Burnout, se lo conosci lo eviti: 5 consigli da attuare ora per imparare a gestirlo
Negli ultimi anni, moltissimi studi si sono concentrati sul cosiddetto burnout, ovvero quello che i nostri genitori chiamavano “esaurimento nervoso”. Si tratta di una sindrome complessa con molteplici aspetti emotivi e psicologici.
A causa della difficoltà di tenere il passo con ambienti lavorativi sempre più competitivi e stressanti, molti di noi sono a rischio (e per capire quanto, esistono diversi test di autovalutazione online). A differenza dello stress, che può anche avere un impatto positivo sulla nostra produttività, il burnout ha sempre una valenza negativa, che include sintomi come sensazione di perdita di controllo, stato di ansia generalizzato e diffuso, insonnia e anche manifestazioni psicosomatiche.
È importante riconoscere i segnali deboli di un possibile esaurimento, per prevenirlo. Vediamo come, raccomandando comunque di interpellare uno specialista se ci si trovasse in una fase di vero burnout.
- Staccare: spesso, in una fase di stress negativo e crescente, è arduo restare motivati e ottimisti. Inutile tentare l’impossibile, meglio staccare, spegnendo tutti i device e concordando con i propri colleghi e clienti dei momenti di irraggiungibilità assoluta. In fondo anche nelle società di consulenza, dai ritmi frenetici, viene concesso un giorno la settimana veramente “intoccabile”, in modo tale che ci si possa dedicare a sé e alle proprie relazioni e passioni. Un’ottima strategia per ritrovare la calma è, poi, la mindfulness, una forma di meditazione che consente di riguadagnare una normalità emotiva e una migliore presenza di sé in qualsiasi situazione. Per avvicinarsi alla pratica è possibile, ad esempio, utilizzare uno dei tanti servizi online, come Headspace o la app Buddhify, o, meglio ancora, scegliere un centro specializzato nella propria città. Il milanese Semplicemente Mindfulness è un buon punto di partenza, anche per la possibilità di accedere a meditazioni guidate online.
- Riconsiderare le proprie priorità: in un momento di stress intenso tutto sembra impellente e irrinunciabile. Sappiamo benissimo che non è così e quindi viene il momento di riconsiderare la propria to-do-list. Questa azione va condotta a mente fredda, sia comprendendo quali siano le attività in linea con i propri obiettivi personali, ad esempio utilizzando degli strumenti di produttività personale, sia evidenziando le attività che devono veramente essere fatte. Un modo semplice e immediato per un’analisi di questo tipo è la celebre matrice di Eisenhower che cataloga le attività secondo le dimensioni di urgenza e importanza. Quello che è importante e urgente dev’essere messo in cima alla lista delle priorità. Quello che è non importante e non urgente semplicemente non si fa.
- Imparare a dire no: soprattutto in organizzazioni gerarchiche, è facile cadere nella trappola (a volte nel vero e proprio ricatto) che ci porta a dire sì anche a richieste insensate, sottovalutando l’impatto che sulla nostra attività può avere un nuovo incarico. È dunque meglio dire un no cortese e fermo oggi, piuttosto che giustificarsi domani, magari dopo aver tentato l’impossibile per tenere fede a impegni presi nostro malgrado. Non è un caso che, secondo l’University of California di San Francisco, l’incapacità di dire no è direttamente correlata a disagi psicologici, tra cui ansia, depressione e burnout. Leggete dunque qualche suggerimento pratico per allenarsi a dire no in scioltezza.
- Delegare: è inutile che ci occupiamo direttamente delle attività che secondo la matrice di Eisenhower sono urgenti ma non importanti. Meglio delegarle, ad esempio negoziando con i propri superiori, o semplicemente esternalizzandole. Anche in questo caso la tecnologia viene in grande aiuto: sono tantissimi i siti, come Upwork, in cui professionisti spesso molto qualificati offrono i loro servizi a costi estremamente contenuti: dal personal assistant per gestire i propri viaggi e appuntamenti al web designer e al traduttore. Davvero vale la pena fare notte sull’impaginazione di una presentazione Powerpoint quando, probabilmente in India, un grafico professionista è in grado di fare meglio di noi, in minor tempo e per un costo ragionevole?
- Restare focalizzati: bene, arrivati a questo punto abbiamo capito che per evitare il burnout è importante saper gestire con calma le proprie attività e priorità. E una componente importante è la capacità di concentrazione, una merce sempre più rara in questi anni di costanti interruzioni. Mail, chat, telefonate e social spesso rendono il lavoro impossibile. A volte, è proprio l’ambiente dell’ufficio che rende il lavoro impossibile, come sostiene in questo interessantissimo TED Talk l’imprenditore Jason Fried. Per trovare il proprio ritmo e restare concentrati non serve altro che disciplina, esercizio e tattiche ad hoc. L’autorevole Harvard Business Review ha di recente lanciato un test online che permette non solo di capire quali sono le tipiche distrazioni “da scrivania” cui siamo più sensibili, ma soprattutto di trovare tecniche e strumenti personalizzati per superare il problema.
Un ultimo spunto arriva da mia nonna, morta da vivace ultracentenaria: guardando la Tv, si posizionava sempre molto lontana: «Ogni giorno ci sono brutte notizie, diceva, non voglio farmi coinvolgere troppo».
Tengo molto a questo ricordo, mi ha insegnato che proprio nei momenti di maggiore pressione è necessario mettere distanza tra sé e i problemi per ritrovare il proprio focus. Happy life!