Hai voglia di fare carriera ma non sopporti più capi e azienda? Molla il posto fisso e segui questi 5 consigli
Si parla spesso della fine del posto fisso. Le dinamiche del mercato infatti stanno cambiando la natura stessa del lavoro rimescolando le carte e forzandoci a ripensare a tutto ciò che chiamiamo “carriera”. Qualcuno, come l’imprenditore e investitore James Altucher, ha anche redatto un decalogo con i motivi per cui vale la pena abbandonare il posto fisso. Non è molto comune lasciare il certo (seppur insoddisfacente) per l’incerto. Come tutte le rivoluzioni, anche questa ha bisogno di qualche linea guida che provo a condividere, sulla scorta della mia esperienza.
Dopo una carriera tradizionale nel marketing di grandi società (“ha ricoperto posizioni di crescente responsabilità” mi pare ci fosse scritto nel mio curriculum), ho capito che qualcosa non funzionava più e ho approfittato di un momento di mercato particolarmente drammatico per una metamorfosi non solo del mio lavoro, ma soprattutto della mia vita. Ecco cosa ho imparato, in cinque punti.
1. Conosci te stesso. La massima greca è fondamentale per capire qual è la tua attitudine al cambiamento e per affrontare subito paure e resistenze. Spesso si invita a seguire le proprie passioni, ma potrebbe essere un suggerimento inadeguato. Il mix vincente è riuscire a rispondere bene contemporaneamente alle domande: «Cosa vorrei veramente fare?» e «Cosa so fare meglio?». Comprendere e coltivare insieme ideali e competenze: ecco le fondamenta della strategia per abbandonare il posto fisso.
2. Pianifica. Due sono le aree che devi presidiare bene: il personal brand e il tuo modello di business.
Di personal branding si discute molto (anche su Centodieci): credo che tu debba costruire un percorso personale che faccia leva sulle tue unicità – competenze, valori e passioni – per delineare una strategia con obiettivi e interlocutori. Ci sono alcuni strumenti che ti aiutano a farlo, tra cui ad esempio, il Personal branding canvas.
Il tuo modello di business è altrettanto importante. Dovresti riuscire a capire in modo accurato quali saranno le tue fonti di guadagno. Il mio suggerimento è di diversificare il più possibile avviando vari progetti contemporaneamente. Un esempio che mi è piaciuto e a cui mi sono ispirato è questa mappa dei ricavi dei blogger.
3. Costruisci un ecosistema. La produttività è il nemico peggiore di chi lascia un ambiente strutturato e diventa capo di se stesso. Per questo hai bisogno di ricavare degli spazi “sacri”. Il coworking è sicuramente un’ottima risposta (ad esempio TalentGarden, ImpactHub, Cowo o il milanese PianoC, la cui missione è facilitare l’incontro tra donne e lavoro).
Il secondo aspetto del tuo nuovo ecosistema è la rete di relazioni e rapporti. Insomma il network, che è l’elemento di successo più importante in questa fase di mutamento continuo del terreno di gioco. L’essere in un coworking e gestire bene la tua presenza web sono di grande aiuto.
4. Genera delle nuove routine. Dicevo che la produttività è il nemico numero uno di chi lascia il posto fisso. Il tutto è aggravato dal fatto che spesso dovrai occuparti anche di incombenze operative che prima non avevi: il commercialista e la dichiarazione dei redditi sono le cose che ancora adesso mi pesano di più. È importante gestire il tempo e fissare le priorità. Pianificare in modo rigoroso sarà il tuo mantra e ti permetterà di lasciare libero il cervello per ciò che veramente conta. Io sono diventato velocemente un geek del metodo GTD – Getting Things Done di David Allen che ha alcuni limiti ma il pregio di essere semplice: «La tua mente è fatta per avere idee, non per archiviare».
5. Controlla. Sbagliare e riprovare è da mettere in conto. Accostati con serenità e spirito zen a questi momenti per integrare velocemente nelle tue azioni gli insegnamenti che solo gli errori sanno dare, senza giudicare te stesso. Un processo di controllo e aggiustamento continuo è la tua assicurazione di successo migliore.
Tutto rose e fiori? Ovviamente no, ma nulla di cui spaventarsi. Soprattutto se è vero ciò che sostiene T. Boone Pickens, investitore e fondatore di BP Capital: «A fool with a plan can beat a genius with no plan», un pazzo con un piano può battere un genio senza un piano. Buona fortuna!