Il benessere dipende dalle scelte più semplici: mangia bene, dormi, muoviti
La nuova frontiera della produttività personale si chiama benessere. Secondo moltissimi studi, infatti, è proprio ciò che facciamo fuori dalla sfera lavorativa ad avere un impatto sulle nostre prestazioni. Gli atleti e i cosiddetti “peak performer”, ovvero tutte quelle persone che lavorano in condizioni di massima resa, lo sanno benissimo: conoscere e gestire attività come sonno, alimentazione e movimento è essenziale.
Eppure sono ambiti che molti di noi trascurano. Le riunioni alle 8 di sera, i panini alla scrivania e una vita sedentaria fanno parte delle nostre giornate e, inesorabilmente, consumano energie e, quindi, intaccano la capacità di prendere decisioni in modo equilibrato.
Come agire per evitare di essere in quel 44% di lavoratori europei che, secondo Adp, si sente “costantemente stressato”? Ecco qualche spunto.
Rifocalizzare la propria attenzione sulle scelte di base. Si tratta, in pratica, di avere un atteggiamento che riporti consapevolezza anche nei gesti banali. Headspace è una nota app che aiuta a meditare e fornisce alcune ottime indicazioni su come integrare la mindfulness in ogni attività. Quando ci laviamo i denti, ad esempio, possiamo sentire la nostra fisicità a contatto con lo spazzolino, osservare i movimenti e assaporare l’aroma del dentifricio. Insomma, la scelta è tra inserire l’autopilota mentre vaghiamo distrattamente per casa con la bocca impegnata o concentrarci su quello che stiamo facendo.
Dormire bene. Arianna Huffington da qualche anno conduce una battaglia sul sonno, che in una TED Talk definisce “Una piccola idea in grado di sbloccare miliardi di grandi idee”. Secondo recenti studi condotti dall’Ospedale Niguarda di Milano, oltretutto, dormire aiuta a consolidare meglio nel cervello le novità. Aveva ragione mia mamma, che da bambino mi aiutava a ripassare la sera prima dell’interrogazione. “Vai a letto – diceva – e vedrai che domani mattina ti ricorderai tutto bene”. Meglio dormiamo più impariamo, dunque.
Mangiare in modo sano. La nostra attenzione è fortemente dipendente da come ci alimentiamo ma spesso fare, sul luogo di lavoro, la scelta migliore non è facile. In una giornata particolarmente intensa capita di inserire la monetina nella macchinetta e prendere lo snack che ci pare più appetitoso, che, tuttavia, di solito ha il difetto di essere carico di zuccheri. Una volta esaurita velocemente la loro capacità propulsiva, ci rimane un buco nello stomaco. Che inevitabilmente viene riempito da un altro snack. L’ Harvard Business Review ci invita a prestare attenzione alle scelte nutrizionali: “La buona notizia è che, al contrario di quello che molti di noi pensano, il trucco per mangiare bene non è imparare a resistere alle tentazioni, ma è rendere il cibo salutare la scelta più semplice possibile”. Questa è la ragione per cui accanto al mio pc non manca mai la frutta, che mi tiene lontano dalle macchinette.
Muoversi. Molti scienziati sostengono che la sedentarietà sia pericolosa quanto il vizio del fumo. Secondo The Lancet sarebbe necessaria un’ora di attività fisica quotidiana per cancellare gli effetti delle 8 ore alla scrivania. Del resto, il movimento fa parte delle routine delle persone di maggior successo: da Richard Branson all’ex presidente Obama, che nella sua autobiografia “I sogni di mio padre” sostiene di aver sofferto di una bassa produttività fino a quando non ha iniziato a correre 5 miglia al giorno. “Non è necessario fare sport o andare in palestra – sostiene Ulf Ekelund, professore della Cambridge University – ma è importante muoversi un’ora al giorno, ad esempio camminando velocemente o andando in bicicletta”. Ancora, secondo la University of East Anglia, i pendolari che pedalano godono di maggiore concentrazione durante le ore lavorative. Il cervello, evidentemente, resta più ossigenato.
Le cattive decisioni in inglese si chiamano “poor decisions”, perché sono intrinsecamente “povere”. La nostra vera ricchezza, infatti, è il benessere personale. Rimettiamolo al centro delle nostre vite.