Come costruire il nostro successo, personale e professionale, con la Social Relation e la Reputation Economy
Qualche giorno fa, al termine di un mio seminario sui social network, alcune persone mi hanno fermato per mostrarmi un articolo: «Siamo nell’economia della reputazione, è opportuno fare corsi e studi approfonditi sui social per capirne le modalità, evitare eventuali errori e sfruttarli per fare business». Cosa ne pensi?
La domanda ha fatto da spunto a una conversazione interessante che ho trasformato in questo post, per condividere con tutti voi alcuni concetti importanti, partendo da due dati: il primo, sono “solo” 11 anni che esiste Facebook; il secondo: pochi giorni fa un miliardo di persone si sono connesse a Facebook in un solo giorno, cioè un settimo della popolazione mondiale si è incontratata sul social network. Notando lo stupore ho ricordato che sì, stanno cambiando i tempi, che siamo nell’economia della reputazione, come si suol dire, ma non è che Facebook sia un fenomeno da studiare: è semplicemente una proiezione, un’estensione di quello che noi abbiamo sempre fatto. Ognuno di noi, continuamente, sia in ambito personale che professionale, cerca il modo migliore per interagire con gli altri, per una questione di educazione e rispetto, per piacere personale o magari per raggiungere un proprio obiettivo, lavorativo e non.
Insomma, Facebook è uno strumento di interazione, peraltro semplice da utilizzare, ma è anche un amplificatore di relazione.
Facciamo un esempio: se mi trovo in una piazza dove ci sono mille persone e con un megafono lancio un messaggio, questo raggiungerà al massimo mille persone, cioè quelle presenti in quel momento e in quel preciso luogo.
Se lancio lo stesso contenuto su Facebook – che conta circa 1,4 miliardi di iscritti – e utilizzo le corrette strategie di comunicazione, il mio messaggio può raggiungere potenzialmente milioni di destinatari.
La sostanza non cambia, muta soltanto la forma, il mezzo con cui vogliamo divulgare un pensiero, un’idea o un fatto. Se sappiamo quali strumenti utilizzare e conosciamo il modo migliore per farlo, possiamo far diventare virale qualsiasi tipo di contenuto. Più che nell’economia della reputazione, direi che viviamo nell’economia della relazione! Al cui interno certamente è compresa la reputazione. A fronte di tutto questo, corsi sull’uso dei social network sono sicuramente utili, vanno fatti velocemente e soprattutto non utilizzando un’impostazione mentale vecchia e quindi superata. Non bisogna perdere tempo domandandoci se riusciremo ad aumentare il fatturato applicando vecchie strategie di marketing ai social network: non è il momento giusto e non è una strada percorribile. Perché anche se l’ obiettivo è lo stesso, gli strumenti per raggiungerlo sono differenti e, come tali, richiedono conoscenze, accorgimenti e modalità d’uso diverse. A tal proposito, ritagliati quindici minuti della tua giornata per leggere questi tre interessanti articoli, ricchi di spunti su come fare comunicazione e marketing in maniera innovativa: Vendere attraverso i propri valori, Il marketing spirituale, I nuovi principi del marketing human-to-human. Come noterai, digitale e social media sono al centro di tutto, ma sono gli strumenti, non il fine. Di più, sono strumenti grazie ai quali ciò che torna a essere fondamentale sono valori, rispetto, trasparenza e relazione.
Fondamentale diventa quindi il ruolo di nuovi professionisti che conoscano bene i social e sappiano come muoversi, perché la pubblicità televisiva, radiofonica e con modalità tradizionali (manifesti e volantini) è in calo. E attenzione, bisogna essere veloci. Non si possono impiegare undici anni per avvicinarsi a questi strumenti. Non si può perdere tempo, perché sicuramente in questi anni ci sono altre realtà concorrenti che hanno già costruito una relazione solida con la maggior parte dei potenziali prospect, i clienti in target, hanno già una reputation valida e definito il proprio brand e la propria immagine. Queste aziende hanno lavorato in questi anni per ingaggiare il proprio target e si stanno relazionando con esso chiedendo feedback attraverso i social network per migliorare i servizi e cambiare i prodotti in funzione di quello che gli dice il sentiment, ovvero l’opinione pubblica osservata attraverso i social.
Risulta chiaro che la diffusione di questi strumenti cambia profondamente la percezione che le persone hanno del nostro essere e del nostro ruolo, nel bene e nel male: e qui sì che entra in gioco il concetto di reputazione digitale. Nel panorama italiano sono disponibili diversi strumenti per monitorarla in modo semplice; piattaforme che consentono di verificare quanto valga la propria reputazione sul web e che sintetizzano il tutto attraverso un indice proprietario della reputazione online che esprime la propria presenza sui motori di ricerca, la completezza del proprio profilo e l’attività nei social network. I contenuti online immediatamente associabili al proprio nome a seguito di una ricerca formano l’identità percettiva, fatta di testi, immagini, video: si tratta di una identità dinamica, che cambia nel tempo a seconda dei contenuti che il motore di ricerca ritiene più rilevanti, per questo è molto importante monitorarla costantemente.
Secondo Michael Fertik, avvocato ed esperto di reputazione online, nonché autore del recente libro Reputation Economy, «In futuro molte decisioni – ad esempio su lavoro e carriera – saranno prese sulla base della reputazione e sarà un software a fare una prima pre-selezione, magari cercando informazioni anche indietro nel tempo». ( A proposito, se il libro vi incuriosisce scaricate un estratto da leggere subito). Fertik spiega come insegna alle persone a sfruttare a proprio favore quanto sta accadendo: «La prima cosa da fare è collezionare recensioni positive da clienti entusiasti e condividere questo materiale il più possibile, su Facebook, LinkedIn, Tumblr, Twitter, ecc. I motori di ricerca le troveranno». Ed è questo che conta, farsi trovare e far trovare tracce postive di sé, perché la reputazione online presto avrà un valore molto più alto dei soldi: finora ha riguardato imprese, professionisti e personaggi di rilievo ma presto sarà una cosa che riguarderà tutti.
Siamo quindi di fronte a una nuova rivoluzione, a tutto campo: quella rivoluzione digitale che potrebbe permetterci di aumentare le vendite, di rinnovare le aziende e di rinnovarci come professionisti, di aumentare il fatturato e finalmente uscire dalla crisi. Una rivoluzione che darà vita a nuove attività, creerà nuovi posti di lavoro: in questo modo, i giovani e chi ora è disoccupato, troveranno finalmente giuste motivazioni e riconoscimenti economici adeguati andando a ricoprire ruoli professionali nuovi, che si creano giorno dopo giorno, e che rappresentano un futuro dentro cui stiamo già vivendo.