Se ti sembra di annegare nell’eccesso di stimoli, stai ragionando con la mentalità sbagliata
Al liceo ero molto appassionato di musica. Acquistavo riviste specializzate, programmavo con attenzione gli acquisti di cd, scambiavo con gli amici le cassette degli album più belli. Questa cura era determinata dalla relativa difficoltà di accesso all’ascolto. In una parola: dalla scarsità.
Oggi sono sempre molto appassionato di musica. Investo mensilmente la metà del costo di un solo cd per avere un abbonamento che mi consente di avere quasi tutto ciò che amo ascoltare. Mi permette anche di scoprire nuovi generi, mi fornisce suggerimenti coerenti con i miei gusti e mi accompagna ovunque attraverso qualsiasi device.
La musica è diventata per me abbondante. Lo stesso è accaduto per la fotografia, la lettura, l’informazione e buona parte dei consumi personali.
Stiamo assistendo a un vero e proprio cambio di paradigma, dalla scarsità all’abbondanza, dovuto alle tecnologie digitali, che sta progressivamente permeando il mondo fisico.
Peter Diamandis, co-fondatore della Singularity University e studioso della mentalità dell’abbondanza, snocciola alcuni dati: negli ultimi 50 anni la popolazione mondiale è raddoppiata, ma il PIL pro-capite triplicato; un guerriero Masai oggi ha a disposizione una comunicazione mobile nettamente migliore di quella di cui disponeva Reagan 30 anni fa e, attraverso Google, è in grado di accedere a più informazioni di quelle che aveva Clinton 20 anni fa.
Secondo l’Harvard Business Review, le aziende che hanno un approccio orientato all’abbondanza e alla crescita hanno performance migliori perché “i dipendenti si sentono maggiormente motivati e vengono premiati per le capacità di collaborare ed innovare”.
Come fare, dunque, per sviluppare una mentalità dell’abbondanza, che ci consenta di cogliere il meglio del mondo in trasformazione?
Comprendere sé stessi
Spesso quello che ci frena nella vita è l’eccessiva focalizzazione sui vincoli più che sulle opportunità. Il che è, naturalmente, comprensibile dato che il nostro istinto animale, che ci ha consentito di sopravvivere ad ambienti estremamente ostili, è programmato per reagire a pericoli e scarsità, ad esempio di cibo. La nostra psicologia, i nostri atteggiamenti, persino il nostro linguaggio sono permeati da questo spirito. Analizzare quante volte i nostri discorsi evidenziano la mancanza più che la ricchezza riserva sempre delle sorprese. Ad esempio, rispondiamo semplicemente “bene” alla domanda “come stai”? Riprendere in mano i propri riflessi condizionati scoprendo quelli che ci tengono ancorati a una mentalità dell’insufficienza è il primo passo da compiere.
Apprezzare, apprezzare ed apprezzare
Marc Trussler e Stuart Soroka della McGill University hanno condotto uno studio sulla reazione di un centinaio di studenti di fronte ai media, scoprendo che la mente umana è per natura più indirizzata alle parole che definiscono qualcosa di negativo. Dobbiamo, dunque, combattere ancora una volta contro la biologia per coltivare un atteggiamento di apprezzamento. Una strategia semplice, ad esempio, è iniziare un “un diario della gratitudine” su cui raccogliere ogni mattina almeno tre elementi positivi della propria esistenza. Sulla prima pagina potrebbero essere annotate le parole dello psicanalista Massimo Recalcati: “Ho realizzato quello che nemmeno osavo sognare da ragazzo. Sono continuamente attraversato da mancanze, ma quello che ho mi fa felice”.
Allenarsi
Comprendere e coltivare l’abbondanza è una competenza e, quindi, si può acquisire. Per velocizzare tale processo di apprendimento, la parola chiave è gamification, ovvero vedere il percorso come se fosse un gioco quotidiano. Happify, ad esempio, è un servizio online che consente di tenere traccia dei propri progressi e di perfezionare molti aspetti delle proprie abitudini. Vedere grafici e risultati degli sforzi, attraverso una semplice interfaccia grafica, rafforza la motivazione e velocizza l’apprendimento. Le parole chiave sono, in questo caso: sbagliare, ritentare, migliorare.
Comprendere sé stessi, apprezzare e allenarsi sono tre passaggi indispensabili per costruire e consolidare una mentalità orientata all’abbondanza, che, in fondo, ha ben poco a che fare con i beni materiali. Le più famose parole sul tema, non a caso, sono quelle del tutto spirituali che troviamo in Giovanni 10:10: “Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”. Ecco la fiducia di cui abbiamo bisogno.