Tech Aviv: un viaggio nel futuro. Dove l’innovazione è nata dal nulla
Scrivo pieno di emozioni, forti, fortissime. Sono quelle che ho provato in questi giorni in Israele, a Tel Aviv, terra che trasmette valori incredibili e di cui, oltre allo spirito, ho colto la capacità d’innovazione. È quella che voglio raccontarvi in questa mia riflessione, è il motivo per cui d’ora in avanti mi sentirete parlare di Tech Aviv.
Quando si va alla scoperta di questa realtà, forse ancora poco conosciuta, è come fare un viaggio nel mondo che deve ancora venire. Dire che Israele è «la nuova Silicon Valley», modellata su quella della California, è un concetto già superato.
Israele, che è Paese nato dal nulla, è oggi la StartUp Nation per eccellenza.
È qui che nascono migliaia di startup ogni anno ed è qui che la percentuale di successo di queste risulta essere più alta di quella del resto del mondo. Israele, Paese nato nel deserto che ha saputo sviluppare competenze, consapevolezza e tecnologie incredibili, è diventato punto nevralgico per lo sviluppo dell’innovazione, migliaia di persone sono impiegate in questa rincorsa al futuro, le più grandi corporation hanno qui un proprio Innovation Lab. È un crogiolo di menti che fanno invidia alla Silicon Valley, una società mista nella quale l’immigrazione si è completamente integrata.
In questi tre giorni ho fatto tantissimi incontri… piccole e grandi startup, CitiBank, Microsoft, corporation, ministri. Al Ministero dell’Economia scopro dati estremamente entusiasmanti, simbolo di quanto questo Paese sia veramente un’eccellenza:
- secondo miglior ecosistema al mondo attorno all’innovazione e alla tecnologia (al primo posto la Silicon Valley), ma con una concentrazione di persone maggiore rispetto alla Silicon Valley;
- primo al mondo per capacità innovativa;
- primo al mondo per qualità delle istituzioni scientifiche;
- terzoper la qualità delle infrastrutture scientifiche;
- quarto per quelle tecnologiche.
Ho visitato anche l’Innovation Lab di Microsoft, ho toccato con mano la ricerca in tema di sicurezza informatica – ambito che dopo il caso italiano Hacking Team sapete bene quanto sia di attualità – sia sulla parte governativa che privata e ho capito quanto lo sviluppo di tecnologie in questa direzione sia oggi all’avanguardia.
Israele è già dentro una cyberwar senza fine, le sue reti governative sono tra le più attaccate da ogni parte, con aggressioni quotidiane che superano le migliaia.
Ho dedicato una intera giornata a conoscere le startup più innovative, all’importanza dei Big Data e alla scoperta del progetto Bridge di Coca-Cola.
Sei delle startup che ho incontrato sono connesse al mio ambito lavorativo, il mondo bancario e finanziario: qui ho conosciuto nuove aziende che si occupano di fintech (tecnologia applicata alla finanza), pensate che nel mondo sono addirittura duemila oggi e ben 350 si trovano a Tech Aviv!
Ciò che è emerso da ognuno dei singoli incontri è l’assoluta centralità delle relazioni tra le persone, lo human touch, e assieme a questo l’importanza dei Big Data: le relazioni domani si fonderanno appunto sulle informazioni che si avranno dei nostri interlocutori.
L’incontro con Coca-Cola e la scoperta del progetto Bridge mi ha colpito: al secondo anno di vita, è un progetto valso seicentomila dollari americani di investimento e oggi ne rende molti di più. Si sono chiesti cosa mancasse alle startup per compiere grandi passi e hanno capito che c’era un deficit di comunicazione. Mancava la capacità narrativa, lo storytelling, campo in cui ovviamente Coca-Cola è regina da anni, così hanno deciso di aiutare le startup a migliorare sotto questo aspetto. Ho visitato il National Cyber Bureau e scoperto il cyber park di Tech Aviv, una cittadella nella quale il 25% delle multinazionali più importanti al mondo possiede una delegazione Ricerca e Sviluppo.
Quanta innovazione. Quanta ricerca. La chiave del successo delle aziende piccole o grandi che siano, è tutta qui: nella parola ricerca. Sono andato alla scoperta degli Innovation Lab di svariati brand internazionali, tra cui il Deutsche Telekom Lab, ho visitato banche come Leumi Bank, la seconda più grande del Paese, e Citibank, una delle più importanti banche al mondo, e fiondi di investimento. E poi ho provato a staccare, a riflettere in maniera profonda su cosa sia questo Paese oggi, da dove venga questa incredibile spinta verso il futuro, questo bisogno di costruire il domani. L’ho fatto viaggiando verso Gerusalemme e Betlemme, toccando la Palestina e ripensando a Tech Aviv.
Sono tornato a casa con l’energia che questa terra straordinaria mi ha trasmesso. La terra promessa dell’innovazione nella quale, nonostante le numerose “sfide” quotidiane, le menti israeliane hanno dato vita al futuro.