Per affrontare un grande problema occorrono piccole soluzioni
Cambiamento è una parola sulla tastiera di tutti.
Chi di noi non si è confrontato con l’inerzia di un team di collaboratori che non sembra digerire un nuovo piano di sviluppo? O chi, ancora, non è mai stato alle prese con la difficoltà di mantenere un impegno preso con se stessi, per esempio attraverso una dieta o un programma serio di allenamenti?
Il tema è di quelli importanti, sul quale hanno sbattuto la testa e ancora la sbattono studiosi, ricercatori e motivatori da ogni angolo del mondo. Ma come far scattare l’interruttore mentale che ci spinge verso una specifica azione?
C’è un libro che si intitola proprio Switch, Come cambiare quando cambiare è difficile, scritto da due economisti comportamentali, Chip e Dan Heath. Questo libro si basa su una metafora molto celebre in psicologia e che descrive il nostro cervello come un bel guazzabuglio in cui convivono un Elefante e la sua Guida.
La mente, infatti, da una parte pianifica in modo razionale la strategia d’azione, e questa è per l’appunto la Guida che controlla il pachiderma. Dall’altra, però, ci sono molte situazioni in cui le emozioni e le reazioni istintive hanno il sopravvento: quando una torta al cioccolato mette in discussione la nostra attenzione per la linea, o quando cambiare un certo comportamento consuma troppe energie mentali e, per l’appunto, l’Elefante prende il controllo.
Non è un caso che sia stato scelto l’elefante: è un animale bello grosso, difficile da guidare. È appunto indice di tutte quelle situazioni in cui la razionalità pianificatrice viene messa fuori causa dall’emotività.
E allora, come riuscire a mettere insieme l’elefante e il suo autista?
Lo schema consiste in realtà di tre passaggi: indirizzare la Guida, motivare l’Elefante e tracciare il percorso.
Un esempio serva a far capire il portato del metodo. Chip e Dan Heath citano un caso legato al problema dell’obesità e del peso eccessivo negli Stati Uniti. Come intervenire?
Tradizionalmente, si potrebbero spendere dei soldi per lanciare una campagna che lavori molto sulla consapevolezza: informare le persone di una corretta alimentazione, invitando a mangiare sano.
Funziona?
I dati sembrano dare una risposta abbastanza inequivocabile: NO.
Dire a una persona di mangiare sano è generico come affermare che la fame nel mondo si risolve riducendo la povertà. Grazie tante.
Spesso, per avere un impatto significativo su problemi anche grandi, servono soluzioni micro che vadano nella giusta direzione. Nel caso specifico, due ricercatori dell’università della West Virginia misero in piedi un esperimento molto interessante.
Prima di tutto, per tracciare meglio il percorso, cercarono di capire cosa gli americani intendono quando parlano di ‘mangiare sano’: con un brainstorming accurato, notarono che una maggioranza significativa delle persone faceva riferimento al latte quando pensava a un cibo nutriente e salutare. A quel punto, il secondo passaggio è motivare l’elefante. E come?
I due architettarono una campagna di comunicazione che si basava su un messaggio forte: un solo bicchiere di latte intero contiene gli stessi grassi di 5 fette di pancetta. Ecco il lato emotivo che viene immediatamente messo in allarme di fronte a un dato spesso trascurato e a un’immagine molto vivida.
L’ultimo passaggio consiste nell’indirizzare la guida, per rendere più semplice il compito del guidatore: cosa di meglio che indicare un’azione specifica?
Nel caso in questione, si decise di consigliare alle persone di acquistare latte parzialmente scremato in luogo di latte intero. Sul campione di persone analizzate, i risultati furono eclatanti!
Questo è però soltanto un esempio, insieme ai tantissimi altri presentati in Switch, per accendere il nostro interruttore del cambiamento.
Forse il messaggio principale di questo metodo si riassume con una frase: “Capita di rado che un grande problema venga risolto con soluzioni altrettanto grandi. Più spesso i problemi si risolvono con una sequenza di soluzioni piccole”.
Siete pronti a tenere a bada il vostro elefante, indirizzando al meglio la Guida per un percorso di vero cambiamento?