Come riconoscere una persona narcisista sui social network
Innanzitutto è opportuno definire cosa si intende per narcisismo.
Cos è il narcisismo?
Il termine narcisismo deriva dal mito greco di Narciso che rifiutò l’amore della ninfa Eco e fu destinato a innamorarsi della sua stessa immagine. Successivamente la parola è diventata di pertinenza della psicologia ed è stata definita in modo parzialmente differente dai diversi autori nel tempo. In generale possiamo individuare alcuni tratti di fondo nel narcisismo: difficoltà nel mantenere relazioni soddisfacenti, mancanza di autoconsapevolezza, scarsa empatia, difficoltà di mettersi nel punto di vista altrui, difficoltà nel distinguere sé dall’altro, ipersensibilità a critiche, appunti, disapprovazioni, inclinazione alla vergogna e al senso di colpa, grande enfasi sull’immagine di sé, adulazione verso i propri ammiratori, fastidio, rabbia, odio verso coloro che li disapprovano, utilizzo delle persone come strumenti per i propri scopi, scarsa gratitudine e rimorso, esaltazione delle proprie doti, fingersi più importanti, esperti, capaci rispetto a quello che si è realmente.
I tratti narcisistici della personalità (non patologici) possono essere presenti nella maggior parte delle persone, ma secondo l’American Psychiatric Association si stima che il vero e proprio Disturbo Narcisistico di Personalità, secondo la diagnosi del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders IV, sia presente nell’1% della popolazione adulta (o 2-4% secondo altre stime), e del 2-16% tra i pazienti ricoverati per disturbi mentali. Pare che il 50-70% siano uomini, prevalentemente abitanti nei Paesi occidentali.
Secondo il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders IV per definire un vero e proprio Disturbo Narcisistico di Personalità devono essere presenti almeno cinque dei seguenti sintomi:
– senso grandioso del sé, cioè un senso esagerato della propria importanza
– presenza di fantasie di successo illimitato, potere, effetto sugli altri, bellezza, o amore ideale
– convinzione di essere speciali, unici, di poter essere capiti esclusivamente da persone speciali
– impegno a ricercare vicinanza, associazione a persone di status molto elevato
– richiesta di ammirazione eccessiva rispetto al normale o al proprio reale valore
– forte sentimento di propri diritti e facoltà, convinzione irrealistica che altri individui o situazioni debbano soddisfare le proprie aspettative in modo immediato
– usare le altre persone per raggiungere i propri scopi, senza provare rimorso
– carenza di empatia, incapacità di riconoscere le emozioni e i sentimenti altrui o mancanza di attribuzione di valore a essi
– invidia verso gli altri e convinzione che essa venga provata anche dagli altri verso se stessi
– modalità affettiva di tipo predatorio, con rapporti di forza sbilanciati, scarso impegno personale, desiderio di ricevere più di quello che si offre, che altri siano affettivamente coinvolti più di se stessi, comportamenti arroganti e presuntuosi.
Secondo Andrew Keen pare che l’egosurfing, la ricerca, l’osservazione, l’ammirazione di sé, l’esibizionismo, il web partecipativo con i blog, i social possano stimolare ampiamente lo sviluppo e la manifestazione dei propri tratti narcisistici, senza però sempre né necessariamente sfociare nel patologico. Creando prodotti autoreferenziali, autocitazioni si finisce con l’autogratificarsi. Jean Baudrillard aggiunge che in questa società tecno mediata si consuma la propria immagine affogandola nell’autoreferenzialità e negando l’alterità.
Se è vero che questo culto di sé potrebbe favorire la riparazione di ferite subite in passato, è altrettanto vero che senza un adeguato supporto professionale in questo percorso il rischio può essere una ulteriore destabilizzazione della persona.
Come riconoscere una persona con forti tratti narcisistici nel web e nei social?
Secondo Richard Zwolinski una persona con forti tratti di narcisismo nel web e nei social si riconosce da questi indizi:
– nei Social, Facebook, Twitter, Instagram, ecc., spesso pubblica contenuti sul suo profilo, ma raramente commenta i post altrui
– appone “like” a sé o commenta se stessa
– spesso i suoi post ricevono molti commenti, ma lui di rado li ringrazia o commenta a sua volta. A quel punto le persone se ne vanno e si verifica un ampio turnover tra gli amici
– di frequente pubblica dei selfie, ma raramente sono scattati e pubblicati direttamente, in genere rappresentano pose artificiose, seduttive e in generale rappresentano il lato migliore di sé
– i post tendono ad essere grandiosi e ripetitivi, accentuano ciò che si ha, si è, si raggiunge
– la foto del profilo viene cambiata di frequente e altrettanto spesso si chiedono feedback agli amici in merito
– si possiede un ampio numero di “amici” o contatti, si accetta chiunque, e talvolta si sponsorizzano i propri contenuti al solo scopo di acquisire nuovi amici
– si preferisce la quantità alla qualità
– si tende a manipolare le persone per i propri scopi, specie di visibilità e approvazione
– se non si sente di ricevere sufficienti complimenti e apprezzamenti, li si chiede apertamente
– si chiedono informazioni sugli altri, ma quasi mai si risponde alle domande poste dagli altri su se stessi
– si vanta dei propri gusti, tendenze, scelte, acquisti, partner, casa, figli, soldi, successo, ecc.
– mette in cattiva luce chi, eventualmente, li contraddice, incitando gli amici a erigere un muro contro tale persona
– i “like” che appone su pagine e post sono finalizzati a creare una buona impressione di sé sugli amici (es. cause sociali, di volontariato, brand prestigiosi, ecc.).
Lungi dal creare decaloghi prefabbricati per inquadrare pedissequamente le persone, secondo noi resta valido un assunto di base: ogni individuo va conosciuto, ascoltato, osservato, il più possibile senza etichette, pregiudizi, preconcetti, meglio ancora se vis a vis. Solo a quel punto si può essere in grado di sentire se è sulla nostra lunghezza d’onda ed eventualmente frequentarlo, o meno. In caso contrario, si può tornare tranquillamente sulla propria strada, senza giudizio, né rimpianto, con la consapevolezza di avere avuto un’esperienza umana con una persona che rispettiamo ma con cui, molto semplicemente, non siano in sintonia.