Empowerment
Chi tiene alla buona reputazione non commetta questi 7 errori (anche sui social)
Di
Redazione Centodieci
Raccontare esperienze reali che possano aiutarci a percorrere strade nuove e sostenere un diverso approccio al lavoro, alla vita e alla società basato su valori quali condivisione, empatia, crescita e libertà. Questo è la strada che la redazione di Centodieci percorre insieme ai suoi autori, tutti uniti nello scovare e proporre a voi idee vincenti, eventi e personaggi di valore che con il loro coraggio hanno cambiato le regole del gioco. Ma la nostra piattaforma è aperta anche al vostro contributo: se avete pubblicato contenuti online che ritenete in linea o avete visto e apprezzato quelli di altri nei [...]
Siamo tutti, in qualche misura, personaggi pubblici. E a renderci tali sono stati probabilmente i social network attraverso i quali scegliamo di comunicarci, di esporci quotidianamente con idee, gusti e pensieri più o meno articolati. Ecco, però, 7 errori da aggirare che a ben vedere non valgono sono su internet, ma anche al di là dei monitor.
- Parlare senza cognizione di causa
Evitiamo le opinioni pressappochiste e non informate sui fatti. È triste leggere o ascoltare castronerie che non derivano da nulla se non dal senso comune, e dai luoghi comuni. Se un tema di cui vogliamo parlare ci sta a cuore, approfondiamolo prima di scrivere o discuterne. - Essere eccessivamente «verticali»
Se, per esempio, lavorate nel campo delle mattonelle sarà interessante tenersi informati sulle mattonelle grazie al vostro approccio «verticale». Però variare un po’ fa bene: essere professionali sui social (e nelle conversazioni) è nulla meno che sensato, ma ci vuole abilità nel mischiare l’expertise anche a un pizzico di calore e umanità. - Sottovalutarsi
Cosa c’è di peggio di una persona troppo piena di sé? Una persona troppo insicura, che quasi chiede scusa ogni volta che esprime un’opinione o dice la sua. Nessuno vuol essere ufficio stampa di se stesso, ma bisogna anche ragionare sui benefici che vengono da un po’ di comunicazione (online e offline) della propria attività/personalità. - Essere vaghi, sparando nel mucchio
Le «frecciate» urbi et orbi (non solo sui social) sono tremende. L’unica cosa che sono in grado di fare è dirla molto lunga su chi le scocca. - Essere avidi
Un altro grande «don’t»? Aspettarsi un sacco di like e commenti (o ascolto, se si è faccia a faccia) rimanendo sempre immobili, senza offrire un’oncia a nessuno. Mai un commento sulla bacheca di qualcun altro, mai un cuore su Instagram o una risposta a una storia, mai un messaggio, mai un «come va?». Comunicare «venitemi a cercare, io sto qui» è controproducente. - Usare un linguaggio abusato e fintamente hipster
Siete dei «beauty lover food-porn addict»? Ok, meglio dire che siete amanti della bellezza che apprezzano le gioie del cibo. Sarete più credibili e originali, garantito. Bene anche limitare le «coincidenza? Io non credo», «anche no», «x ne abbiamo?» sui social. Anche basta. - Preferire la quantità alla qualità
Postate continuamente, magari siete in viaggio e snocciolate duecento foto di fila su Instagram o riportare ogni singola notizia dai quotidiani. A parte che – dovreste saperlo – un post cannibalizza il precedente agli occhi dell’algoritmo, risulterete eccessivi e un po’ raffazzonati. Meglio poco, ma ben fatto, e sentito. Nella vita, non vomitate chiacchiere a spiovere sul vostro interlocutore.