della vita non è casuale. È frutto di una mescolanza di caratteristiche personali, influenze ambientali, esempi, educazione, cultura. Tutti questi elementi sono importanti, ma non hanno il potere di condizionare totalmente i nostri atteggiamenti. Gli psicologi cognitivisti sostengono che orientare i propri pensieri all’ottimismo piuttosto che al pessimismo sia una scelta consapevole. Non sempre, ovviamente, abbiamo la possibilità di cambiare gli eventi, volgendoli a nostro favore. Abbiamo sempre, tuttavia, la concreta possibilità di cambiare la nostra interpretazione degli eventi che ci accadono. Abbiamo il potere di controllare i nostri pensieri, incanalandoli verso una tonalità positiva, così da produrre degli effetti benefici sulle nostre emozioni e sui nostri stati d’animo. Il filosofo William James sosteneva: “La più grande scoperta della mia generazione è che gli esseri umani possono cambiare le loro vite cambiando le attitudini mentali”. Governare il corso dei nostri pensieri, interrompendo e bloccando sul nascere quelli negativi ed alimentando quelli orientati ad una realistica positività, può rivelarsi un’efficace strategia per migliorare complessivamente la qualità della nostra vita.
- Gli ottimisti sviluppano un locus of control interno. Ognuno di noi possiede un locus of control, ossia un punto di controllo, che può essere interno o esterno. I pessimisti tendono ad attribuire tutto ciò che accade loro a cause esterne, manifestando così un locus of control prevalentemente esterno. Gli ottimisti, invece, ritengono di poter avere pieno controllo della propria vita, sentendosi responsabili del proprio successo, professionale e personale. Mostrano così di possedere un locus of control interno, che consente loro di gestire con maggiore efficacia i problemi e le situazioni critiche, di raggiungere gli obiettivi prefissati e di affrontare meglio gli sforzi e la fatica. Se il locus of control interno rappresenta una caratteristica personale, senza dubbio va continuamente alimentato e sviluppato. Gli ottimisti sanno che i risultati raggiunti dipendono dalle proprie azioni e dalle proprie abilità. Sono quindi costantemente orientati a migliorare le proprie capacità e le proprie specifiche competenze, così da poter avere un maggiore controllo sui risultati che intendono ottenere.
- Gli ottimisti sanno ricaricarsi e rinnovarsi ad intervalli regolari. L’ottimismo è una qualità che va ricaricata continuamente. Se non vi viene immessa continuamente nuova energia, il nostro organismo deperisce e si disintegra. La stessa dinamica riguarda l’ambito delle relazioni, da quelle professionali a quelle personali. Se non vi si dedica cura ed attenzione, i rapporti col tempo si fanno più tiepidi, perdono solidità fino a disintegrarsi. Necessitano di costanti ricariche di energia. Ciò vale anche per l’ottimismo. Come sottolinea Alan Loy McGinnis, “a mantenere vivo l’ottimismo, e a conservare l’entusiasmo anche con l’andar degli anni, sono coloro che, in modo consapevole o inconsapevole, prendono misure per neutralizzare l’entropia personale”. Ad esempio, si legano a persone positive e di successo, possibilmente evitando coloro che tendono a lamentarsi di continuo emanando negatività; cercano di conoscere e frequentare persone nuove, da cui possono imparare ed arricchirsi intellettualmente, emotivamente e spiritualmente; vanno oltre le abitudini consolidate nella propria quotidianità, apportando piccole o grandi novità nella propria vita. Si tratta solo di alcuni semplici accorgimenti, che possono contribuire in maniera significativa ad iniettare nuova energia nella propria esistenza, alimentando un atteggiamento positivo e fiducioso.
- Gli ottimisti sviluppano la capacità di gustarsi il presente. Essere centrati sul presente non significa non avere memoria del passato oppure non avere capacità di pianificazione futura. Significa, piuttosto, sapersi gustare il momento presente, il qui e ora. Gli ottimisti hanno sviluppato la capacità di godere delle piccole e semplici cose che la nostra quotidianità ci offre: l’odore del caffè a colazione, il sorriso di una persona cara, la sensazione di benessere dopo una corsa al parco, la vista del sole al tramonto, la cena in compagnia della propria famiglia. Situazioni comuni, considerate troppo spesso ovvie e scontate. Gli ottimisti posseggono la capacità di valorizzarle, apprezzarle e considerarle dei doni di cui esser grati, assaporando nel presente le sensazioni che tali semplici momenti sono in grado di suscitare.
Il nostro modo di pensare e di agire è frutto di una scelta, consapevole o meno. La decisione di orientarsi all’ottimismo, ossia di cogliere le opportunità, di concedere fiducia, di valorizzare gli aspetti positivi delle situazioni, di guardare con speranza al futuro, è una decisione che tutti possiamo prendere. E allora, perché non provare?