Patch Adams per Centodieci è Ispirazione mette in scena la rivoluzione dell'amore
Il Tour 2017 di Patch Adams con Centodieci, che è passato dal Triveneto all’Emilia Romagna senza dimenticare Toscana e Umbria, non è il classico evento Centodieci è Ispirazione, è una festa, un’esplosione di colori, di gioia, di amore. E di riflessione.
Il medico più famoso del mondo, padre riconosciuto della clownterapia a livello planetario, parte da lontano nel suo racconto, da quando era bambino, figlio di un militare americano della seconda guerra mondiale, e veniva bullizzato dai suoi coetanei per la sua maggiore sensibilità: “Un giorno ho capito che il bullo non picchia il suo giullare, ecco perché sono diventato un clown, per salvarmi la vita” racconta sul palco in compagnia della traduttrice, membro di Aiic, Cristina Finotti.
Un clown prima di essere un medico quindi, una sensibilità che lo stesso Patch Adams, oggi 72enne, ha portato dietro per tutta la sua vita: “Volevo fare un mestiere che portasse l’amore e la compassione alle persone, ma tutti i lavori di questo tipo erano svolti dalle donne, tranne quello di medico, per questo ho deciso di fare il dottore”. Chiariti i due punti principali il protagonista continua nel suo racconto coinvolgendo le varie platee in giro per l’Italia, raccontando di aver provato a togliersi la vita per 3 volte quando, da ragazzo, non si riconosceva in un mondo in cui i valori più importanti erano denaro e potere ma, dopo il famoso discorso “I have a dream” di Martin Luther King, di aver deciso di creare la rivoluzione dell’amore per tutta la sua vita. Una rivoluzione che partiva e ancora oggi parte dalle piccole cose, come sedare le liti per la strada con abiti buffi e strani dispositivi medici (una strana dentiera, una finta candela al naso e particolari abiti da clown che sono divenuti ormai il suo outfit quotidiano), e che si permette di sognare in grande con la costruzione di un ospedale gratuito nello stato più povero degli Stati Uniti, la West Virginia. Una rivoluzione fatta per gli altri, ma in primis per se stesso: “Essere gentile, amichevole e amare il prossimo è ciò che da sempre mi fa stare bene” ha ripetuto più volte.
Le oltre due ore scorrono via con tanti piccoli consigli e aneddoti che fanno capire che, davvero, Patch Adams crede e vive per quello che fa in un ambiente contagioso; non mancano infatti i laboratori per la platea, da quello legato all’esercizio fisico come ballare sulle note di Chuck Berry e della sua “Johnny be good”, a quello sull’abbraccio, un atto “in cui c’è tutto ciò che dai e tutto ciò che ricevi”. E se l’abbraccio più lungo del medico del sorriso è durato 12 ore, quello del pubblico di Centodieci è Ispirazione, due a due con un perfetto sconosciuto, dura tre minuti intensi. E poi? Poi ci sono i racconti delle missioni clown in giro per il mondo, là dove la sofferenza è forte e il dolore, per qualche minuto, scompare grazie alla terapia del sorriso; ci sono spunti di riflessione legati alla ricchezza, quel concetto che il mondo di oggi identifica come l’essere economicamente facoltosi. Secondo Patch Adams si può essere ricchi in mille modi diversi: di affetti, di arte, della natura che ci circonda che regala spettacoli meravigliosi. Ricchi, e rivoluzionari.