Non riesci a prendere una decisione importante? Lancia una monetina
In un mondo sempre più complesso, prendere decisioni è affare di tutti i giorni. E prendere la decisione giusta diventa una skill decisamente in grado di segnalare una persona rispetto a un’altra. Non è un caso che, in ambito formativo, aumentino a vista d’occhio i corsi e attività di training sul problem solving, il decision making, il coaching motivazionale, le tipologie di leadership o il live case motivazionale. Alla fine vogliamo che qualcuno ci guidi nella grotta buia delle decisioni da prendere. È normale, dunque, che abbia fatto molto parlare di sé uno studio, non ancora pubblicato, di Stephen Levitt, economista di Chicago e celebrato autore del best-seller Freakonomics, che ha realizzato un esperimento decisamente singolare e assolutamente unico nel panorama accademico.
Economisti e scienziati sociali si interrogano da sempre sul perché una persona prenda una determinata decisione e cercano anche, con le metodologie più diverse, di trovare numeri che confermino una tesi piuttosto che un’altra. Il più delle volte, tuttavia, anche quando si cerca in laboratorio di replicare, attraverso un esperimento, determinati meccanismi di scelta, non è possibile costruire scenari che siano paragonabili alla vita reale.
Se, per capirci, volessimo identificare l’effetto che la decisione di divorziare produce sulla persona interessata, dovremmo poter verificare sperimentalmente la questione servendoci di un campione di persone scelte casualmente tra chi sta considerando la possibilità e ha le stesse caratteristiche, facendo sì che metà dei soggetti coinvolti divorzi e l’altra metà, invece, prosegua con la vita di prima, facendo da gruppo di controllo. E monitorarne la qualità della vita nel tempo. Ci sono tutta una serie di difficoltà, etiche e di realizzazione pratica, che rendono chiaramente impossibile un’analisi di questo tipo.
Perciò Levitt ha realizzato un esperimento sui generis, realizzando un sito web in cui ha invitato lettori di Forbes, Reddit e Financial Times ad accedere su base volontaria. Chi lo desiderava, poteva esporre la sua empasse decisionale su grandi questioni di vita (divorziare o interrompere una relazione, cambiare lavoro e licenziarsi, per non fare che un esempio). Il sito ha avuto parecchio successo, perché in un anno Levitt ha raccolto più di 20 mila osservazioni.
Il lancio di una monetina virtuale (che al ricercatore serviva per garantire il ruolo giocato dal caso) suggeriva al lettore di turno quale decisione prendere rispetto al problema. Naturalmente gli utenti avevano la facoltà di seguire o meno il consiglio, ma Levitt ha realizzato due follow up con ciascuna persona via email, due mesi dopo e sei mesi dopo il decision point, per cercare di capire gli effetti della decisione sulla vita delle persone coinvolte.
Il risultato davvero interessante è che le persone che decidevano di seguire il consiglio della monetina dichiaravano di essere più soddisfatte rispetto a quelle che non lo avevano fatto.
Levitt ha anche cercato di capire se i soggetti dell’esperimento, a margine, prendevano la decisione giusta. Il lancio della moneta ha spinto le persone verso una certa scelta, perché il 63% dei rispondenti, dopo due mesi, dichiarava di avere seguito il consiglio della moneta, contrariamente al 50% che ci si potrebbe aspettare se le monetine fossero irrilevanti. Grazie a questa differenza, è stato possibile isolare tali soggetti e verificare che, per loro, di fronte a un possibile grande cambiamento, il lancio di una moneta aumenta effettivamente la probabilità di intraprenderlo e, allo stesso tempo, quella di essere più felici.
Ovviamente ci sono un sacco di caveat in questo studio, che lo stesso autore riconosce professionalmente nell’articolo scientifico. Il campione di soggetti non è rappresentativo della popolazione, dato che i lettori dei media citati prima non sono senz’altro confrontabili con il cittadino medio. Inoltre, lo studio era inevitabilmente su base volontaria, il che significa che è possibile che vi abbia partecipato un tipo di persone ancora una volta non indicativo del comportamento tipico delle persone. Infine, riportare di essere più felici è davvero un buon indicatore della qualità della scelta? In realtà, chi ha preso la decisione, potrebbe essersi convinto di avere scelto l’opzione migliore e avere modificato di conseguenza la propria auto-percezione.
Ciò nonostante, quello che è abbastanza evidente, e comunque non banale, è il ruolo esercitato da un fatto puramente casuale (il lancio di una moneta) rispetto a scelte decisamente pesanti. Siamo tutti affetti dall’inerzia dello status quo nelle piccole cose: tendiamo, cioè, ad abbracciare le nostre abitudini e a non volerle abbandonare facilmente. Questo studio ci dice come, anche in contesti più complessi, le persone diano molto credito al caso.
Per cui, come scriveva l’Economist nell’articolo che presentava lo studio, se siete stanchi del vostro amico che, davanti all’ennesima birra, vi parla di quanto le cose non vadano bene con la fidanzata; o se il vostro socio mostra l’ennesimo dubbio rispetto all’opportunità di investimento che avete di fronte, non dimenticate di avere un’arma potentissima a disposizione. Nel vostro portafoglio.