Federico II di Svevia, Imperatore e Meraviglia del mondo
In una miniatura tratta dalla Cronica figurata di Giovanni Villani è rappresentata la nascita di Federico II: all’interno di una tenda rossa, allestita nella piazza della cittadina di Jesi, la quarantenne imperatrice Costanza d’Altavilla partorisce pubblicamente colui che, nel terzo canto del Paradiso, Dante descrive come l’ultima possanza.
Il futuro imperatore è battezzato Federico Ruggero, in omaggio ai nonni Federico Barbarossa e Ruggero II d’Altavilla; nel suo doppio nome c’è la memoria della dinastia normanna e il futuro di quella sveva. Anche Pietro da Eboli nel suo Liber ad honorem Augusti (1196) documenta la nascita in viaggio di Federico II; la miniatura che accompagna il teso raffigura Costanza sulla groppa di un cavallo con in braccio, come un novello messia, il figlio neonato. L’imperatrice e la sua corte sono diretti a Palermo dove l’imperatore Enrico VI Hohenstaufen è stato incoronato Re di Sicilia.
L’ambiente palermitano, caratterizzato dalla convivenza di culture e religioni diverse, segna profondamente gli anni di formazione di Federico II. Orfano e già re di Sicilia a soli quattro anni, vive come recluso nel Castello di Maredolce, che era stato il principale luogo di soggiorno di Ruggero II anche noto come “il solatium regio della Favara”. Il palazzo della Favara, dall’arabo Fawarah, era circondato da un grande lago che lo bagnava da tre lati, il “mare dolce”, alimentato da una sorgente che scaturiva dal vicino Monte Grifone (Cfr. De Seta, Spadaro, Troisi, Palermo città d’arte, 1999, p.101). Qui Federico assimila la bellezza della diversità, nella Palermo cosmopolita del XIII secolo apprende la felice mescolanza di culture, lingue e credi diversi e comincia a tessere le trame del suo impero.
Lo spettacolo Stupor Mundi – Io sono Federico II presentato da Centodieci e Charlot per Palermo Capitale della Cultura 2018, mette in scena attraverso un monologo a specchio un racconto/riflessione che ripercorre l’esistenza di Federico II di Svevia, imperatore, re di Sicilia e di Gerusalemme, re dei Romani, “Meraviglia del mondo”. Un viaggio intenso condotto dalla regia di Gian Luca Bianco che vede confrontarsi un Federico ormai giunto al termine della sua esistenza, interpretato da Michele Placido, e il suo doppio giovane, con voce e volto di Brenno Placido.
Lo spettacolo si nutre delle fonti letterarie per descrivere l’indole e le passioni che hanno alimentato l’esistenza dell’Imperatore, uomo di ingegno moderno le cui riflessioni rispondono a problematiche ancora attuali. Il suo interesse per l’architettura, la geometria e l’astronomia prende forma nelle tante costruzioni che volle progettare e ripristinare. Tra queste i castelli, di cui resta testimonianza ad Enna dove fece edificare il Castello di Lombardia e la Torre Ottagonale che divenne la sua residenza estiva, scelta per la posizione favorevole come luogo di osservazione del cielo stellato e dei tracciati viari siciliani. La torre di Enna è uno dei più interessanti monumenti federiciani in Sicilia che, nella sua pianta ottagonale, celebra “l’equilibrio cosmico, poiché l’otto è il numero delle direzioni cardinali unite alle direzioni intermedie” (J. Chevalier, A. Gheerbrant, Dizionario dei simboli, 1999, p.175), sibolo di un’armonia localizzata in quella parte centrale dell’isola che già i Romani avevano identificato come Umbilicus Siciliae.
Nella Cattedrale di Palermo, edificio rappresentativo della stratificazione culturale della città, a sinistra dell’ingresso della chiesa c’è la tomba di Federico II. Tra i sarcofagi di Ruggero II e Costanza d’Altavilla si distingue il monumentale sarcofago in porfido rosso dell’imperatore che mutò mirabilmente le cose. Quasi un calcolato ritorno alle origini, al rosso della tenda che accolse Federico appena nato: “l’uomo nuovo, il sovrano che, rinato, resuscita e rigenera”.
Lo spettacolo che andrà in scena il 21 settembre e il 1° ottobre nelle splendide cornice di Siena e Cosenza racconta la figura di Federico II all’interno del contesto culturale in cui visse, riflettendo sull’attualità dei temi che attraversano il racconto serrato della vita dell’Imperatore.