Ale e Franz: amicizia e solidarietà a Palermo Capitale della Cultura 2018
Le relazioni umane come fulcro dello spettacolo teatrale di Ale e Franz che in “È tanto che aspetti?”, spettacolo inserito nel ciclo degli eventi di Centodieci per Palermo Capitale della Cultura, riportano in scena cavalli di battaglia come i gangster noir o i famosi dialoghi sulla panchina, osservando in modo divertente e scanzonato l’intricata autostrada di emozioni e ragionamenti che siamo in grado di costruirci e costruire, mettendo a fuoco ciò che di comico e folle c’è nell’essere umano.
Al pubblico del Teatro Politeama viene offerta una soluzione, tanto semplice quanto efficace, come quella di ridere insieme delle manie, ossessioni e ingenuità che inevitabilmente sono presenti in ognuno di noi. L’obiettivo è quello di capirsi, di parlarsi, di sentirsi ma sono tanti lati messi in scena dal duo milanese che a Palermo si sente a casa, ed è vero, conoscerli tutti renderebbe le cose più semplici, ma al tempo stesso certamente meno divertenti. Così si finisce per esplorare il mondo delle relazioni a cui Ale e Franz da sempre si ispirano, materiale umano che è fonte inesauribile e punto di partenza da cui tutto nasce, in cui il ragionamento si smonta e si rimonta, in cui il segreto è sempre quello di ridere di noi stessi, perché viene sempre sottolineato il fatto che le cose appaiono diverse a seconda delle angolazioni con cui vengono osservate.
E nel pubblico che sorride guardando i tanti uomini messi in scena da Ale e Franz, c’è forse anche un pizzico di sarcasmo dei due comici che, portando sul palco diversi modi di vivere e di pensare, ma anche tic, ingenuità e virtù, forze e follia, sorridono nell’interloquire con una platea che finge di non vedere che è proprio essa stessa a essere rappresentata.
Il rapporto di reciprocità che i due comici instaurano con gli ospiti presenti diventa quindi la chiave per accedere al racconto che di volta in volta può giungere a toccare diversi gradi di profondità e sfumature di tematiche essenziali quali l’amicizia e la solidarietà. Guardarsi allo specchio, cercarsi e riconoscersi tra la folla, per ridere di gusto, insieme, anche nel momento di confronto finale con le oltre ottocento persone presenti: un momento per le domande che si tramuta in una sorta di corrida e cabaret in cui le maschere presenti nello spettacolo prendono forma, colore e magia, interloquendo con un duo che sorride guardando i propri personaggi allo specchio e sotto la lente di ingrandimento che solo Palermo e la Sicilia possono regalare.